30 mila persone coinvolte in 224 eventi tematici e 445 giornate di formazione e sensibilizzazione, oltre 2 milioni di persone raggiunte attraverso la stampa e i social media: questi in sintesi i numeri più significativi del progetto LIFE ASAP- Alien Species Awareness Program, che si è concluso il 31 luglio scorso e di cui si è parlato nei cinque eventi on-line di chiusura, trasmessi dal 23 al 25 giugno sul canale YouTube di ISPRA.
Le specie aliene invasive sono una delle principali cause di perdita di biodiversità e causano gravi impatti sociali, sanitari ed economici, stimati in oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. Un fenomeno apparentemente inarrestabile: il numero di specie aliene è cresciuto negli ultimi 30 anni del 76% in Europa, del 95% nel nostro Paese dove vivono oltre 3.000 specie, il 15% delle quali invasive.
In Europa, complici anche i cambiamenti climatici in atto, le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla biodiversità e per rispondere a questa grave e crescente minaccia è stato adottato il Regolamento Europeo n. 1143/2014 “recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”.
Le modalità di ingresso, volontarie o involontarie, sono numerose. Molte attività economiche possono favorire l’arrivo per lo più accidentale di nuove specie aliene: la navigazione, l’acquacoltura, l’agricoltura, le attività forestali e, negli ultimi anni, il commercio di piante ornamentali e animali da compagnia. Spesso animali e piante invasive vengono introdotte anche da singoli cittadini, in modo intenzionale, come nel caso dei rilasci di animali da compagnia o per attività di pesca sportiva e venatoria, o in modo inconsapevole, per esempio dai viaggiatori attraverso abiti, attrezzature, bagagli o souvenir contaminati.
“Per affrontare le minacce legate alle invasioni biologiche non bastano le norme ma bisogna puntare sulla prevenzione, identificando gli organismi che potrebbero arrivare nel nostro Paese, ma soprattutto aumentando la consapevolezza sui rischi connessi a questo fenomeno, perché solo cambiando i comportamenti delle persone possiamo ridurre gli impatti causati dalle specie aliene invasive”, ha dichiarato Piero Genovesi, che per ISPRA ha coordinato il progetto.
Da queste premesse è nato il progetto Life ASAP, il cui l’obiettivo principale era quello di aumentare la consapevolezza della società italiana sul problema delle specie aliene e favorire l’adozione di comportamenti responsabili finalizzati a ridurre il rischio di nuove introduzioni.
Oltre a ISPRA, che ha coordinato il progetto, Life ASAP ha visto coinvolti in qualità di partner Regione Lazio, Università di Cagliari, Federparchi, Legambiente, Nemo srl, TIC srl, e come soggetti cofinanziatori, oltre all’Unione europea, il Ministero dell’Ambiente e i Parchi Nazionali dell’Aspromonte, Appennino Lucano, Arcipelago Toscano e Gran Paradiso.
Nel corso dei 4 anni di progetto, Life ASAP ha coinvolto i principali attori implicati a vario titolo nella prevenzione e nella gestione delle specie aliene promuovendo, attraverso incontri, seminari, tavole rotonde e corsi di formazione in e-learning e in presenza, la corretta implementazione del Regolamento Europeo e l’adozione di codici di condotta volontari e buone pratiche.
Particolare attenzione è stata dedicata alla formazione del personale delle amministrazioni pubbliche preposto all’applicazione delle norme, per i quali è stata sviluppata una guida tecnico-operativa di interpretazione della legislazione vigente ed è stato attivato un percorso formativo, attraverso la piattaforma di e-learning di ISPRA, che ha visto la partecipazione di oltre 740 persone.
Una parte importante delle attività di Life ASAP è stata dedicata al grande pubblico. Migliaia di cittadini e studenti sono stati direttamente coinvolti e sensibilizzati attraverso mostre interattive, laboratori, percorsi tematici, eventi di citizenscience, photo contest. Un info point all’Aeroporto di Fiumicino ha permesso di aumentare la consapevolezza dei viaggiatori sui rischi di trasporto volontario e involontario di specie aliene che si corrono muovendosi da un paese all’altro.
Complessivamente, l’intensa attività di disseminazione dei contenuti del progetto attraverso i media tradizionali e i social media ha permesso di raggiungere complessivamente oltre due milioni di persone.
Tra i numerosi prodotti, tutti scaricabili dal sito www.lifeasap.ue, che il progetto Life ASAP ha reso disponibili e diffuso tra i cittadini e i settori professionali maggiormente interessati vanno sicuramente ricordati i Codici di condotta volontari sviluppati in ambito europeo per frenare l’introduzione e la diffusione di specie aliene invasive. Sette guide tecniche, di facile comprensione, con consigli e buone pratiche riguardanti il florovivaismo e il verde ornamentale, gli animali da compagnia, gli orti botanici, i giardini zoologici e gli acquari, la caccia, la pesca sportiva e la nautica da diporto.
Tra gli altri prodotti particolarmente significativi vanno citati il poster illustrato, sviluppato in collaborazione con la FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) e diffuso in oltre 30.ooo copie, finalizzato a sensibilizzare bambini e genitori all’acquisto consapevole degli animali da compagnia, e l’opuscolo tecnico-pratico “Dai balconi ai parchi urbani: buone pratiche per un giardinaggio consapevole”, sviluppato in collaborazione con ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori) e indirizzato non solo agli operatori del florovivaismo ma anche agli appassionati di giardinaggio, che propone tra l’altro numerose specie native da utilizzare in alternativa alle piante esotiche invasive.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti attraverso questo progetto e dell’importante lavoro di prevenzione, fondamentale per contrastare questo fenomeno – dichiara Piero Genovesi – Il progetto Life ASAP si conclude formalmente oggi ma grazie all’impegno dei partner alcune azioni proseguiranno anche dopo la sua conclusione nella consapevolezza che effetti duraturi possono essere ottenuti solo con la continuità dell’azione informativa.”
Andrea Monaco (Ispra) e Lucilla Carnevali (Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell’ambiente e per la conservazione della biodiversità BIO CFN)