Neve, valanghe, temperature e stato di salute dei ghiacciai: il bilancio Snpa dell’ultima stagione invernale

In occasione della Giornata Internazionale della Montagna, che si celebra ogni 11 dicembre a partire dall’anno della sua istituzione nel 2003, è fondamentale riflettere sul ruolo cruciale delle Alpi, e in generale delle montagne che caratterizzano il 35% del territorio italiano.

Le Alpi sono definite “sentinelle del cambiamento climatico”, perché rappresentano un ecosistema altamente sensibile alle variazioni climatiche e un indicatore precoce degli impatti ambientali su scala globale.

I dati raccolti, infatti, evidenziano come questo ecosistema fragile e prezioso stia subendo trasformazioni profonde, con effetti che si ripercuotono sull’intero pianeta.

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente è impegnato quotidianamente in attività di monitoraggio e ricerca per studiare le dinamiche climatiche e comprendere meglio i fenomeni che influenzano le nostre montagne, anche nell’ottica di offrire strumenti e informazioni utili per la stesura di piani di adattamento e mitigazione.

Il bilancio Snpa dell’ultima stagione invernale

Più neve in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia rispetto agli ultimi 20 anni, con precipitazioni concentrate prevalentemente all’inizio della primavera. Nella norma, invece, l’innevamento in Veneto, malgrado i periodi molto caldi e una forte riduzione di volume del manto nevoso. In Trentino, invece, si osserva una riduzione della nevosità naturale, più evidente alle quote minori, accompagnata da una fusione anticipata e da una minore durata della copertura nevosa al suolo.

Dopo un trend siccitoso lungo i mesi invernali (dicembre, gennaio e febbraio), successivamente variato da una primavera ricca di precipitazioni e temperature miti, si è registrato un generale recupero e mantenimento dell’innevamento medio.

Aumenta il rischio valanghe in tutto l’arco alpino con un numero crescente di giorni classificati con grado di pericolo 3-marcato e 4-forte tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
Le alte temperature estive prolungano lo stato di crisi dei ghiacciai registrato, in modo particolare, negli ultimi due anni in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Trentino.

Meno severa la perdita di massa in Valle d’Aosta, più accentuata in Lombardia anche se mitigata dalle nevicate autunnali di quest’anno che hanno interessato tutto l’arco alpino.

Si registra comunque una costante tendenza al ritiro dei ghiacciai.


Neve

Per la prima volta dopo 5 anni si è registrato in Piemonte un surplus di neve fresca nella stagione invernale 2023-24 pari al 20-40% in più rispetto alla media trentennale (1991−2020). Il surplus è maggior a nord della regione. Peculiare, tuttavia, il periodo in cui si sono svolte le nevicate: concentrate soprattutto a partire dal mese di marzo fino a maggio favorendo un ottimo innevamento su tutti i settori.

Stessa situazione è stata registrata anche in Valle d’Aosta, dove la stagione invernale 2023/24, rispetto a quella precedente, è stata mediamente più ricca di precipitazioni: sui ghiacciai monitorati si è registrato un accumulo di acqua nella neve nettamente superiore a quello della stagione 2022/23, e coincide anche con i valori più alti della serie storica di monitoraggi (valore massimo per il ghiacciaio del Timorion registrato a partire dal 2001 e secondo per il ghiacciaio del Rutor registrato in 20 anni).

Dinamica simile anche in Lombardia con un innevamento in eccedenza rispetto alla media degli ultimi 24 anni, grazie alle abbondanti precipitazioni e temperature più miti arrivate tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Nelle tre regioni, il periodo di fusione è iniziato mediamente più tardi rispetto all’anno precedente: dopo un avvio dell’anno 2024 con temperature superiori alle medie storiche, i mesi di aprile e maggio sono stati caratterizzati da valori di temperatura nella media, o addirittura più bassi, favorendo la conservazione del manto nevoso (il periodo di fusione in Piemonte è iniziato a luglio inoltrato, in Valle d’Aosta da fine maggio).

Valanghe

In Piemonte l’allerta massima per le valanghe si è registrata durante la settimana di Pasqua 2024. Nella stagione invernale 2023/24 sono stati registrati 6 incidenti in valanga con 13 persone travolte con un ferito e due persone decedute. Quasi la totalità di incidenti, 5 casi su 6, è avvenuta con grado di pericolo 4-Forte; si tratta di un dato rilevante, che assume ancora più peso se si considera che in tutti i distacchi sono stati provocati su pendii molto ripidi, con inclinazione superiore a 35°.

Durante la stagione 2023-2024 in Valle d’Aosta sono stati registrati 13 incidenti da valanghe (non è il numero complessivo, ma sono quelli per i quali è stato possibile raccogliere dati sufficienti a chiarire e caratterizzare i fatti), con 29 persone coinvolte, di cui 19 illese, 8 ferite e 2 decedute. Da sottolineare che quasi il 50% degli incidenti è avvenuto nelle prime due settimane di gennaio.

In Lombardia si è registrata una maggior criticità del rischio valanga rispetto alla stagione precedente, con un numero crescente di giorni classificati con grado di pericolo 3 marcato e 4 forte.

Ghiacciai

Il 2024 è stato un anno relativamente negativo per il glacialismo alpino in Lombardia, considerando la forte riduzione di volume degli ultimi due anni. Le abbondanti precipitazioni primaverili non sono state sufficienti a compensare l’impatto estivo, segnando in negativo il bilancio glaciologico lombardo con modeste perdite di massa. Fortunatamente le prime nevicate autunnali di fine settembre hanno bloccato questo trend negativo.

Meno severa la perdita di massa dei ghiacciai valdostani: nonostante il bilancio degli apparati glaciali monitorati risulti sempre negativo, i generosi apporti tardo invernali e l’andamento delle temperature primaverili e tardo estive hanno in parte mitigato i fenomeni di ablazione sui ghiacciai, che comunque denotano una costante tendenza al ritiro.

Anche in Piemonte nel complesso il 2024 risulta meno negativo rispetto alle annate precedenti, di cui il 2022 e il 2023 hanno rappresentato un estremo in termini di perdite di ghiaccio. Dove è stato possibile misurarlo, l’arretramento è risultato contenuto e la perdita di massa, pur avvenuta, è stata un po’ sotto la media trentennale.


Piemonte

Rendiconto nivometrico 2023/24

Bollettino valanghe

Giornata internazionale della montagna: approfondimenti per la regione Piemonte

Valle d’Aosta

Bilancio di massa dei ghiacciai valdostani 2023/24

Rendiconto nivometeorologico 2023/24 (a cura Fondazione Montagna Sicura)

Come sta il permafrost nell’area alpina?

Veneto

Bollettini valanghe

Rendiconto nivometrico 2023/24

Campagne glaciologiche estive

Liguria

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Lombardia

Bollettino neve e Valanghe

Rapporto stato ambiente su neve e ghiacciai

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