L’educazione ambientale è uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini e le comunità ad una maggiore responsabilità e attenzione alle questioni ambientali e al buon governo del territorio.
L’interconnessione tra dinamiche ambientali, sociali ed economiche ha portato ormai da tempo ad elaborare il concetto, più ampio, di educazione allo sviluppo sostenibile. La stessa Assemblea Generale delle Nazioni Unite tra i suoi 17 obiettivi dedica attenzione all’educazione, con particolare riferimento all’educazione allo sviluppo sostenibile. Si vedano a questo proposito i due obiettivi specifici:
- 4.7 – Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
- 13.3 – Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico, l’adattamento, la riduzione dell’impatto e l’allerta tempestiva.
In Italia, a dicembre 2018, i Ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione hanno firmato un protocollo d’intesa sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole, impegnandosi a collaborare nell’attuazione di un programma comune a favore delle scuole di ogni ordine e grado.
Fino ad oggi però le scuole hanno trattato la materia in modo assolutamente volontario, in assenza di una norma che la rendesse obbligatoria.
La legge 20 agosto 2019, n. 92, entrata in vigore il 5 settembre 2019, ha finalmente introdotto tale obbligatorietà: a partire infatti dall’anno scolastico 2020/2021, nelle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione, sarà inserito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, che comprende anche l’educazione ambientale.
L’ex Ministro Marco Bussetti, a fine agosto, aveva sottoposto al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), organo consultivo del MIUR, un decreto che intendeva avviare una sperimentazione nazionale per lo studio obbligatorio dell’educazione civica già dall’anno scolastico appena avviato. Il parere del CSPI è infatti obbligatorio in caso di sperimentazioni nazionali.
L’11 settembre 2019, a pochissimi giorni dall’avvio delle attività scolastiche, l’organo consultivo ha espresso parere negativo in merito alla proposta di sperimentazione. Il nuovo Ministro Lorenzo Fioramonti, accogliendo il pronunciamento del CSPI, ha comunicato a tutte le istituzioni scolastiche che presto costituirà un Comitato tecnico scientifico per la redazione delle Linee guida previste dall’articolo 3 della legge 92/2019, svolgendo un’attività di consultazione degli stakeholders, e avvierà le opportune attività di accompagnamento per le scuole al fine di preparare in modo adeguato ed efficace l’introduzione dell’educazione civica nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado a partire da settembre 2020.
Per quest’anno quindi in tutte le scuole continuerà ad essere impartito l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse (Legge 169/2008 art. 1).
Ma, ferme restando le tempistiche e i termini di entrata in vigore, cosa prevede nello specifico la Legge 92?
L’educazione civica riguarderà il primo e il secondo ciclo di istruzione, mentre iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile verranno iniziate sin dalla scuola dell’infanzia.
Per rafforzare l’insegnamento, la legge prevede l’interazione e la collaborazione con le famiglie degli studenti, con esperienze extrascolastiche (soggetti istituzionali, mondo del volontariato e del terzo settore) e con gli enti territoriali (Comuni in primis).
Il monte ore assegnato a tale insegnamento è di un’ora alla settimana, ovvero non meno di 33 ore annue che non si aggiungono ma sono da intendersi ricomprese nell’ambito del monte orario obbligatorio già previsto dagli ordinamenti vigenti.
Finalità della nuova materia è quella di sviluppare la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civili e ambientali della società.
Quanto ai contenuti da trattare, siamo di fronte ad un elenco ampissimo:
- Costituzione, la cui conoscenza è posta alla base dell’insegnamento, dall’infanzia al secondo ciclo,
- istituzioni nazionali, europee ed internazionali,
- Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
- educazione alla cittadinanza digitale,
- elementi fondamentali di diritto, soprattutto al lavoro,
- educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del territorio,
- educazione alla legalità e al contrasto delle mafie,
- educazione al rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni,
- formazione in materia di protezione civile,
- educazione stradale,
- educazione a salute e benessere,
- educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.
L’insegnamento sarà oggetto di valutazione, intermedia e finale, dello studente.
Non sono previste risorse finanziarie aggiuntive per l’introduzione di quanto disposto dalla norma.
Risorse forse saranno messe a disposizione dal Ministero dell’Ambiente, come fatto con il recente bando che stanzia 330 mila euro a favore di progetti di educazione ambientale destinati alle scuole situate all’interno dei Siti di interesse nazionale.
Testo a cura di Maddalena Bavazzano