Cosa ci fanno i tecnici di tre Agenzie per la protezione dell’ambiente a Finale Ligure?
Il pretesto arriva dalla passata stagione estiva, quando – per la prima volta a memoria d’uomo – sono state trovate tracce di nidificazione di Caretta caretta lungo le coste della Liguria. Può diventare il ritrovamento di un nido di tartaruga su una spiaggia un “tesoro” in termini di opportunità per la tutela della biodiversità? Si, se viene individuato e gestito adeguatamente.
L’Amministrazione Comunale, in collaborazione con Acquario di Genova (la cui Fondazione Onlus, dal 1994 interviene sulle tartarughe marine in difficoltà ed è uno dei centri italiani di recupero per questa specie) ha perciò organizzato un incontro formativo e informativo, che ha preso spunto proprio dal ritrovamento dello scorso settembre di tre piccole tartarughe marine, della specie Caretta caretta, su una spiaggia del finalese (Castelletto di San Donato).
Si è trattato del primo caso di nidificazione di tartaruga marina sulle coste liguri, a conferma della tesi secondo la quale le tartarughe marine stanno ampliando e modificando i loro areali di nidificazione. L’incontro è stato aperto al pubblico, con una particolare attenzione per gestori di stabilimenti balneari e scuole, anche in vista dell’imminente stagione estiva.
L’evento, che si è svolto martedì 10 maggio presso l’Auditorium dei Chiostri di Santa Caterina del Comune di Finale Ligure, a Finalborgo, ha visto la partecipazione e il contributo di molte istituzioni ed esperti che hanno approfondito gli aspetti biologici e gestionali della prima nidificazione ligure di tartaruga marina Caretta caretta. Numerosi gli interventi, a cominciare da quello dell’Ammiraglio Sergio Liardo, Direttore Marittimo della Liguria; la mattinata ha visto, poi, i contributi dell’Università di Genova, dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, di Menkab.A chiudere, Laura Castellano (curatrice del settore Mediterraneo e Rettili dell’Acquario di Genova) che ha illustrato le buone pratiche per gestire un nido, insieme a un vademecum, nato anche dal confronto con le esperienze dei colleghi toscani, veneti e francesi.
Particolarmente significativa è stata la partecipazione delle Agenzie del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) che hanno contribuito all’evento con le esperienze di Liguria, Toscana e Veneto, a conferma di quanto siano importanti le opportunità di sinergia in materia di tutela ambientale.
Dario Ottonello, di Arpa Liguria, ha illustrato le caratteristiche della banca dati regionale (Li.Bi.Oss), che consente la libera consultazione di oltre 130.000 record sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, nazionale e regionale raccolti dai vari soggetti che operano sul territorio ligure. Peraltro, da qualche mese, grazie all’nuova omonima App i cittadini possono non solo consultare i dati ma anche inviare direttamente le segnalazioni, attraverso un accreditamento tramite Spid e con percorsi differenziati.
Cecilia Mancusi di Arpa Toscana, insieme a Marco Zuffi dell’Università di Pisa hanno raccontato l’esperienza nella loro regione dove, dal 2013 al 2021, sono stati registrati 23 eventi di nidificazione per un totale di 2082 uova deposte e 844 piccoli nati con una percentuale di successo di nascita pari al 46%. Particolarmente significative sono anche le esperienze di coordinamento delle attività di monitoraggio dei nidi per contro della Rete Osservatorio Toscano Biodiversità e le campagne di comunicazione e sensibilizzazione sul tema rivolte al grande pubblico che costituiranno una base per analoghe azioni anche in Liguria.
A Finale Ligure anche Arpa Veneto ha illustrato la propria esperienza relativa alla Caretta caretta: Franca Baldassin ha, infatti, raccontato l’avvistamento di una tartaruga mentre scavava la buca per deporre, la sorveglianza del nido e la schiusa dei piccoli di tartaruga, e il ritrovamento di un secondo nido, individuato lungo la costa meridionale del Veneto.
Ecco, per concludere, il vademecum con le buone pratiche in caso di avvistamento delle tracce di tartaruga sulla spiaggia, di ritrovamento di un esemplare di tartaruga appena nato o di un nido:
- Chiamare il “Numero Blu” 1530 della Guardia Costiera (chiamata gratuita disponibile h24) per segnalare la scoperta di un nido o il ritrovamento degli esemplari.
- Fotografare o riprendere il sito, le tracce e, se c’è, la tartaruga, senza flash e mai frontalmente, in silenzio per non spaventarla ed interrompere la nidificazione.Non toccare per alcun motivo, né la tartaruga adulta, né i piccoli.
- Avvisare il proprietario o concessionario dell’area.
- Individuare il perimetro dello scavo, delimitandolo provvisoriamente, senza infilare bastoni o altro nella sabbia per non danneggiare le uova.
- Spostare lettini e ombrelloni prima dell’arrivo dei turisti e transennare con un perimetro di sicurezza di almeno 3 metri.
- Non pulire la zona con alcun mezzo, per non cancellare le tracce.