Il rapporto “Specie chimiche nel particolato (PM2.5) in atmosfera” nasce con l’obiettivo di studiare i principali costituenti chimici che caratterizzano le polveri aventi un diametro inferiore a 2,5 µm (PM2.5). Approfondire la conoscenza delle proprietà degli inquinanti atmosferici e dei loro impatti su ambiente e salute è infatti uno dei compiti fondamentali di Arpae.
Il rapporto è frutto di misure non convenzionali che affiancano quelle quotidiane svolte dalla Rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria. I dati provengono da quattro stazioni posizionate in quattro località della regione che rappresentano le diverse tipologie di background urbano e rurale: Bologna (via Gobetti) – area centrale e metropolitana; Parma (Cittadella) – area occidentale e più interna della pianura; Rimini (Marecchia) – area orientale/costiera; Molinella (BO) – area rurale.
Le specie analizzate sono carbonio organico ed elementare, ammonio, nitrato, solfato. Viene misurata anche la concentrazione di levoglucosano, una sostanza che, pur non essendo presente in quantità elevate in atmosfera, è un importante marker che permette di tracciare la combustione della legna.
Anche quest’anno il rapporto viene presentato in forma dinamica/interattiva, consultabile al link. La versione in PDF sarà pronta a Gennaio 2025.
Nel 2023 quasi tutte le specie considerate si confermano a valori inferiori rispetto alla media dei dati dall’inizio delle misure, cominciate nel 2013. In particolare, il carbonio elementare, che si può considerare tracciante delle sorgenti primarie di combustione (come il traffico veicolare), mantiene il suo andamento di costante diminuzione negli anni.
Osservando la variazione del peso percentuale delle specie nei singoli siti si osserva un incremento a Parma e a Bologna per Carbonio Organico, Nitrato, Solfato e Ammonio. Sembra quindi che il calo del contributo alla massa del particolato delle sorgenti primarie (ossia emesse direttamente), suggerito dall’andamento del Carbonio Elementare, non sia stato seguito in egual misura da un calo del contributo della frazione secondaria del particolato (cioè che ha subìto modifiche in atmosfera).
Il Levoglucosano, tracciante della combustione della legna, è in calo rispetto alla media storica (2013-2022) nei siti urbani di Bologna, Parma e Rimini, è in controtendenza solo il sito rurale di Molinella (Bo).