Linee guida di Arpa Toscana per una rete di monitoraggio delle acque sotterranee in impianti produttivi

Presentate, presso la Direzione di ARPA Toscana, le “Linee guida per la predisposizione di una rete di monitoraggio delle acque sotterranee in sistemi a media e bassa permeabilità in impianti produttivi e interpretazione preliminare dei dati” (di seguito Linee guida), un documento frutto di un lavoro congiunto e condiviso dall’Agenzia e dall’Ordine dei geologi della Toscana ed espressione di un’importante collaborazione tra Pubblica Amministrazione (PA) e mondo della libera professione. Tutti concordi nel ritenere che questo documento sia un valido sussidio nello svolgimento dell’attività lavorativa e sia uno strumento utile per tutelare l’ambiente.

Chiara Lapira, geologa di ARPAT e coordinatrice della Commissione Ambiente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, ha moderato la giornata chiarendo, nella sua introduzione, la natura e le finalità del lavoro svolto da ARPAT e Ordine dei geologi. Le attività produttive possono determinare un impatto sul suolo e sottosuolo che si riflette sulle acque sotterranee, per questo, è importante monitorare le acque sotterranee potenzialmente impattabili dagli effluenti dei processi produttivi con presidi ambientali ubicati in maniera strategica, affinché potenziali forme di inquinamento possano essere circoscritte prima che si diffondano e coinvolgano ampie porzioni di suolo con scarse possibilità di ripristino della situazione preesistente all’inquinamento.

Con le linee guida si punta a

  • fornire indirizzi di buona tecnica da impiegare nelle attività di caratterizzazione e certificazione dello stato di qualità sito-specifico, per la matrice acque sotterranee del sottosuolo.
  • mettere a regime una rete di monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee in corpi idrici a media e bassa permeabilità, che per le loro caratteristiche peculiari poco si adattano alle normali procedure di campionamento degli acquiferi produttivi.

Fabrizio Franceschini, geologo di ARPAT, nel suo intervento, ha fatto una panoramica completa e ragionata sulle motivazioni che hanno portato ad elaborare le linee guida mentre altri colleghi hanno raccontato casi studio di particolare interesse, come quello descritto dal collega, geologo, Stefano Menichetti, che ha presentato il lavoro pluriennale svolto dall’Agenzia sulla falda di Prato.

In quest’area è presente il distretto tessile di Prato, che è una delle aree industriali più importanti della Toscana. Da un punto di vista geografico interessa l’area di piana alluvionale urbanizzata della città di Prato e territori limitrofi e le zone in contesto appenninico della valle del Bisenzio. Il tessuto urbano è storicamente misto residenziale/industriale con predominanza di imprese medio-piccole con struttura parcellizzata sul territorio. In questo territorio l’attività produttiva è stata favorita dalla presenza di una ricca risorsa idrica sotterranea ma l’uso di sostanze chimiche utilizzate nel processo industriale ha comportato un depauperamento, dal punto di vista qualitativo, della risorsa idrica. Infatti, la più diffusa sostanza riscontrata nelle acque sotterranee, a partire dagli anni ’90, è il percloroetilene la cui presenza è stata segnalata in studi di vari enti e università. Da diversi anni, ARPAT conduce un monitoraggio su numerosi pozzi, mappando i livelli della contaminazione. I risultati ottenuti hanno permesso di delineare un quadro generale che si presenta complesso includendo zone dove la contaminazione è localmente concentrata ed altre dove è diffusa su aree più vaste. L’Agenzia sottolinea l’importanza della realizzazione di una rete di monitoraggio con piezometri distribuiti sul territorio, che potrà consentire l’individuazione delle aree sorgente di alimentazione della contaminazione stessa da affiancare al monitoraggio dei pozzi già in atto.

La giornata si è conclusa con gli interventi del geologo Massimo Pellegrini, che ha condiviso la sua esperienza di lavoro presso la discarica di Casa Sartori a Montespertoli e del geologo Luca Bocini , che ha presentato due progetti di sistemi di monitoraggio della falda superficiale in impianti di gestione rifiuti e di attività industriali nella provincia di Pisa.

Visualizza le “Linee guida per la predisposizione di una rete di monitoraggio delle acque sotterranee in sistemi a media e bassa permeabilità in impianti produttivi e interpretazione preliminare dei dati”.

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