Le Prefetture di Napoli e Caserta dedicano notevole attenzione in questi mesi al contrasto dei roghi illeciti di rifiuti, in particolare nei territori che ricadono nella cosiddetta “Terra dei fuochi”. L’Arpa Campania è tra le forze sul campo che contribuiscono ad arginare il fenomeno, impegnata non solo negli interventi in emergenza per gli incendi, ma anche nel supporto alle attività investigative per la repressione delle forme di gestione illegale dei rifiuti e in attività informative ed educative per promuoverne la corretta gestione.
Lo scorso giugno, con incontri che si sono tenuti ad Acerra e a Caserta, i prefetti Michele Di Bari e Giuseppe Castaldo, anche con la partecipazione del presidente della Conferenza episcopale campana, mons. Antonio Di Donna, hanno riunito un’ampia squadra di istituzioni per lavorare sulla prevenzione, in particolare in estate, delle condotte che contraddistinguono il fenomeno “Terra dei fuochi”, soprattutto smaltimento e combustione illecita di rifiuti.
Molti i sindaci coinvolti, oltre ai vertici locali delle Forze dell’ordine e alle istituzioni scolastiche e universitarie. Per l’Arpa Campania hanno partecipato il direttore generale Stefano Sorvino e il direttore tecnico Claudio Marro. Nel corso dell’incontro tenutosi lo scorso 27 giugno a Caserta, l’incaricato del Governo per il contrasto ai roghi di rifiuti in Campania, viceprefetto Ciro Silvestro, ha ricordato che il fenomeno è in calo: nel 2023 sono stati censiti meno di mille incendi in novanta comuni; negli anni immediatamente pre-Covid erano oltre 2mila all’anno, mentre prima del 2014, anno dell’approvazione del protocollo sulla Terra dei fuochi, si conteggiavano circa 4mila roghi all’anno.
L’Incaricato ha ricordato che quelle piccole aziende che sono abituate a lavorare fuori dalle regole trovano rischioso ormai, visti i controlli con i droni, abbandonare i rifiuti per strada. Sono scomparsi molti siti dove tradizionalmente venivano abbandonati i rifiuti, ma questo non esclude il rischio che le stesse aziende si affidino alle grandi filiere dei traffici illeciti, o anche ad aziende più grandi che hanno maggiore possibilità di smaltire illecitamente i residui dell’attività produttiva. Si assiste così a stoccaggi selvaggi, a strane miscelazioni, su cui si concentrano gli interventi della magistratura.
Permangono del resto terreni oggetto di abbandoni selvaggi e di incendi, come dimostrano gli eventi occorsi nelle ultime settimane in territori come Napoli Est e Giugliano. Ma la corretta gestione dei rifiuti è anche un compito di tutti i cittadini: per questo sempre più nei tavoli per il contrasto agli illeciti ambientali vengono coinvolte anche le scuole e le università, in modo da creare una diffusa cultura della sostenibilità per fare da argine a comportamenti superficiali, che sono spesso l’anticamera dell’illegalità.