A Venezia torna ad alzarsi il livello del mare, uno studio di Ispra

Secondo uno studio Ispra, dal 1994 al 2016 si è verificato un innalzamento pari a 5,6 mm l’anno del livello del mare nella Laguna, dopo venti anni di relativa stabilità.  I dati sono contenuti nel rapporto Ispra L’innalzamento del livello medio del mare a Venezia: eustatismo e subsidenza” disponibile online. 

Sulla base dei dati mareografici provenienti dalla rete strumentale di Ispra e da quella del Cnr-Ismar di Trieste, integrati dalle recenti elaborazioni dei dati geodetici propri e del CPSM di Venezia, lo studio mette in evidenza le
recenti variazioni individuate nell’innalzamento del livello medio del mare a Venezia. Un fenomeno quest’ultimo, quello dell’eustatismo, che nel caso dell’arco costiero alto Adriatico si somma al progressivo abbassamento del piano di campagna (subsidenza).

I due fenomeni hanno fatto registrare un innalzamento del livello del mare pari a 5,6 mm/a nell’arco di oltre venti anni. La letteratura scientifica ha preso come riferimento il 1994 poiché, a partire dall’anno precedente, si è osservato un mutamento sostanziale nella variabilità dei dati, tornando al tasso di crescita che si registrò nel secondo dopoguerra fino alla soglia degli anni Settanta. Difatti i due periodi 1947-1969 e 1994-2016 sono praticamente sovrapponibili: rispettivamente di 5, 60 mm/a e e 5.61 mm/a, ad indicare che nell’ultimo ventennio la velocità di innalzamento del l.m.m. relativo a Venezia è tornata nuovamente ad assumere valori preoccupanti. Se nel periodo antecedente al 1970 una delle ragioni che avevano causato il fenomeno era stata l’estrazione idrica dal sottosuolo ad uso industriale, nel caso degli ultimi vent’anni si possono individuare una serie di cause: da un lato, le variazioni climatiche in corso a livello globale stanno producendo, tra gli altri effetti, un progressivo e continuo innalzamento del livello marino; dall’altro, i più ampi movimenti crostali e la conformazione prevalente di suolo e sottosuolo del territorio sono tali da comportare localmente cedimenti di quota più o meno differenziati, in buona parte dovuti alla compattazione di strati sia superficiali che profondi, sia per cause naturali che antropiche (es. estrazione di gas e/o acqua).

Un secondo approfondimento che propone lo studio riguarda i valori di eustatismo (innalzamento del mare) e subsidenza (abbassamento del piano) scomposti e visti singolarmente.

Il lavoro dell’Ispra mostra come la scarsa elevazione del suolo rispetto al livello marino, della laguna veneta e praticamente di tutto l’arco costiero, necessiti di un attento monitoraggio del livello del mare. In questo contesto territoriale, il rischio inondazione-allagamento risulta elevato e direttamente proporzionale ai crescenti costi per il mantenimento delle opere di difesa, per il ripascimento degli arenili erosi e per il risanamento dai danni a strutture ed attività delle popolazioni residenti (es. acque alte a Venezia e nei centri lagunari minori). Questi rischi, provenienti da mare e da terra, ricorrono abitualmente in occasione di eventi meteorologici estremi e sono destinati a ripetersi con sempre maggiore frequenza per la somma degli effetti di eustatismo (innalzamento del livello del mare) e subsidenza (progressivo abbassamento del piano di
campagna).

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