Un antibiotico è una sostanza chimica, naturale o di sintesi, in grado di eliminare i batteri o limitarne la crescita, contrastando così le malattie infettive.
Quando però l’assunzione di antibiotici è incontrollata la conseguenza principale è l’insorgenza di batteri antibiotico resistenti. E’ ormai riconosciuta a livello mondiale che le infezioni antibioticoresistenti stanno assumendo livelli di grande preoccupazione per la sanità pubblica Sono davvero tanti i batteri resistenti, metaboliti di antibiotici e residui di medicinali che finiscono anche nelle acque reflue urbane e negli impianti di depurazione delle acque.
Se è vero che la Resistenza Anti-Microbica ha origini naturali, è vero anche che la molteplicità e la diversità dei geni di resistenza e di batteri resistenti presenti nell’ambiente hanno una causa antropica. Basti pensare al largo uso degli antibiotici in campo veterinario, per esempio negli allevamenti intensivi, che è sempre stato considerato dall’OMS una prassi pericolosa e degna di attenzione.
La Water based epidemiology, cioè l’epidemiologia basata sul monitoraggio delle acque reflue, quale indicatore massivo di circolazione in ambiente di patogeni è una scienza abbastanza giovane, che è riconosciuta in ambito scientifico di grande validità in ambito di prevenzione e l’Unione Europea ne ha fatto ricorso durante la pandemia di SARS COV 2 emanando degli atti impositivi a tutti gli Stati membri sull’avvio di un sistema di sorveglianza in tal senso .
E’ per questo che il monitoraggio sia delle acque superficiali che primariamente di quelle reflue per individuare la presenza di antibiotici, microrganismi resistenti e geni di resistenza , al fine di aumentare le conoscenze disponibili sulla loro diffusione e implementare le strategie per prevenirla è una delle attività rientranti fra gli obiettivi prioritari del Piano Nazionale sul contrasto all’antibioticoresistenza dei prossimi 5 anni emanato dal Ministero della Salute e recepito a livello regionale a dicembre 2023.
Tale piano regionale individua in Arpa Liguria il soggetto che monitora il territorio con la ricerca e la successiva identificazione delle specie microbiche antibiotico resistenti presenti nell’ambiente.
Grazie anche al nuovo laboratorio di biologia molecolare, avviato dal 2020 in piena pandemia, l’agenzia ligure è in grado infatti di svolgere anche sequenziamenti genici, come richiesto dall’Istituto superiore di Sanità e in collaborazione con l’Università di Genova ha attivato anche dottorati di ricerca presso i laboratori Arpa Liguria di Genova per la messa a punto del metodo che sarà esteso a livello nazionale, al momento ancora in forma sperimentale .
Dal 2025 il protocollo di sorveglianza dovrà entrare a pieno regime e Arpa Liguria partirà con la sorveglianza sistematica dei principali depuratori per valutare la prevalenza dell’antibiotico resistenza nell’ambiente in associazione alla sorveglianza ospedaliera e nelle strutture sanitarie della Liguria .
Anche nel periodo del Covid l’apporto metodologico del laboratorio di biologia molecolare di Arpa Liguria per la messa a punto del protocollo sulla ricerca del virus nei depuratori regionali è stato fondamentale per l’adozione a livello nazionale del protocollo ufficiale di sorveglianza ambientale virale .
Arpa Liguria e la regione, inoltre, grazie al suddetto laboratorio, sono entrati da due anni ufficialmente a far parte nella rete di sorveglianza ambientale mondiale dell’OMS sulla circolazione del poliovirus nei reflui. I controlli avvengono due volte al mese sui tre principali depuratori della Liguria con lo scopo di individuare una presenza rilevante o meno di polio virus .