La qualità dell’aria in Alto Adige negli ultimi quattro-cinque anni è migliorata: nel 2023 le concentrazioni di biossido di azoto sono di nuovo leggermente diminuite in tutte le stazioni di misura, comprese quelle lungo l’Autostrada del Brennero. La situazione è stabile anche per quanto riguarda il particolato. È quanto emerge dai dati sulla qualità dell’aria in Alto Adige per il 2023, presentati di recente in una conferenza stampa a Bolzano. La valutazione annuale della qualità dell’aria era stata precedentemente presentata ai Comuni e ai gruppi di interesse in occasione del “Tavolo tecnico sulla qualità dell’aria” tenutosi nella sede di Appa Bolzano.
“I dati degli ultimi anni dimostrano che ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, ha sottolineato Peter Brunner, assessore provinciale alla protezione dell’ambiente, della natura e del clima. “In alcuni voci – come gli ossidi di azoto e il particolato – siamo riusciti a migliorare di anno in anno, anche grazie agli effetti positivi del rinnovo del parco veicoli”. Tuttavia, è importante compiere ulteriori sforzi, soprattutto per quanto riguarda la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria. “Dobbiamo continuare a coinvolgere i Comuni e, sempre di più, la popolazione e sensibilizzare tutti sulla necessità di migliorare la qualità dell’aria”, ha aggiunto Brunner.
Biossido di azoto ancora in lieve calo nel 2023
I dati di misura degli inquinanti atmosferici in Alto Adige sono raccolti e monitorati da Appa Bolzano, grazie ad una rete di stazioni fisse di monitoraggio della qualità dell’aria dislocate su tutta la provincia. “Il valore limite annuale di 40 microgrammi per metro cubo per il biossido di azoto è stato rispettato in tutte le stazioni di misura già nel 2022 e anche nel 2023. L’ultimo superamento risale al 2021 presso l’autostrada A22″, ha riferito Luca Verdi, direttore del Laboratorio Analisi aria e radioprotezione di Appa Bolzano. Anche alcune aree urbane sono state monitorate più attentamente negli ultimi anni con l’aiuto dei cosiddetti campionatori passivi. “In alcune strade si sono registrate ancora situazioni leggermente critiche. Ciò è dovuto al cosiddetto “effetto canyon” su strade trafficate con condomini alti, dove gli inquinanti si concentrano vicino al suolo”, spiega Verdi.
Situazione del particolato quasi invariata
Per quanto riguarda il particolato (PM10 e PM2,5), che proviene principalmente dagli impianti di riscaldamento e solo in parte da traffico, industria e fonti naturali, la situazione in Alto Adige nel 2023 è sostanzialmente invariata rispetto al 2022. “I valori limite sono rispettati, ma i problemi possono essere causati da singoli componenti del particolato, come il cancerogeno benzo[a]pirene“, spiega Luca Verdi. Questo viene prodotto durante la combustione incompleta della legna, ad esempio in piccoli sistemi di combustione a legna come stufe e caminetti a mano. “Il valore target per il benzo[a]pirene è stato superato anche nel 2023 nella stazione di misurazione di Laces, anche se la concentrazione è nuovamente diminuita rispetto al 2022”, spiega l’esperto.
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Scarica grafico Benzo(a)pirene
Aria migliore grazie al rinnovo del parco veicoli
Gli ultimi dati sul traffico presentati da Georg Pichler, direttore dell’Ufficio Aria e rumore di Appa Bolzano, mostrano che la riduzione delle emissioni non è legata a una riduzione del traffico. “Il volume di traffico nel 2023 in Alto Adige è rimasto quasi uguale rispetto all’anno precedente o è leggermente aumentato”. Il fatto che i valori della qualità dell’aria siano comunque migliorati rispetto al 2022 è dovuto all’evoluzione positiva del parco veicoli in Alto Adige. Il biossido di azoto (NO2) è causato principalmente dai veicoli diesel. “Le nuove immatricolazioni dal 2019 mostrano una diminuzione del 20% per i veicoli diesel e un aumento del 25% per i veicoli elettrici e ibridi”, spiega Pichler.
Nuove misure per migliorare la qualità dell’aria
Per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e combattere l’inquinamento atmosferico nei settori della mobilità e del riscaldamento domestico, lo Stato mette a disposizione dell’Alto Adige fino a cinque milioni di euro, grazie ad un accordo siglato nel febbraio 2023 tra la Provincia autonoma di Bolzano e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Di questi fondi, 3,6 milioni di euro sono destinati alla sostituzione di impianti di riscaldamento centralizzati a legna. “Non si tratta di contributi per piccoli impianti di riscaldamento a legna, come caminetti o stufe a legna, ma per impianti di riscaldamento centralizzati a legna di condomini, alberghi o aziende che sono particolarmente dannosi per l’ambiente o obsoleti”, spiega Georg Pichler.
Viene, inoltre, finanziato un progetto di sensibilizzazione e raccolta dati sugli impianti di riscaldamento a legna in collaborazione con l’associazione professionale degli spazzacamini che partirà il prossimo autunno.
Nell’ambito del progetto “Riscaldare con la legna…ma bene!“, tra il 2024 e il 2027, verranno raccolti dati presso circa 20.000 famiglie su impianti, stato di manutenzione, dimensioni, combustibile, ecc. “L’attenzione è rivolta alla consulenza individuale degli spazzacamini”, sottolinea il direttore dell’Ufficio.
Nuova direttiva UE sulla qualità dell’aria
Nell’ambito del Tavolo tecnico sulla qualità dell’aria si è anche discusso della nuova Direttiva UE sulla qualità dell’aria, attualmente in fase di elaborazione. L’attuale valore limite annuale per il biossido di azoto e le PM10 dovrà essere ridotto da 40 a 20 microgrammi per metro cubo, mentre quello per le PM2,5 da 20 a 10 microgrammi per metro cubo. “Questa sarà una sfida importante”, sottolinea Luca Verdi.
Tutti i dati sulla qualità dell’aria in Alto Adige sono disponibili online sul portale web di Appa Bolzano.