L’esperienza del protocollo di gestione dell’amianto del Terzo Valico dei Giovi

Ad oggi l’esperienza del Protocollo gestione amianto, al cui gruppo di lavoro partecipano Arpa Piemonte e Arpa Liguria, affrontata per il progetto del Terzo Valico dei Giovi, rappresenta una modalità organizzativa e metodologica positiva e a garanzia della sorveglianza dell’opera, oltre che un’esperienza pilota a cui far riferimento anche per i progetti futuri.

La linea ferroviaria alta velocità/alta capacità Milano-Genova “Terzo Valico dei Giovi” parte dal nodo di Genova e si sviluppa lungo la direttrice Genova-Milano, fino a Tortona, e lungo la direttrice Alessandria-Torino, fino a Novi Ligure. Ha l’obiettivo di potenziare i collegamenti del sistema portuale ligure con le principali linee ferroviarie del Nord Italia e con il resto d’Europa, consentendo di trasferire quote consistenti di traffico merci dalla strada alla rotaia, in coerenza con la strategia di privilegiare modalità di trasporto ecosostenibili.

Il progetto Terzo Valico dei Giovi rientra nell’ambito del I Programma delle infrastrutture strategiche di cui alla deliberazione CIPE n.121/2001 e facente parte degli interventi connessi con l’asse ferroviario Ventimiglia – Genova – Novara – Milano (Sempione). È stato approvato con prescrizioni e raccomandazioni dalla delibera CIPE n. 80/2006.

La progettazione e la realizzazione della linea ferroviaria è affidata a Cociv, il Consorzio Collegamenti Integrati Veloci. L’opera interessa due regioni, Piemonte e Liguria, di cui attraversa le province di Alessandria e Genova sviluppandosi per circa 54 km (13 km in territorio ligure e 41 km in territorio piemontese).

Dal 2013 Arpa Piemonte e Arpa Liguria svolgono un’attività di accompagnamento ambientale per il progetto, fornendo il supporto tecnico scientifico nell’ambito dell’attività istruttoria, all’Osservatorio ambientale e gestendo tavoli tecnici tematici per verificare la corretta attuazione del Piano di monitoraggio e del Sistema di gestione ambientale.

Arpa Piemonte e Arpa Liguria dal 2013 forniscono inoltre il proprio supporto tecnico scientifico ai gruppi di lavoro tematici coordinati dai componenti regionali dell’Osservatorio ambientale sui temi amianto e idrogeologia che rappresentano per l’opera matrici di particolare criticità.

In particolare l’attività del gruppo di lavoro tematico “Gestione del rischio amianto” ha portato alla redazione a marzo del 2014 del Protocollo di gestione amianto (approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con determina prot. DVA-2014-0011755 del 23/04/2014).


Il protocollo di gestione amianto

L’esperienza del gruppo di lavoro “Gestione del rischio amianto”, attivato presso l’Osservatorio Ambientale, nasce in ambito di una legge regionale del Piemonte (l.r. n. 4 del 21 aprile 2011 Promozione di interventi a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture. Cantieri – Sviluppo – Territorio) per cui la Regione, attraverso lo strumento della concertazione e della consultazione, interviene a favore dei territori interessati dalla realizzazione di grandi infrastrutture al fine di limitarne gli impatti, cercando di armonizzare mitigazioni e compensazioni con opere di accompagnamento.

La necessità di approfondimenti rispetto al tema amianto viene esplicitata dalla delibera CIPE N.80/2006 di approvazione del progetto definitivo che definisce gli aspetti da analizzare in maniera più dettagliata rispetto al progetto approvato.

Il Protocollo di gestione amianto è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (con determina prot. DVA-2014-0011755). Successivamente (con determina prot. DVA-2014-0021283 del 27/06/2014) il Ministero ha prescritto:

  • il recepimento di “…ogni eventuale considerazione dai lavori svolti dai gruppi tecnici attivati presso l’osservatorio ambientale relativi alla Gestione Rischio Amianto...”;
  • di “…attuare le procedure previste per la campionatura delle fronti di scavo in galleria e sui cumuli di smarino e per il monitoraggio della qualità dell’aria contenute nel documento “Protocollo gestione amianto” del 18/03/2014 e delle sue eventuali revisioni”.

Ad oggi l’attività svolta si è arricchita dell’esperienza maturata in oltre quattro anni di impegno del gruppo di lavoro “Gestione del rischio amianto”. I nuovi dati geologico-stratigrafici e analitici acquisiti dai sondaggi geognostici e le numerose indagini eseguite sui materiali in fase di scavo hanno portato ad un importante aggiornamento del modello geologico che meglio definisce le tipologie di rocce che verranno attraversate dal tracciato del tunnel di base. Pertanto in funzione delle nuove previsioni di intercettare rocce con amianto si è resa necessaria una revisione sostanziale del vigente Protocollo amianto, tuttora in corso, per un adeguamento dei protocolli analitici per la caratterizzazione dei materiali in fase di scavo (gestione dell’amianto sottosoglia), del monitoraggio dell’amianto aerodisperso presso i siti di deposito e di gestione dei cantieri a cielo aperto.

