I cosiddetti Lepta (Livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali) e il loro confronto con l’esperienza nel mondo sanitario dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) hanno costituito il focus della prima sessione del 3° evento preparatorio della Conferenza nazionale Snpa, che si è tenuto a Palermo il 5 e 6 dicembre.
In apertura il direttore generale di Arpa Sicilia, Francesco Carmelo Vazzana, ha portato i saluti dell’agenzia ospite, dicendosi onorato di accogliere questo importante appuntamento del Snpa ed ha evidenziato come si stia lavorando con grande impegno per far crescere l’agenzia in una realtà assai complessa, basti pensare ai 1639 chilometri di costa da monitorare.
Stefano Laporta, Presidente Snpa, ha quindi aperto i lavori, ringraziando Arpa Sicilia per l’ottima organizzazione dell’evento e per la location suggestiva. Ha quindi ricordato come il tema delle due giornate di lavoro è “Il Snpa ed servizi per i cittadini”, sottolineando che “questi sono i nostri stakeholder principali, i destinatari dei nostri servizi, e non dobbiamo dimenticarlo mai”.
Il tema del pomeriggio di lavoro sono stati i Lepta, cioè i livelli essenziali delle prestazioni ambientali – previsti dalla legge 132/2016 che ha istituito il Snpa – che dovranno servire a garantire maggiore omogeneità nella tutela ambientale in tutte le regioni.
L’intervento introduttivo è stato svolto da Edmondo Iannicelli, coordinatore del Tavolo istruttorio del Consiglio I e direttore generale di Arpa Basilicata. L’omogeneità attesa con i Lepta attualmente non c’è, ed è stato detto chiaramente da Edmondo Iannicelli, che ha sottolineato con forza la necessità di prevedere un sistema di riequilibrio con un fondo perequativo e forme di sussidiarietà, per fare in modo che il mezzogiorno possa avvicinarsi ai livelli già garantiti nel centro e nord Italia.
E’ seguita una tavola rotonda coordinata da Vincenzo Infantino (direttore tecnico di Arpa Sicilia), alla quale hanno partecipato Marco Frey (Scuola Sant’Anna), Giancarlo Marchetti (direttore generale Arpa Marche), Maria Angelica Auletta (Arpa Basilicata), Alessandro Albanese (Sicindustria) Andrea Minutolo (Resp. ufficio scientifico Legambiente nazionale).
Marco Frey ha evidenziato come il tema della omogeneizzazione e integrazione delle varie Arpa fosse già ben presente venti anni fa. Allora si indicava nel 1% del Fondo Sanitario la quantità di risorse da assegnare al sistema agenziale, mentre in media ora siamo allo 0,6%. Secondo lui non basta introdurre i Lepta, ma è indispensabile assicurare finanziamenti aggiuntivi, destinando a tal fine le risorse provenienti da tassazioni di scopo come la carbon tax.
I successivi interventi si sono sviluppati su queste stesse linee.
Giancarlo Marchetti ha ricordato come il Snpa costi al Paese 12€ all’anno a cittadino, forse un po’ poco per assicurare la tutela dell’ambiente.
Maria Angelica Auletta ha illustrato il percorso tecnico che si sta compiendo per definire i livelli delle prestazioni e costi standard del Sistema, i risultati per almeno tre casi (monitoraggio acque interne, supporto pareri srb, ispezioni Aia) saranno presentati alla conferenza nazionale di febbraio.
I rappresentanti di Confindustria e di Legambiente, hanno sottolineato come si abbiano aspettative importanti nei confronti del percorso di integrazione e omogeneizzazione del Sistema, auspicando da una parte una partnership per aiutare le imprese a puntare sull’innovazione al fine di ridurre i loro impatti ambientali e dall’altra a sviluppare sempre di più l’impegno per fornire dati scientifici sull’ambiente che costituiscono la base per l’impegno partecipativo delle associazioni ambientaliste.
Marcello Mossa Verre concludendo la giornata ha osservato come sia indispensabile concretizzare il percorso iniziato nel 1996 con la nascita del sistema agenziale e per questo è importante assicurare al Sistema le risorse necessarie, utilizzando gli introiti derivanti dall’applicazione del principio “chi inquina paga”.