Intervista al Direttore generale Pietro Rubellini in occasione del varo del Polaris, nuovo catamarano per la ricerca oceanografica, grazie ai fondi del PNRR-PNC.
In occasione del varo il Direttore generale di ARPA Toscana, portando i saluti e il commento del Presidente SNPA Stefano Laporta che non ha potuto essere presente per impegni di lavoro, ha ricordato come il Sistema Nazionale di Protezione dell’Ambiente (SNPA) abbia lavorato per rappresentare ai Ministeri competenti le necessità delle varie Agenzie di effettuare monitoraggi funzionali alla tutela della “salute” dell’ambiente e dei cittadini.
Perché questo investimento importante per la tutela e la salute del mare?
La complessità dei problemi ambientali che oggi affrontiamo, come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’inquinamento, ci impone di adottare un approccio integrato che riconosca l’interdipendenza tra salute umana, animale e ambientale. È una logica che a livello europeo viene chiamata “One Health”, ovvero “salute unica”: la salute dell’ambiente è uguale alla salute dei cittadini. Se abitiamo e svolgiamo le nostre attività in un ambiente sano, anche noi saremo sani. Quindi, secondo questo approccio, il benessere e la sopravvivenza della specie umana sono legati strettamente al benessere del mare, che ora grazie a Polaris potremo tutelare con maggiore efficacia.
Quali vantaggi avrà l’Agenzia e la comunità toscana grazie a questo investimento?
Questa nuova imbarcazione, in sostituzione del Poseidon ormai obsoleto, rappresenta indubbi vantaggi sotto molteplici punti di vista, a partire dal concetto che abbiamo detto prima.
Per quanto concerne l’impatto ambientale, il Polaris ha consumi molto minori e conseguentemente anche la CO2 e le altre emissioni sono sensibilmente ridotte rispetto ad una imbarcazione vecchia di oltre 30 anni. Questo è possibile non solo per l’adozione di motori di più recente concezione, ma anche per le intrinseche caratteristiche nautiche di un multiscafo con pescaggio ridotto.
Dal punto di vista gestionale, il cospicuo investimento ha immediate ricadute positive con una drastica riduzione dei costi di manutenzione, che negli ultimi anni pesavano gravemente per i continui interventi di riparazione necessari al Poseidon.
Quali sono le caratteristiche principali della nuova imbarcazione?
Il Catamarano in alluminio ha una lunghezza di circa 16 metri ed è idonea alla navigazione litoranea entro le 12 miglia. La carena a catamarano consente un’altissima stabilità trasversale e una notevole riduzione delle oscillazioni e permetterà di svolgere in sicurezza rilievi batimetrici, campionamenti e tutte le altre attività in mare. L’operatività tecnica risulta migliore rispetto al passato, sia per l’ampio spazio disponibile sul ponte di poppa, sia per la velocità di navigazione, necessaria a raggiungere i punti di monitoraggio e non da ultimo per gli elementi di sicurezza a bordo nei confronti del personale imbarcato.
Inoltre, grazie alle sue caratteristiche, l’affidabilità della nuova imbarcazione incrementa notevolmente le prestazioni, potendo operare con una continuità temporale che prima era impossibile.
Perché la scelta di dotarsi di un catamarano in sostituzione di un battello oceanografico?
Il catamarano Polaris è comunque un battello oceanografico, non è un monoscafo come il Poseidon, ma un multiscafo che presenta indubbi vantaggi per l’utilizzo che è necessario ad ARPAT.
Il catamarano, per intrinseche caratteristiche fisiche permette una navigazione più veloce ed efficiente di un monoscafo, con conseguente riduzione dei consumi, aspetto ambientale a cui ARPAT pone la massima attenzione.
Altro aspetto dirimente nella scelta di tale configurazione è la disponibilità di uno spazio ponte di dimensioni significativamente maggiori, con la possibilità di una agevole movimentazione delle attrezzature di campionamento e di supporto alle attività subacquee.
Oltre al ponte e alla cabina di pilotaggio, gli spazi in coperta comprendono un piccolo laboratorio per la preparazione dei campioni, ovviamente cucina e dinette, ma anche con 2 cabine indipendenti attrezzate con tavolo studio e postazione per pc.
Lo scafo del Polaris, completamente in alluminio 5083, ha una lunghezza di 16 metri, larghezza di 6 e un pescaggio dello scafo limitato a 65 cm, per un dislocamento complessivo di 23 tonnellate. La velocità massima di crociera è di 24 nodi con una autonomia di 200 miglia nautiche.
L’unico limite operativo di un catamarano, rispetto ad un monoscafo, è rappresentato dalla possibilità di affrontare le situazioni di mare mosso o agitato, problema peraltro ininfluente in quanto le attività istituzionali di ARPAT richiedono che per i campionamenti o le attività subacquee le condizioni marine non siano estreme.
Perché la scelta di costruirlo invece di acquisirlo sul mercato?
Una imbarcazione con le caratteristiche richieste non era disponibile sul mercato perché, per le attività di monitoraggio e ricerca, sono richieste specifiche particolari non considerate, né presenti sulle comuni imbarcazioni da diporto che sono intese per un utilizzo diverso. Ad esempio, la presenza di un’area laboratorio per le analisi o la possibilità di calare e salpare attrezzature pesanti quali la benna o il box-corer.
Si è scelta inoltre una motorizzazione particolare che, quando necessario, permette all’imbarcazione di stazionare precisamente in un punto prefissato in modo automatico, indipendentemente dalle correnti o venti presenti: ciò permette di compiere rilevazioni molto precise, sia sulla colonna d’acqua, sia sul fondale marino.
Quali sono le strumentazioni in dotazione e a cosa servono rispetto alla mission dell’Agenzia?
Oltre alle strumentazioni standard, quali radar, GPS, ecoscandaglio, VHS, AIS, ecc., sul Polaris sono installati gli elementi di supporto per le operazioni di campionamento come l’archetto di poppa A-frame, la gru con braccio mobile e i verricelli per i cavi che permettono la movimentazione di vari strumenti: per esempio, le sonde multiparametriche per rilevare i parametri chimico-fisici nella colonna d’acqua, la benna e il box-corer per i prelievi sul fondale, i retini per la raccolta del plancton o delle microplastiche.
Altre strumentazioni oceanografiche vengono utilizzate dal Polaris per indagare e caratterizzare soprattutto le biocenosi ed il loro stato di conservazione, in particolare robot subacquei (ROV), ecoscandagli (MBES), videocamere filoguidate ed altre che possono essere acquisite in seguito.
Infine, sono anche predisposti gli accessi e gli elementi di supporto per le immersioni e l’attività dei subacquei che operano dal battello.