In quest’ambito le Agenzie hanno garantito il proprio supporto tecnico-scientifico e fornito le proprie indicazioni di tipo tecnico-operativo su diversi aspetti:

  • valutazione del grado di accuratezza dei modelli geologici indicati da Cociv per affinare la previsione di rinvenimento di rocce con potenziale contenuto di amianto durante lo scavo;
  • esame delle procedure per il controllo del fronte di scavo volte a individuare l’effettiva presenza di rocce che possono contenere amianto attraverso l’esame della documentazione geologica, controllo in remoto del fronte scavo (rilievo pittorico e documentazione descrittiva), attività di sopralluogo in campo (rilevamento geologico del fronte scavo, dei sondaggi, dello smarino ecc.);
  • definizione delle modalità di controllo della presenza di amianto aerodisperso individuando una serie di punti di monitoraggio collocati sul territorio in prossimità dell’imbocco delle gallerie, dei cantieri e dei principali centri abitati. Ciò ha portato di fatto a individuare due insiemi di punti:
    • un primo a ridosso dei cantieri per individuare tempestivamente l’eventuale dispersione di fibre d’amianto;
    • un secondo più distante dalle zone di scavo, in prossimità di obiettivi sensibili (centri abitati) (Foto 1).
  • definizione delle condizioni del monitoraggio ambientale ante-operam, volto a valutare eventuali situazioni con presenza di fibre di amianto aerodisperse in assenza di opere di scavo;
  • definizione dei criteri di attivazione del monitoraggio delle fibre aerodisperse.

Alle Arpa spetta inoltre il compito di valutare i dati di monitoraggio forniti da Cociv ripetendo le analisi su alcuni campioni ed effettuando campionamenti in parallelo con relative analisi (Foto 2).

Ad oggi l’esperienza del Protocollo gestione amianto affrontata per il progetto del Terzo Valico dei Giovi rappresenta una modalità organizzativa e metodologica positiva e a garanzia della sorveglianza dell’opera, oltre che un’esperienza pilota a cui far riferimento anche per i progetti futuri.

Il monitoraggio dell’amianto aerodisperso in Piemonte

Le attività di Arpa Piemonte per il parametro “amianto aerodisperso” hanno riguardato sia il controllo delle analisi eseguite dal proponente (ripetizione di analisi su membrane fornite, esecuzione di campionamenti in doppio) che monitoraggi autonomi svolti presso i cantieri e i siti di deposito dello smarino.

Il dettaglio dell’attività di monitoraggio svolta per tutte le matrici monitorate da Arpa, compreso il parametro amianto, viene pubblicata annualmente sul sito di dell’Agenzia. Il resoconto per anno:

 

Attività di monitoraggio in Liguria

Come l’Agenzia piemontese, anche Arpa Liguria verifica i dati sul portale informativo SIGMAP e svolge monitoraggio delle fibre aerodisperse nei punti in ambiente di vita, previsti dal Protocollo Gestione Amianto, e le controanalisi sulle membrane campionate dal proponente nei punti di monitoraggio in ambiente di vita, attraverso il microscopio a scansione elettronica presente nel laboratorio Arpal di Genova.

L’Agenzia inoltre effettua sopralluoghi per la verifica visiva del materiale estratto dai sondaggi esplorativi in avanzamento, che sono periodicamente realizzati durante l’attività di scavo, e in presenza di pietre verdi procede a studi analitici in laboratorio per verificare la presenza di amianto. Ulteriori controlli sono svolti al fine di verificare le modalità di gestione delle terre e rocce, così come previste dal Piano di Utilizzo approvato, sui cantieri di produzione dei materiali da scavo e sui siti di destinazione.

Arpal ha dovuto confrontarsi per prima con la gestione della problematica amianto.

Nel mese di luglio 2015, lo scavo della Finestra Cravasco, ha incontrato una formazione amiantiera, già prevista dagli studi di progettazione, ed ha attivato le procedure indicate nel Protocollo Gestione Amianto, approvato nell’ambito del Tavolo Amianto dell’Osservatorio Ambientale. Le lavorazioni al fronte sono state interrotte, al fine di approntare il cantiere per lo scavo in rocce con presenza di minerali amiantieri.

Il 14 gennaio 2016, in seguito al termine dell’approntamento del cantiere per lo scavo in pietre verdi, sulla base delle indicazioni tecniche fornite dalla ASL territorialmente competente e da Arpal nell’ambito del Gruppo di Lavoro Asl/Arpal/Cociv, Cociv ha ripreso l’attività di scavo al fronte.

Nel mese di maggio 2016 i rilievi effettuati da Cociv sul fronte di scavo della galleria hanno evidenziato dapprima una sostanziale riduzione della presenza di pietre verdi e successivamente la scomparsa degli affioramenti sull’intera sezione di scavo e il passaggio alla formazione degli argilloscisti.

I cantieri, in Liguria, durante gli ultimi 2 anni sono proseguiti con gli scavi delle gallerie senza particolari criticità rispetto a questo aspetto, nel merito è possibile consultare tutti i certificati emessi da Arpal.

Oltre alle attività portate avanti per la gestione della problematica amianto, l’agenzia svolge attività di controllo e monitoraggio degli impatti dei cantieri e delle attività ad esse collegate sulle diverse matrici (qualità dell’aria, scarichi idrici, acque superficiali e sotterranee, biodiversità, rumore, gestione dei rifiuti e delle emergenze) e di verifica della corretta attuazione del Piano di monitoraggi ambientale da parte del proponente, sia con sopralluoghi, sia con l’analisi dei dati caricati sul sistema SIGMAP.

Per approfondimenti si rimanda alle relazioni trimestrali consultabili sul sito: https://www.arpal.gov.it/homepage/altri-temi/terzo-valico/notizie-e-relazioni.html

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