L’azione umana ha riscaldato l’atmosfera, l’oceano e le terre emerse. Si sono verificati cambiamenti diffusi e rapidi nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera. Queste le anticipazioni del sesto rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) sui cambiamenti climatici, che sarà pubblicato interamente nel 2022.
Molti cambiamenti dovuti alle emissioni di gas serra passate e future sono irreversibili per secoli o per millenni, in particolare i cambiamenti che riguardano l’oceano, le calotte glaciali e il livello globale del mare. Rispetto al precedente rapporto di valutazione, si sono rafforzate le prove che attribuiscono queste variazioni all’influenza umana.
Cosa ci deve far riflettere?
Molti cambiamenti nel sistema climatico si amplificheranno in relazione diretta con l’aumento del riscaldamento globale.
I cambiamenti climatici stanno già influenzando molti estremi meteorologici e climatici, come ondate di calore, precipitazioni intense, siccità e cicloni tropicali, in ogni regione del mondo.
E in Veneto come sta andando?
Per il Veneto il quadro è in linea con altre regioni del nord Italia e coerente con l’attuale fase di riscaldamento globale del pianeta. Questo emerge dagli studi di Arpa Veneto.
Dal 1993 al 2020 i dati rilevati dalle 110 stazioni automatiche dell’Agenzia evidenziano un trend di aumento delle temperature medie pari a + 0.55 °C per decennio che, considerando le sole aree pianeggianti (quota inferiore ai 50 m s.l.m.) sale a + 0.6 °C per decennio. Il Veneto appartiene all’area mediterranea, ritenuta uno dei “punti caldi” del pianeta perché l’aumento delle temperature sta procedendo ad una velocità maggiore rispetto alla media globale.
Particolarmente significativo è l’aumento del numero di notti tropicali (giorni con temperatura minima > 20 °C) che risulta di +7.1 giorni per decennio per le aree di pianura. L’aumento delle temperature medie in Veneto si riflette, infatti, nel valore di indicatori climatici quali il numero annuale di giornate estive e notti tropicali, con la speculare diminuzione dei giorni con gelate.
Sull’andamento delle precipitazioni le tendenze risultano meno definite e influenzate dalla presenza di una spiccata variabilità interannuale. Mettendo a confronto la prima e la seconda parte del trentennio 1993-2020, si osserva che aumentano del 15% le precipitazioni medie annue in Veneto, in modo più marcato su Prealpi e alta pianura rispetto al Polesine (provincia di Rovigo). Questo è accompagnato da un più evidente aumento della variabilità media interannuale dei quantitativi di precipitazione. Diversi indicatori suggeriscono che è aumentata l’intensità degli eventi di pioggia, come il numero di giorni con precipitazione superiore a 20 mm aumentato del 10 % per ogni decennio, con incrementi maggiori per le fasce altimetriche medio-alte.
Altri cambiamenti registrati sono una forte riduzione dei ghiacciai dolomitici sia in termini di massa che di superficie, dimezzatisi nel corso del ‘900, modifiche nelle fasi fenologiche di diverse colture agrarie e innalzamento del livello del mare. Nella laguna di Venezia il livello del mare si è alzato nel corso dei decenni per l’effetto combinato di eustatismo e subsidenza ed è attualmente circa 31 cm più alto di quello verificato ad inizio del secolo scorso (fonte: Centro Maree di Venezia, Variazione del livello medio del mare a Venezia e Trieste).
Arpa Veneto insieme alle attività di studio, partecipa a progetti dedicati al cambiamento climatico come Response, rivolto alle comunità lungo la costa adriatica.
Cos’è l’Ipcc
L’Intergovernmental Panel on Climate Change è un organismo internazionale, riconosciuto dall’ONU, che esamina e valuta le più recenti informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche, provenienti da tutto il mondo, relative alla problematica dei cambiamenti climatici.
Per saperne di più:
Ipcc focal point per l’Italia
Primi contenuti del sesto report (in inglese)