Serie di incontri tra Arpa Campania e i sindaci della Terra dei fuochi, organizzati dal viceprefetto anti-roghi Michele Campanaro. «Campania scenario difficile», ha detto il commissario Arpac Stefano Sorvino. «Siamo sottodimensionati, ma non lasciamo nulla di intentato».
L’Arpa Campania ha preso parte nei giorni scorsi a una serie di focus tematici organizzati dall’incaricato del governo per il contrasto ai roghi di rifiuti, il viceprefetto Michele Campanaro. Lo scopo: riunire tutti i sindaci dei novanta comuni della Terra dei fuochi, e portarli a confronto con gli organismi che hanno poteri di polizia o funzioni tecniche in questo territorio. Così agli incontri hanno partecipato, tra gli altri, esponenti dell’Esercito, impegnato sul fronte anti-roghi con l’operazione Strade sicure, inoltre della Regione e appunto dell’agenzia ambientale.
Ai primi due incontri, che si sono tenuti il 13 e il 14 luglio nella sede della Prefettura di Napoli, è intervenuto Alberto Grosso, responsabile Arpac della Sezione regionale del catasto rifiuti, mentre al terzo e ultimo focus, che ha avuto luogo il 17 luglio nella Sala delle conferenze della Prefettura di Caserta, ha partecipato Claudio Marro, dirigente dell’Unità operativa complessa Monitoraggi e controlli. A precederli, il saluto istituzionale del commissario Arpac Stefano Sorvino.
Alla presenza, tra gli altri, del prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, del capo della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Maria Antonietta Troncone, del presidente dell’Anci Campania e del sindaco di Afragola Domenico Tuccillo, Sorvino ha descritto le criticità ambientali della Campania come uno «scenario difficile, che mette senz’altro l’agenzia ambientale sotto stress. La nostra sensazione è che Arpac sia sottodimensionata rispetto ai compiti che deve fronteggiare – ha aggiunto il commissario dell’Agenzia nell’incontro dello scorso 17 luglio -. Ciò nonostante, abbiamo il dovere di non lasciare nulla di intentato».
Sorvino ha elencato le principali attività di Arpac in Terra dei fuochi: dai controlli messi in campo dopo l’approvazione della legge 6 del 2014, al supporto agli organi giudiziari per la repressione dei reati collegati al ciclo dei rifiuti, fino alla formulazione delle linee guida per la rimozione dei rifiuti abbandonati sul territorio.
Proprio le linee guida sono state al centro dell’intervento dell’agenzia ambientale, che ne ha illustrato i contenuti agli amministratori locali presenti. Spesso sono infatti proprio i Comuni che devono farsi carico di rimuovere i rifiuti sversati sul territorio. Questo perché non di rado gli scarti giacciono su strade pubbliche, oppure su terreni privati i cui proprietari, però, non eseguono le ordinanze di rimozione. A disposizione delle amministrazioni comunali c’è appunto il manuale operativo stilato da Arpac. Il testo delle linee guida è disponibile sul sito istituzionale dell’Agenzia.
A Dimitri Dello Buono, capo della segreteria del vicepresidente della Giunta regionale della Campania, Fulvio Buonavitacola, è spettato descrivere il Piano regionale per il contrasto agli abbandoni e ai roghi di rifiuti, adottato a fine 2016. Molteplici i sistemi di sorveglianza previsti dal Piano, per rilevare rapidamente gli sversamenti di rifiuti. Si va dal monitoraggio aereo con l’utilizzo di droni, alla perlustrazione del territorio da parte delle forze di polizia, fino alla videosorveglianza con telecamere a circuito chiuso e infine alla raccolta delle segnalazioni dei cittadini, in tempo reale, con un’apposita applicazione per smartphone. Il Piano anti-roghi della Regione è un documento complesso, che prevede, oltre al sistema di contrasto ai nuovi sversamenti, anche un forte supporto ai Comuni nella rimozione dei rifiuti che purtroppo già sono stati depositati illegalmente sul territorio.
In rappresentanza dei sindaci, il primo cittadino di Afragola ha ricordato alle autorità presenti alcuni nodi problematici che i Comuni si trovano a dover sciogliere, quando si tratta di fronteggiare il fenomeno degli abbandoni e dei roghi di rifiuti. In particolare, il dito è puntato sulla lunghezza dell’iter amministrativo necessario per rimuovere gli scarti abbandonati, oltre che sul costo della rimozione, che spesso ricade sugli stessi Comuni. Infine, in molti contesti locali le forze della polizia municipale sono insufficienti per perlustrare il territorio ed evitare abusi.
Tra le associazioni presenti agli incontri, i Corpi civili di pace, giovani volontari, convenzionati con il Servizio civile nazionale, che intervengono nei conflitti ambientali con strumenti di partecipazione ed educazione civica.