Dal progetto Life Prepair un’articolata indagine sul consumo residenziale di biomasse legnose nel bacino Padano

Nell’ambito del convegno “Green New Deal ed energia rinnovabile dal legno Politiche, numeri, azioni per accelerare la transizione energetica”, in programma al Progetto Fuoco di Verona Fiere nella giornata di mercoledì 19 febbraio, verrà presentato il report sul “Consumo residenziale di biomasse legnose nel bacino padano”, curato da ARPA Veneto all’interno del progetto LIFE PREPAIR.

Di PREPAIR fanno parte, tra i 18 partner italiani e sloveni, tutte e cinque le Regioni del bacino padano e la Provincia di Trento: è questo il principale palcoscenico su cui si attivano le iniziative previste, dalla raccolta dei dati fino alle azioni di sensibilizzazione. Il progetto mira ad implementare le misure previste dai piani regionali e dall’Accordo per la qualità dell’aria del Bacino padano, ed a rafforzarne la sostenibilità e la durabilità dei risultati. 

Le azioni di progetto riguardano una pluralità di settori – agricoltura, combustione di biomasse per uso domestico, trasporto di merci e persone, consumi energetici – e lo sviluppo di strumenti comuni per il monitoraggio delle emissioni e per la valutazione della qualità dell’aria su tutta l’area di progetto. 

Il report che verrà presentato a Verona ha dunque l’obiettivo di aggiornare all’anno 2018 le stime dei consumi di biomasse legnose impiegate in ambito residenziale nel territorio del Bacino Padano: ed è stato realizzato partendo da un’indagine campionaria, effettuata nella scorsa primavera, che ha coinvolto ventimila famiglie residenti all’interno del Bacino stesso, a cui nell’autunno si è aggiunta una seconda indagine che ne ha coinvolte altre tremila.

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Oltre all’aggiornamento delle stime relative ai consumi, l’indagine campionaria ha permesso di approfondire anche altri aspetti del fenomeno dell’utilizzo energetico delle biomasse legnose nel settore residenziale: l’identificazione delle fonti di approvvigionamento, le modalità di utilizzo degli apparecchi ad uso domestico (frequenza, modalità di accensione, accatastamento e aspetti manutentivi) e la propensione all’acquisto di strumenti a maggiore efficienza e minore impatto ambientale a fronte della disponibilità di incentivi alla sostituzione di quelli più obsoleti. 

Dall’indagine, si stima che gli utilizzatori di biomassa a livello di Bacino Padano siano pari a circa il 22%, con valori che vanno da un minimo del 14% in regione Lombardia, fino ad un massimo del 45% nella provincia autonoma di Trento. 

Considerando le tipologie di impianto più diffuse, nell’area del Bacino Padano sono stimate complessivamente circa 480 mila stufe a pellet, circa 470 mila caminetti aperti e 460 mila caminetti chiusi a legna, nonché 990 mila stufe tradizionali a legna. Per quanto riguarda le caldaie autonome a biomassa, l’indagine ne rileva circa 150 mila, di cui un terzo alimentate a pellet. 

Le tipologie di apparecchio di gran lunga più diffuse sono quelle che utilizzano l’aria come fluido termovettore. I caminetti aperti, che rappresentano la tipologia a minor efficienza energetica, risultano ancora molto diffusi in Lombardia ed Emilia-Romagna. 

I consumi stimati a partire dall’integrazione delle due indagini campionarie svolte nel 2019 sono confrontabili con quelle relativa alla precedente indagine ISTAT 2013, ma con le seguenti variazioni significative: circa il 25% in più per quanto riguarda il pellet e circa il 20% in meno per quanto riguarda invece la legna.

Nei prossimi mesi, le stime dei consumi di biomasse legnose derivanti dall’indagine campionaria saranno messe a bilancio con quelle degli altri vettori energetici impiegati nel riscaldamento civile, rapportandoli ai fabbisogni delle abitazioni del Bacino Padano. Dal consolidamento delle stime sui consumi si andranno ad aggiornare le stime delle emissioni di inquinanti atmosferici derivanti da questo importante settore nell’intero territorio padano.

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2 pensieri su “Dal progetto Life Prepair un’articolata indagine sul consumo residenziale di biomasse legnose nel bacino Padano

  1. I boschi della Toscana sono presi d’assalto da imprese di “abbattimenti forestale”, Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale compresi. Con grossi mezzi cingolati e esboscatrici pestano ogni metro quadro di terreno, operando anche con terreno bagnato, scavando spaventose piste a ritto chino che innescano l’erosione del suolo. Le matricine vengono danneggiate dalle manovre delle esboscatrici e le prescrizioni delle Valutazioni di Incidenza Ambientali non vengono considerati. Con metodi tradizionali di taglio, questi boschi sono arrivati a noi attraverso i secoli. Con questi metodi industriali, a caccia di biomassa legnosa, la biodiversita’ dei nostri boschi andra’ perso nell’arco di pochi decenni.

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