Dopo il tragico incidente dello scorso 9 aprile, la Regione Emilia-Romagna ha chiesto un impianto tecnologicamente avanzato per prelevare l’acqua entrata nella centrale di Bargi. Circa 50.000 metri cubi di liquidi che verranno purificati, trattati e analizzati prima di essere reimmessi nel lago di Suviana (BO), sulla base delle prescrizioni redatte da Arpae.
Con un’ordinanza a firma del presidente Stefano Bonaccini, la Regione ha stabilito le regole per l’adozione della Via (Valutazione di impatto ambientale) e del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) attraverso cui si autorizzerà la realizzazione e l’esercizio, da parte di Enel Green Power Italia srl, dell’impianto necessario a trattare le acque contenute all’interno della centrale. Obiettivo, accelerare il prima possibile le operazioni, al fine di ripristinare lo stato dei luoghi. La Regione approverà la Via e il Paur con decreto del presidente; Enel Green Power Italia ha presentato oggi l’istanza di Paur per avere, entro 25 giorni al massimo, l’autorizzazione dell’impianto. Autorizzazione prevista per il tempo strettamente necessario allo svuotamento della centrale, e comunque non oltre 180 giorni, comprensivi della dismissione dell’impianto e del ripristino dello stato dei luoghi.
Enel Green Power, una volta ottenuta l’autorizzazione unica regionale, avrà l’obbligo di caratterizzare le acque presenti nel manufatto della centrale in base ai parametri indicati e presenterà gli esiti alla Regione e ad Arpae prima dell’avvio delle operazioni di scarico delle acque nel lago.
Per rispettare le prescrizioni il progetto prevede la realizzazione di un impianto tecnologicamente avanzato per prelevare l’acqua, che verrà purificata con passaggi successivi attraverso vasche di equalizzazione, filtri a carboni attivi e filtri assorbenti. La restituzione delle acque, filtrate dall’impianto di trattamento, al lago avverrà solo a valle di una serie di controlli stringenti da parte degli organismi preposti sulla qualità delle acque stesse. Acque che presenteranno caratteristiche migliori rispetto alle già buone condizioni ecologiche e chimiche storicamente riscontrate nel lago di Suviana. Le operazioni per il completo svuotamento della centrale richiederanno circa 6-8 settimane dalla messa in esercizio dell’impianto, una volta concluso l’iter autorizzativo.
Arpae e gli oltre 130 parametri con i limiti da rispettare
Arpae ha supportato la Regione nel definire le prescrizioni che dovranno essere rispettate per la re-immissione nell’invaso di Suviana delle acque attualmente contenute nella centrale di Bargi. L’obiettivo è mantenere l’attuale livello di qualità “buono” delle acque dal punto di vista sia ecologico che chimico, anche ai fini dell’approvvigionamento di acqua potabile.
Arpae ha predisposto una tabella contenente 137 parametri (dal naftalene allo stirene, dal boro al selenio, dal vanadio al nitrato, per citarne alcuni) con i rispettivi limiti, che le acque da reimmettere dovranno rispettare: tra le sostanze che certificano la qualità sono compresi microinquinanti organici, metalli e Pfas. I limiti da rispettare per i 137 parametri sono estremamente restrittivi, nella maggior parte dei casi riferibili al limite di quantificazione dei migliori metodi e delle tecnologie analitiche accreditate. Alcuni parametri verranno monitorati da Enel in continuo, con una strumentazione posizionata in linea sullo scarico dell’impianto di trattamento; altri, per i quali la misura non è possibile con strumentazione in continuo, verranno controllati con un campionamento quotidiano. Arpae effettuerà inoltre ulteriori campionamenti per la verifica della qualità dello scarico. Pur essendo l’impianto progettato per garantire continuità e sicurezza nella filtrazione, Enel ha anche predisposto un’analisi del rischio residuale, basata su un modello idrodinamico del lago e sulle condizioni meteo-climatiche, con incluso un protocollo operativo per gestire tutte le possibili operazioni in caso di inatteso malfunzionamento dell’impianto.
Le acque contenute nella centrale verranno trattate con operazioni di equalizzazione, disoleazione e filtrazioni di tipo fisico e chimico-fisico, per intercettare i diversi possibili contaminanti: oli/idrocarburi, contaminanti organici, metalli, e così via. Arpae ha già effettuato le analisi dei 137 parametri nelle acque del bacino di Suviana per definire lo stato attuale delle acque (bianco) e porterà avanti una campagna di monitoraggio in diverse giornate e punti di campionamento durante il periodo di funzionamento dell’impianto, come ulteriore verifica.
Una volta installato l’intero impianto, verranno effettuati tutti i test necessari; solo quando saranno verificati il buon funzionamento e il rispetto dei limiti prescritti per i parametri potrà essere avviato il flusso di immissione delle acque trattate nel lago. Qualsiasi eventuale parametro non coerente con quanto richiesto comporterà la reimmissione dell’acqua all’interno della centrale per un ulteriore filtro.
Infine, il Gruppo Hera continua le attività di monitoraggio anche attraverso controlli analitici aggiuntivi, ampiamente sopra lo standard, relativamente al processo di potabilizzazione del proprio impianto che preleva l’acqua dal lago di Suviana e garantisce il servizio idrico per i comuni di Alto Reno Terme (frazione di Porretta), Castel di Casio, Gaggio Montano, alcune frazioni di Grizzana Morandi e di Vergato.
Per approfondire:
- vai alla notizia “Le attività di Arpae a tutela dell’invaso di Suviana” (6/5/2024)
- vai al comunicato stampa della Regione Emilia-Romagna