Complessità e sfide per la comunicazione

Nell’ambito del 3° evento preparatorio della Conferenza nazionale Snpa, che si è tenuto a Palermo il 5 e 6 dicembre, una sessione è stata dedicata ad approfondire le questioni relative alla comunicazione e informazione.

La sessione è stata aperta da Alessandro Sanna, direttore generale di Arpa Sardegna, che introdotto alcuni elementi di riflessione relativi ai due temi trattati nei lavori della mattinata, e cioè la comunicazione del Sistema, richiamando alcuni aforismi, e la partecipazione dei cittadini attraverso la citizen science, di cui ha ricordato alcune definizioni.

L’intervento introduttivo è stato svolto da Marco Talluri, coordinatore della Rete Comunicazione e informazione Snpa e responsabile della comunicazione di Arpa Toscana, che ha fatto il punto sulle attività sinora svolte per dotare il Sistema di strumenti adeguati di comunicazione, come il notiziario AmbienteInforma ed il sito Web www.snpambiente.it, e per indicare i prossimi impegni e sviluppi che ci si propone di attuare.

https://youtu.be/T0ecHaq39Zg
Interventi di Alessandro Sanna e Marco Talluri

Si è quindi tenuta una tavola rotonda sul tema “Complessità e sfide della comunicazione istituzionale”, coordinata da Renata Montesanti (Area Comunicazione Ispra), alla quale hanno partecipato: Michele Camisasca (direttore generale di Arpa Lombardia), Daniela Marsili (ISS), Anna Giordano (WWF), Francesca Maffini (giornalista) e Domenico Fontana (Legambiente).

Michele Camisasca ha ricordato come un recente rapporto dell’Autorità Garante delle Comunicazioni ha rilevato come siamo in presenza fenomeni patologici di disinformazione, le cosiddette fake news, con le quali dobbiamo necessariamente fare i conti. Anche per questo è importante rafforzare l’organizzazione della comunicazione del Sistema e delle sue singole componenti. Ha quindi indicato due “sfide” su cui lavorare:  puntare sulle professionalità attuando l’art.13 del recente contratto nazionale di lavoro, che riconosce le figure del comunicatore e del giornalista pubblico; iniziare. proporsi l’obiettivo di un CCNL del Sistema nazionale ambientale, Ispra compresa.

Daniela Marsili, invece, ha osservato come la comunicazione istituzionale pubblica si collega ad altre forme di comunicazione: comunicazione sociale, scientifica, del rischio. Quindi aha parlato dell’esperienza maturata nell’ambito del progetto di sorveglianza epidemiologica dei Siti inquinati da bonificare  ‘Sentieri’. In particolare ha sottolineato come sia emersa la difficoltà della comprensione diversi linguaggi, che devono essere resi fruibili da tutti. I dati devono essere comunicati accompagnati da una spiegazione per renderli accessibili e comprensibili, in questo modo si rafforza della fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Anna Giordano ha sottolineato come viva sulla propria pelle la non comunicazione di molti enti.  Ha anche ricordato il lavoro faticosissimo portato avanti da parte delle associazioni per studiare progetti di opere e che la loro contestazione non può essere sbrigativamente etichettata come il frutto della sindrome di Nimby, in quanto è determinata dalla presenza di errori progettuali e impatti ambientali insostenibili. Ha poi ricordato il padre, scienziato, che adattava il proprio linguaggio a chi aveva davanti per farsi comprendere: è una forma di rispetto verso le persone a cui ci si rivolge. Un linguaggio più semplice è quello più bello perché arriva a più persone, meglio se accompagnato da esempi chiarificatori.

Anche Francesca Maffini ha posto l’accento sul problema del linguaggio, anche quello utilizzato nei confronti dei giornalisti, che svolgono una importante funzione di intermediazione nei confronti dei cittadini. Semplificare il linguaggio non significa farlo a danno della scientificità, ma fare in modo da rendere comprensibili argomenti tecnici. Ha quindi fatto l’esempio del codice colore per gli allarmi meteo, occorre spiegare per tempo cosa significano e cosa li determina.

Infine, Domenico Fontana, della segreteria nazionale di Legambiente, ha evidenziato come l’associazione si sia fatta carico delle informazioni di base sui temi ambientali nei confronti dei cittadini in presenza della frequente non comunicazione delle istituzioni. Ha poi osservato che l’associazione ha scelto di comunicare per “dossier” perché pratica l’ambientalismo scientifico; mettendo insieme dati e commenti si riesce ad essere più efficaci ottenendo risultati, ad esempio con i rapporti ecomafia si è riusciti a favorire l’introduzione degli ecoreati. 

https://youtu.be/KvgpsQKVzZE
tavola rotonda sulla comunicazione


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