La Regione Lazio ha elaborato un primo programma di controllo della radioattività nelle acque potabili, a partire dai comuni di Roma e Fiumicino, avvalendosi del supporto tecnico dell’Arpa Lazio, delle Aziende sanitarie locali e dei Gestori del Servizio idrico integrato.
La Direttiva comunitaria 2013/51/Euratom del 22 ottobre 2013, che stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano, è stata recepita in Italia dal d.lgs.15 febbraio 2016, n.28.
In base alle previsioni normative, le Regioni, avvalendosi delle Aziende Sanitarie Locali e delle ARPA, assicurano il controllo delle sostanze radioattive nelle acque destinate al consumo umano, finalizzato alla verifica del rispetto dei valori di parametro, attraverso l’elaborazione e la messa in atto di un “Programma di Controllo”.
Il Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, ha emanato specifiche indicazioni operative (Decreto 2 agosto 2017) al fine di garantire uniformità e coerenza di applicazione sul territorio nazionale.
Il “Programma di Controllo” deve riferirsi a tutte le acque destinate al consumo umano utilizzate nella regione. Per quanto riguarda le acque distribuite medianti reti idriche, queste vanno suddivise in Zone di Fornitura (ZdF), dando priorità temporale al controllo delle ZdF che servono un numero maggiore di persone.
La Regione Lazio ha elaborato un primo programma di controllo avvalendosi del supporto tecnico dell’ARPA Lazio, delle Aziende Sanitarie Locali e dei Gestori del Servizio Idrico Integrato.
Il programma considera le fonti che approvvigionano un maggior numero di persone e pertanto sono stati considerati i comuni di Roma e di Fiumicino, per una popolazione complessiva di circa 3.000.000 abitanti che corrisponde a circa il 50% della popolazione regionale. I due comuni presi in considerazione sono approvvigionati da diverse fonti che danno origine a quattro Zone di Fornitura distinte, in ognuna delle quali la qualità dell’acqua distribuita alla popolazione può considerarsi omogenea da un punto di vista del contenuto di radioattività.
Lo stato attuale di conoscenza sulla radioattività nelle acque potabili prese in esame deriva da diverse campagne di monitoraggio condotte dal Gestore nelle fonti di approvvigionamento della città di Roma e in altri Comuni della provincia e dai dati in possesso dell’Asl RM2 relativi alla misurazione della concentrazione di radon in alcune zone della rete idrica di Roma.
Il complesso dei dati disponibili non è sufficiente ad effettuare la valutazione preliminare prevista dalla normativa. È stato quindi definito il programma di controllo della durata di due anni con una frequenza annuale e un coordinamento tra controlli esterni (ASL e ARPA Lazio) e controlli interni (effettuati dal Gestore) al fine di poter acquisire informazioni necessarie per la valutazione.
Il programma prevede un monitoraggio dell’attività α e β che sarà effettuata sia dalla ASL, sia dal gestore del servizio idrico per un numero complessivo annuo di 70 campioni. E’ prevista anche l’analisi del parametro radon sulle acque destinate al consumo umano, come stabilito dalla normativa.
La presenza di radionuclidi artificiali nelle ZdF prese in considerazione si può ritenere irrilevante, tuttavia considerato che alcune aree sono fortemente antropizzate, è stato deciso di procedere comunque alle misurazioni ai fini di un’ulteriore verifica.
Il programma non prevede l’analisi dell’attività dovuta al Trizio in quanto non risultano presenti nel territorio preso in considerazione fonti antropogeniche di tale radioisotopo; non è neanche prevista l’analisi dei NORM (Naturally Occurring Radioactive Materials – materiali contenenti radionuclidi naturali in concentrazioni superiori alla media della crosta terrestre) poiché non risultano presenti sul territorio significative attività lavorative che implicano l’impiego, lo stoccaggio o la produzione di materiali e/o di residui con un contenuto di radioattività naturale tale da poter provocare un aumento dell’esposizione della popolazione.
L’Agenzia ha avviato nel mese di giugno le attività analitiche relative alla verifica della presenza di sostanze radioattive nelle acque destinate al consumo umano. Il controllo della radioattività fa parte delle attività di supporto tecnico-analitico che il Dipartimento prevenzione e laboratorio integrato dell’ARPA offre ai dipartimenti di prevenzione delle ASL. Le analisi sono effettuate dal Laboratorio di radioattività ambientale di Viterbo del Dipartimento stato dell’ambiente ARPA Lazio su campioni presi dal personale delle ASL presso le fontanelle pubbliche.
Il prossimo programma di controllo che sarà elaborato dalla Regione estenderà l’attività fino a coprire progressivamente tutte le acque destinate al consumo umano utilizzate nel Lazio.