Nel corso dello svolgimento del secondo anno di attività del monitoraggio dell’avifauna marina, il personale dell’Arpa Campania e ornitologi dell’Associazione studi ornitologici Italia Meridionale, hanno avvistato cinque esemplari di marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii). Da una delle imbarcazioni della flotta Arpac, a fine giugno sull’isolotto di Vetara sono stati chiaramente identificati un individuo adulto e quattro giovani da poco involati.
Come ormai noto, le attività previste dalla direttiva quadro sulla Strategia Marina (direttiva europea 2008/56/CE) volta alla salvaguardia dell’ambiente marino, sono state incrementate a partire dal 2018 con lo studio di specie, habitat e uccelli marini riportati nelle direttive europee Habitat (direttiva 92/43/CE) e Uccelli (direttiva 2009/147/CE), orientate alla salvaguardia di specie, habitat e uccelli di particolare pregio naturalistico per l’Europa.
Per conseguire tali obiettivi e garantire il necessario completamento dei programmi di monitoraggio, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare ha rinnovato, per il triennio 2018-2020, la convenzione con le Arpa capofila delle tre sottoregioni individuate per l’Italia, cioè Arpa Liguria, Arpae Emilia-Romagna e Arpa Calabria.
Arpa Campania prosegue la propria attività secondo quanto previsto dal Piano Operativo annuale, nell’ambito della sottoregione MEDOcc (Mediterraneo Occidentale) di cui fa parte insieme ad Arpa Liguria, Sardegna, Toscana e Lazio.
Arpac ha avviato anche per quest’anno, per il secondo anno consecutivo, una fattiva collaborazione con l’Asoim, l’Associazione studi ornitologici Italia meridionale, che promuove la ricerca e la conoscenza ornitologica e faunistica in Italia.
Grazie al contributo di Asoim, Arpac ha potuto realizzare nel mese di giugno un’apposita iniziativa formativa dal titolo “Il monitoraggio del Gabbiano corso Ichthyaetus audouinii e degli uccelli marini del Mediterraneo”. L’iniziativa, rivolta al personale dell’U.O. “Mare” della Direzione Tecnica impegnato a vario titolo nelle attività di monitoraggio marino e costiero, è stata finalizzata a migliorare le competenze tecniche e relativi metodi di indagine per il riconoscimento e lo studio del gabbiano corso Ichthyaetus audouinii e delle principali specie di uccelli marini del Mediterraneo.
Tuttavia il monitoraggio dell’avifauna non si limita al censimento dei gabbiani corsi. L’avvistamento del marangone del ciuffo è avvenuto lungo le coste dell’isolotto di Vetara, situato tre chilometri ad ovest de Li Galli e appartenente al comune di Positano da cui dista poche miglia.
L’isolotto di Vetara ha una forma oblunga, con i suoi trecento metri di lunghezza e circa cento di larghezza, raggiungendo un’elevazione massima di 36 metri sul livello del mare nell’estremità rivolta verso Li Galli, e presenta pareti scoscese, habitat preferito dal marangone dal ciuffo. La specie, congenere del più noto e diffuso cormorano, è leggermente più piccola e più snella del cormorano. Anche il becco è più snello. In volo lo si riconosce sia per l’abitudine di volare sempre a pelo d’acqua che per le ali arrotondate e la coda più corta. Alcune penne del capo sono curvate in avanti dando luogo al ciuffo, sebbene nella sottospecie desmarestii, presente nel Mediterraneo, questo non sia particolarmente evidente. In Europa nidifica sulle coste atlantiche, dal Portogallo alla Gran Bretagna fino all’Islanda e alle coste norvegesi e svedesi, e mediterranee, arrivando fino al Mar Nero.
BirdLife International nel 2017 stimava una popolazione europea di 76.300 – 78.500 coppie, classificandola come SPEC 2, una specie cioè che versa in uno stato di conservazione critico e la cui popolazione mondiale è concentrata soprattutto in Europa. E’ inserito anche nell’Allegato 1 della Direttiva Europea “Uccelli”. In Italia si stima una popolazione nidificante di 1.400 – 2.100 coppie distribuite prevalentemente in Sardegna. Alcune decine di coppie nidificano anche nell’Arcipelago toscano e poche unità nell’Arcipelago pontino.
In Campania è migratrice e svernante irregolare, sebbene negli ultimi anni si siano registrate segnalazioni nel Golfo di Napoli anche in periodo estivo. Segnalazioni, però, riferite prevalentemente a giovani in dispersione. L’importanza dell’osservazione effettuata da Arpa Campania e Asoim risiede nel fatto che questa volta, ed è la prima volta, si è osservato un adulto con quattro giovani da poco involati e quindi dal volo ancora incerto. Considerando che in questa specie i giovani, una volta divenuti buoni volatori, lasciano gli adulti per iniziare movimenti dispersivi, e che in questo caso è stato visto un adulto con giovani, in ambiente idoneo alla riproduzione, ciò fa ipotizzare una nidificazione avvenuta al largo delle coste campane.
In termini rigorosamente scientifici la nidificazione va considerata probabile secondo le categorie stabilite dall’European BIrd Census Council (EBCC) in quanto non è stato osservato il nido o i pulcini non ancora volanti, sebbene l’EBCC, al punto 12 della categoria “nidificazione certa” consideri anche l’osservazione di giovani da poco involati. Riteniamo però più opportuno rimanere prudenti e considerarla al momento nidificazione probabile riservandoci sopralluoghi nella prossima stagione per verificare la nidificazione.
L’identificazione e la definizione delle dimensioni delle popolazioni presenti sono particolarmente importanti, in quanto rappresentano il primo passo per poter poi applicare le misure di conservazione adeguate e gestire eventuali potenziali rischi per la specie, particolarmente minacciata dal By-catch (cattura accidentale in attrezzi da pesca), dal calo delle risorse trofiche, dall’inquinamento marino e dal traffico marittimo.
L’avvistamento assume particolare rilievo in considerazione del fatto che nel nostro Paese le colonie principali di marangone dal ciuffo sono concentrate in Sardegna e nell’Arcipelago toscano. Un modestissimo contingente è presente nel Lazio, nell’Arcipelago pontino.
Il particolare territorio poi del ritrovamento, dove una millenaria tradizione radicata nei miti omerici pone la leggendaria terra delle Sirene che con il loro canto melodioso, seducevano ed ammaliavano i naviganti, rende ancora più suggestivo l’avvistamento (in realtà i canti melodiosi erano quelli prodotti da un’altra specie di uccelli marini, le Berte maggiori).
Lucio De Maio, Elena Piscitelli – Arpa Campania
Maurizio Fraissinet, Filippo Tatino – Associazione studi ornitologici Italia meridionale