Dopo la recente approvazione da parte del Consiglio del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) del documento che individua i metodi e le procedure utili alla definizione dei Lepta, abbiamo intervistato Luca Marchesi, vicepresidente del Consiglio, che sottolinea l’importante risultato ottenuto e traccia la rotta per il prossimo futuro del Sistema e per l’attuazione della legge 132/2016.
Perché questo documento è così importante e come si è arrivati alla sua approvazione da parte del Consiglio?
Uno degli aspetti fondamentali previsti dalla legge 132/2016 è la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali (Lepta), introdotti per determinare quali e come debbano essere garantiti i livelli minimi di prestazione necessari per assicurare la tutela dell’ambiente in modo omogeneo e uniforme su tutto il territorio nazionale. Un punto essenziale della legge che ha istituito il Sistema nazionale è che risponde ad una domanda forte che ci viene dalle istituzioni, dalle imprese e dalla società civile: assicurare omogeneità di comportamenti e di prestazioni, per tutelare in modo uniforme l’ambiente, indipendentemente dalla zona del Paese in cui ci si trova.
Mi piace peraltro ricordare come l’idea di applicare al Sistema Ispra/Agenzie l’approccio per costi standard e livelli essenziali di prestazione (LEP), come previsti dalla nostra Carta Costituzionale, sia nata all’interno del Sistema stesso, ormai oltre quindici anni fa, in particolare a opera di un gruppo di (ormai ex…) ragazzi di cui ho avuto la fortuna di far parte e che animava la straordinaria esperienza dell’Osservatorio nazionale sull’organizzazione e la gestione (Onog) delle Arpa/Appa.
Oggi, grazie all’eccellente attività, oramai triennale, del gruppo di lavoro n. 60 del SNPA dedicato allo sviluppo dei Lepta, quella intuizione (divenuta realtà grazie alla legge 132) si è fatta più concreta anche dal punto di vista dell’operatività ed è stato possibile redigere un documento istruttorio che sarà certamente utilissimo ai fini della definizione della bozza dei Lepta da parte del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, propedeutica al successivo decreto del presidente del Consiglio dei ministri.
All’interno del documento finale predisposto dal GdL n. 60, vengono trattati temi fondamentali, come i livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni previste per il Sistema agenziale, la condivisione di un glossario di riferimento e soprattutto la costruzione di un percorso metodologico per la definizione dei “costi standard” delle prestazioni e per l’individuazione della domanda territoriale di prestazioni tecniche.
In passato, le Agenzie già si erano confrontate su questo tema producendo nel luglio 2016 una prima versione condivisa del Catalogo dei servizi e delle prestazioni. Successivamente, si era manifestata l’esigenza di affinare e attualizzare i documenti già disponibili alla luce dell’evoluzione normativa intervenuta, in particolare in relazione alla definizione del concetto di Lepta contenuta nella legge 132/2016, e delle nuove esperienze nel frattempo maturate.
Cosa contiene di preciso il documento appena approvato?
Il documento, che tiene conto anche di un aggiornamento della semantica di riferimento, è diviso in diverse parti: innanzitutto contiene una proposta di Catalogo nazionale dei servizi che definisce i servizi a tutela dell’ambiente che il Sistema deve erogare coerentemente con le finalità e gli obiettivi previsti dalla legge 132/2016.
Secondariamente, comprende un repertorio delle prestazioni attualmente realizzate dalle Arpa/Appa e da Ispra, evidenziando – per ciascuna singola attività – se questa viene svolta, o meno, da tutte le Arpa/Appa; uno strumento, quindi, utilissimo proprio in quanto mette in luce il gap esistente tra ciò che il Sistema fa e ciò che dovrebbe fare.
È inoltre presente un importante apparato teorico e metodologico, contenente due ulteriori elementi fondamentali:
- un metodo, basato su un approccio “econometrico”, che consente di quantificare i costi attuali dei servizi, per definire i costi standard del Sistema e, pertanto, in prospettiva, i finanziamenti necessari all’erogazione dei servizi medesimi;
- un algoritmo, basato su dei veri e propri indici di domanda territoriale e su sofisticati modelli concettuali, che consente di quantificare la domanda di prestazioni ambientali proveniente dai diversi territori in base alle pressioni insistenti sul territorio stesso.
Come verrà usato ora il documento?
Come dicevo prima, i Lepta, i criteri di finanziamento e il Catalogo nazionale dei servizi devono essere stabiliti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, che si avvale a tal fine del Consiglio del Sistema nazionale, di concerto con il ministro della Salute e previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano (secondo l’articolo 9 della legge 132/2016).
Il Consiglio Snpa, dunque, ha inteso fornire al Ministero (e lo ha fatto peraltro nei termini posti in capo al Ministero medesimo dalla legge 132) il proprio contributo proattivo per facilitare questo percorso, che sconta come noto qualche ritardo. Trasmetteremo dunque al Ministero la proposta di Catalogo nazionale dei servizi, con una relazione descrittiva dei metodi concettuali e di tutti gli strumenti pratico/teorici utili alla definizione dei Lepta che abbiamo elaborato. Inoltre, da parte del Sistema vi è la piena disponibilità ad avviare il percorso e a partecipare a opportuni momenti di condivisione e confronto su quanto elaborato. Chiederemo in tal senso al Ministero l’immediato avvio di un tavolo di lavoro a ciò finalizzato.
Quali sono le prospettive future?
Il risultato ottenuto è importante per due motivi: perché è stato raggiunto in tempi brevi e perché mette in condizioni il Ministero di poter operare e procedere verso la definizione dei Lepta.
Adesso, nell’ambito del Tavolo istruttorio del Consiglio (TIC) n. 1, coordinato da Edmondo Iannicelli e Laura Boschini, sarà possibile proseguire nell’analisi del Catalogo e nell’applicazione degli strumenti metodologici elaborati, simulando la quantificazione dei livelli di attività e la stima dei costi.
È inoltre possibile avviare un percorso per l’applicazione all’interno del Sistema (in tutte le Agenzie nonché in Ispra) del Catalogo dei Servizi SNPA. Questo passaggio, atteso da tempo, preparerà tutti gli organi tecnici a ragionare con la medesima terminologia e i medesimi schemi logici di riferimento, facilitando altresì tutte le operazioni di benchmarking e accountability, necessarie per far sapere a tutti i cittadini che cosa fa e quanto fa il sistema per la tutela ambientale del paese.
L’individuazione dei Lepta è un obiettivo assolutamente ambizioso a cui tendere nel prossimo futuro. Già ora però ritengo il nostro un ottimo risultato, visto e considerato che per altri settori, come la sanità, il trasporto pubblico locale e l’assistenza sociale, l’iter di definizione dei livelli minimi di prestazione ha richiesto diversi anni di attività. Colgo l’occasione per ringraziare i componenti del Gruppo di lavoro e per manifestare loro il mio orgoglio per il lavoro fatto. Abbiamo aggiunto un altro tassello importante per costruire il futuro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.
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