ARPA Toscana ha preso parte al workshop finale del progetto SECUREFOOD2050 (“Improving resilience and food security in 2050 climate through soilless precise agricultural techniques and irrigation with wastewater properly treated by innovative technologies to ensure food safety) finanziato nell’ambito del Programma ERA-NET Cofund on Food Systems and Climate FOSC.
Il workshop, tenutosi presso l’Università degli studi di Firenze, ha avuto come focus la presentazione dei risultati del progetto e la discussione di approcci innovativi per una gestione più sostenibile delle risorse naturali nel settore ortofrutticolo, in un contesto di cambiamenti climatici. Il progetto mira a promuovere l’utilizzo in agricoltura di “acque reflue trattate” e “materiali riciclati”, seguendo un approccio di economia circolare per garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti in un clima che cambia.
Il Direttore generale di ARPA Toscana, Pietro Rubellini, ha evidenziato, nel suo intervento, una marcata accelerazione dei cambiamenti climatici, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, sottolineando che “il regime delle precipitazioni è diverso rispetto al passato; il clima mediterraneo presentava una prevedibilità delle stagioni che ha permesso la crescita e lo sviluppo dell’agricoltura, oggi, purtroppo, quel clima è cambiato, perché ha subìto più rapidamente gli effetti dei cambiamenti climatici, e a risentirne è anche il settore agricolo.”
L’intensificarsi e la concentrazione delle precipitazioni in brevi periodi (estremizzazione delle piogge), che sono effetti del cambiamento climatico, hanno modificato negativamente la ricarica delle falde acquifere. La maggior parte delle piogge rimane a livello superficiale, non viene assorbita dal suolo e se ne va via per ruscellamento superficiale, con conseguenti problemi di bilanciamento tra la ricarica e lo sfruttamento della risorsa idrica. Questo squilibrio comporta una minore disponibilità di acqua sotterranea.
Rubellini ha, poi, concluso, presentando l’esempio della Val di Cornia, dove l'”over-pumping” (eccessivo pompaggio) ha causato un depauperamento della falda. La riduzione del livello della falda ha favorito l’ingresso del cuneo salino (acqua salmastra dal mare), peggiorando la qualità della risorsa idrica, infatti, l’irrigazione con acqua salmastra provoca nel tempo l’eccessiva salinizzazione del suolo, con effetti disastrosi sull’agricoltura.