La normativa italiana presenta alcuni limiti di applicabilità nei casi reali. Il primo Piano amianto della Regione Emilia-Romagna ha permesso di dare risposte concrete al tema della gestione dei materiali contenenti amianto. Il secondo piano, appena approvato, è un ulteriore passo avanti. Il Centro di riferimento regionale per l’analisi dell’amianto è in Arpae Emilia-Romagna, a Reggio Emilia.
Il Piano amianto della Regione Emilia- Romagna pone l’obiettivo strategico del perseguimento di una corretta gestione del rischio ai massimi livelli di sostenibilità. Le strategie adottate vedono la sistematizzazione delle attività di prevenzione mirata alla più efficace applicazione degli strumenti normativi disponibili.
Sulla base della normativa vigente (L 257/1992, Dm 6/9/1994, Dlgs 81/2008), la gestione del rischio amianto in una struttura edilizia è basata sulla valutazione dello stato di conservazione dei materiali contenenti amianto (Mca), quale fase preliminare per l’assunzione delle successive decisioni.
In particolare il Dm 6/9/94 definisce:
– il processo generale di valutazione dello stato di conservazione (limitato ai locali interni agli edifici)
– le conseguenti azioni da attivare (operatività del cantiere di rimozione)
– le metodiche per la determinazione quantitativa dell’amianto in massa
o aerodisperso (indoor) ai fini della caratterizzazione dei materiali o dei controlli ambientali o della restituibilità dei locali.
Tuttavia la normativa presenta limiti che non consentono una piena operatività in tutti i casi riscontrabili nella realtà:
– il campo di applicazione non include tutte le strutture edilizie, ma comprende solo quelle a uso civile, commerciale o industriale aperte al pubblico o comunque di utilizzazione collettiva in cui sono in opera manufatti e/o Mca
– il testo di legge non indica strumenti operativi per la valutazione dello stato
di conservazione di Mca di ampia diffusione (quali le coperture) e i criteri di assunzione delle conseguenti decisioni.
Strumenti di supporto quali il Metodo Versar e le Linee guida emanate da alcune Regioni italiane non hanno valore cogente e in generale le azioni di bonifica indicate non sono basate su dati epidemiologici. Questo condiziona l’esito degli interventi di vigilanza, spesso legati alla condivisione da parte dei proprietari degli immobili… Leggi l’articolo completo di Adriano Albonetti (Direzione generale cura della persona, salute e welfare, Regione Emilia-Romagna Dipartimento di sanità pubblica, Azienda Usl della Romagna), in Ecoscienza 1/2018
Altre risorse in Ecoscienza 1/2018:
Il Piano amianto della Regione Emilia-Romagna
Adriana Giannini, Regione Emilia-Romagna
A Reggio Emilia il centro di riferimento regionale
Adriano Fava, Tiziana Bacci
Arpae Emilia-Romagna
Il mesotelioma maligno, incidenza in Emilia-Romagna
Antonio Romanelli, Cinzia Storchi,
Lucia Mangone, Riccardo Perduri, Orietta Sala Registro regionale mesoteliomi
Il ruolo attivo della società civile dell’Emilia-Romagna
Afeva Emilia-Romagna, Ciro Donnarumma (Cisl ER), Roberta Campagnoli,
Mario Romeo (Uil ER), Andrea Caselli (Cgil ER)
La gestione dell’amianto
nella zona del terremoto
Cristina Govoni, Francesca Bellaera, Simona Biolcati
Regione Emilia-Romagna
A Pieve la mappatura si fa anche dal cielo
Luca Borsari, assessore all’Ambiente Comune di Pieve di Cento (BO)
La bonifica negli edifici pubblici, l’esperienza di Arpae
Gabriele Sasdelli, Ilaria Toffoli)
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