Per diffondere la conoscenza di questa importante pianta marina, ARPA Toscana ha pubblicato una nuova scheda informativa della collana ambiente, che si presenta come una guida sintetica e di facile consultazione rivolta ad un ampio pubblico.
La pubblicazione fornisce una descrizione dei diversi elementi che compongono la Posidonia oceanica e del suo ciclo riproduttivo e spiega in che modo ARPAT provvede a misurare lo stato di salute delle praterie di posidonia nel mare toscano.
La Posidonia oceanica è una pianta marina caratteristica del Mediterraneo, di cui copre circa l’1,5% dei fondali. Le praterie, che questa pianta crea, hanno una valenza ambientale molteplice, poiché svolgono numerose funzioni, da quelle ecologiche a quelle relative all’assetto del territorio costiero, risultando:
- rifugio per molte specie di flora e fauna e importanti aree di riproduzione e primo accrescimento per diverse specie ittiche
- fonte di ossigeno, al pari delle foreste pluviali, ed, al contempo, riescono a sequestrare grandi quantità di carbonio e quindi notevoli volumi di anidride carbonica dall’atmosfera.
- protezione della costa contro l’erosione, contribuendo all’equilibrio fisico di una grande porzione del litorale mediterraneo; la presenza di praterie, inoltre, compatta il fondo stabilizzandolo, impedendo così alle eventuali mareggiate di spostare o di far franare il sedimento cambiando così l’aspetto del fondale stesso.
Nonostante questo importante valore ecologico, la crescente pressione antropica presente sulla fascia costiera sta minacciando queste praterie che sono oggi soggette a forte regressione, un fenomeno tanto allarmante da aver portato all’inserimento della Posidonia oceanica tra le specie marine protette dalle Convenzioni di Berna e Barcellona e delle sue praterie tra gli habitat prioritari in base alla Direttiva Habitat.
Così come avviene per le piante terrestri, grandi quantità di foglie di posidonia cadono nel periodo autunno – inverno e, a causa delle forti mareggiate, insieme ad altre parti della pianta, si accumulano sulla spiaggia mischiandosi con la sabbia e formano delle strutture che prendono il nome di banquettes.
Questi accumuli di posidonia non sono rifiuti, né un segno di degrado ambientale e non rappresentano nemmeno un pericolo per la salute umana. Sono invece indice di un’alta qualità ambientale perché segnalano la presenza e la vicinanza di rigogliose praterie di questa importante pianta marina.
Lo spiaggiamento di Posidonia oceanica è quindi un fenomeno naturale e le banquettes, nonostante vengano percepite dai bagnanti come un rifiuto maleodorante, sono un habitat da tutelare. Purtroppo, i Comuni spesso scelgono la rimozione permanente degli accumuli, destinando questa biomassa vegetale a discariche e/o inceneritori, con pesanti oneri economici a carico della collettività. In Italia (in particolare in Sardegna), Spagna, Malta, ma soprattutto in Francia, comincia invece ad affermarsi una reale sensibilità verso la spiaggia ecologica, dove si predilige il mantenimento delle banquettes di posidonia in loco, riconoscendone a pieno il prezioso ruolo.