Con l’inizio del lockdown per l’emergenza COVID, negli ultimi mesi anche gli enti del Snpa hanno dovuto adottare rapidamente modalità di lavoro a distanza.
Un brusco cambiamento di abitudini che ha generato, soprattutto all’inizio, non poche difficoltà, ma che man mano ha mostrato anche i lati positivi del cosiddetto smartworking. Fra questi anche alcuni di carattere ambientale, come il vantaggio rappresentato dal risparmio delle emissioni di inquinanti dovute ai viaggi casa-lavoro.
Per valutarne il beneficio su scala nazionale è stato condotto un piccolo sondaggio interno a cui, sui 10.480 dipendenti (all’1.1.2020) di tutte le Agenzie ambientali regionali e provinciali e Ispra, hanno risposto in 3.907[1]. Un campione sufficientemente ampio per consentire di approfondire la conoscenza sulle abitudini di mobilità del personale e di stimare il contenimento delle emissioni di anidride carbonica (principale climalterante) nel periodo preso in esame.
Dei rispondenti, solo il 4% ha dichiarato di essersi sempre recato sul luogo di lavoro, mentre il 13% lo ha fatto per meno di 10 giorni e ben il 63% ha lavorato da casa per più di 30 giornate lavorative, nel periodo 1 marzo – 31 maggio 2020.
Nonostante sia necessaria un’ulteriore riflessione sull’efficacia e sulla concreta valenza organizzativa di questa esperienza di lavoro agile, magari attraverso un eventuale questionario ad hoc, il sondaggio ha dunque mostrato una fotografia ben precisa di come, almeno sull’aspetto legato alla mobilità, i dipendenti si sono relazionati con la nuova modalità lavorativa.
Limitandoci, quindi, alla stima delle emissioni risparmiate possiamo partire dalle abitudini dei dipendenti del Snpa: il 39% percorre meno di 12 Km (andata/ritorno) per viaggio e circa un quinto (21%) fa oltre 48 Km.
Il mezzo preferito normalmente dai dipendenti Snpa per raggiungere le 226 sedi di lavoro è l’auto (79%), seguito dai mezzi pubblici.
Per calcolare i quantitativi di emissioni risparmiate sono stati utilizzati i fattori di emissione pubblicati da Ispra per i trasporti[2] distinguendo il mezzo privato da quello pubblico[3] e si sono poi stimati quelli relative ad ogni agenzia sulla base delle risposte complessivamente fornite, trascurando il fatto che alcune abbiano avuto un tasso di risposta superiore ad altre.
Stima delle emissioni risparmiate, ton CO2 |
Qualche considerazione: Ispra è l’ente che ha risparmiato di più, probabilmente a causa dell’elevato numero di dipendenti e della presenza di sole 8 sedi, il che comporta un gran numero di spostamenti anche a lungo raggio. Per contro, Arpae Emilia-Romagna ha quasi lo stesso numero di dipendenti ma ben 43 sedi, il che comporta probabilmente viaggi più brevi. Naturalmente, minore è il numero di dipendenti minore il numero di viaggi.
Rapportando il dato pro-capite rispetto al numero di dipendenti, si osservano valori un po’ più allineati, dovuti probabilmente all’effetto combinato della distanza con l’uso del mezzo privato e del numero di giorni di lavoro da casa.
L’indagine condotta ha consentito di stimare un risparmio complessivo di 1884 t di CO2 nel periodo marzo-maggio.
È tanto o poco?
Per rispondere a questa domanda è necessario sapere che l’emissione media per abitante in Italia è di 7,3 t all’anno[4]; valore sostanzialmente stabile dal 2014 e invariato negli ultimi anni. Migliore il dato complessivo europeo con una media di pocoèinferiore a 7 t/anno (con 16,3 t/a del Lussemburgo e 4.1 t/a della Romania)[5], mentre in altri Paesi la situazione è decisamente peggiore (Canada 17, USA 16, Russia 12, Cina 8). i
Un altro elemento che ci può far riflettere è: quanta CO2 assorbe un albero? Naturalmente la variabilità è elevatissima, ma non si sbaglia di molto nel dire che una latifoglia ne assorbe 1 tonnellata in 100 anni, ossia 10 kg/anno.
Mettiamo un po’ di ordine nei dati: la CO2 risparmiata dai dipendenti Snpa nel periodo di lockdown è la stessa che avrebbero risparmiato 269 dipendenti se avessero deciso di vivere completamente a emissioni zero. Oppure, se tutti i 10.480 dipendenti del Snpa avessero piantato 18 alberi a testa, o mangiato 31400 Kg di carne in meno, o ancora percorso 16 milioni di Km in meno con la propria auto.
I modi per mitigare le emissioni di CO2 sono molteplici, e certamente quello del lavoro a distanza merita la giusta considerazione insieme al generale cambiamento delle abitudini legate al modo con cui i dipendenti del Snpa si recano a lavoro. Su questo aspetto, la figura del Mobility Manager può rivelarsi di notevole aiuto per perseguire gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile all’interno del Sistema agenziale.
A cura di Mauro Mussin (Arpa Lombardia) con la collaborazione di Giovanna Martellato (Ispra), Ketty Lorenzet (Arpa Veneto)
[1] Il numero di risposte valide considerate nelle stime è di 2966 pari al 28,3% della popolazione dei dipendenti SNPA
[2] http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/fetransp: si è considerato il FE T per auto e Bus; l’emissione dei Bus attribuita al dipendente è stata considerata 1/50 di quella totale;
[3] si è considerato un unico fattore emissivo, trascurando la differenza tra bus e mezzi elettrici (treno, metro, tram)
[4] Dato ISTAT riferito al 2018, indicatore 13.1.1.d dell’Agenda 2030
[5] Edgar fossil CO2 booklet 2018
Un pensiero su “L’ambiente ringrazia lo smartworking”