Le specie invasive sono la seconda causa di perdita di biodiversità dopo la frammentazione degli habitat e il mantenimento di comunità diversificate e stabili di specie autoctone rende gli ambienti più resilienti ai cambiamenti climatici. Il contrasto in modo attivo alle specie esotiche invasive diventa quindi di fondamentale importanza per il mantenimento del funzionamento degli habitat naturali.
Arpa Veneto ha organizzato il 29 e 30 ottobre la prima edizione del corso “Macrofite esotiche invasive in ambito fluviale e lacustre e loro contrasto”, con relatrice Maria Rita Minciardi dell’Enea di Saluggia (VC), che si è focalizzato sullo studio di due specie altamente invasive in Veneto, Lagarosiphon major e Ludwigia hexapetala.
Lagarosiphon major, in passato commercializzata come pianta ossigenante per acquari e laghetti ornamentali, è una pianta originaria dell’Africa meridionale che è in grado di crescere in modo massivo e modificare i parametri ambientali dei siti che colonizza da un punto di vista chimico e fisico, e ormai viene abitualmente rilevata durante i monitoraggi eseguiti sul lago di Garda a diversi intervalli di profondità.
Ludwigia hexapetala, nativa dell’America centrale e meridionale introdotta in Europa come pianta ornamentale, colonizza rapidamente ambienti acquatici e ripari formando densi tappeti nell’ambiente naturale ed è stata rilevata in Veneto in alcuni siti situati in zone di pianura; la diffusione della specie è facilitata laddove gli ambienti sono già disturbati.
Il corso si è rivolto a operatori di Arpa Veneto che effettuano campionamenti nei fiumi e nei laghi, ma anche ha coinvolto chi lavora nella valutazione dei Piani di monitoraggio ambientale delle grandi opere, VIA e VINCA. Ha inoltre visto il coinvolgimento di tecnici di altre Agenzie (Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) che operano su tematiche analoghe, oltre che dell’Università di Padova.
Dopo una prima carrellata sulle specie esotiche invasive presenti in ambito fluviale e lacustre nel territorio italiano e la presentazione di due casi tipo in Veneto, l’evento ha preso un taglio più operativo lasciando ampio spazio al confronto e alle indicazioni tecniche derivanti dalle esperienze già affrontate e risolte sul territorio italiano.
L’obiettivo è stato quello di fornire strumenti utili per poter contribuire in modo attivo al contrasto alla diffusione delle specie vegetali esotiche invasive nei corpi idrici fluviali e lacustri. In quest’ottica diventa fondamentale il contributo delle Agenzie all’interno di una collaborazione tra i diversi soggetto coinvolti nella gestione delle specie invasive – amministrazioni locali, Regioni, Agenzie, Università e cittadini – per un’attività di contrasto.