Elaborato dall’Ispra il lavoro istruttorio che ha portato all’istituzione delle nuove aree protette di Capo Testa-Punta Falcone e Capo Milazzo. Sale a 29 il numero di quelle esistenti in Italia.
La nuova area marina protetta di Capo Testa-Punta Falcone si trova nel comune di Santa Teresa di Gallura in provincia di Sassari, mentre Capo Milazzo è situata nell’omonimo comune del messinese. Sono questi i primi due decreti di una serie di nuove aree protette in via di istituzione, per le quali Ispra ha il compito di approntare le relative istruttorie a supporto del Ministero dell’ambiente. Sono sul tavolo dei tecnici dell’Istituto anche le carte relative alle aree di prossima istituzione di “Capo Spartivento” e “Golfo di Orosei – Capo Monte Santu” in Sardegna, “Capo d’Otranto – Grotte Zinzulusa e Romanelli – Capo di Leuca” in Puglia.
Salgono così a 29 quelle presenti in Italia (qui la mappa completa), che, insieme ai due parchi sommersi, contribuiscono a tutelare complessivamente 233.891 ettari di mare.
A partire dagli anni Ottanta la normativa italiana ha introdotto la possibilità di istituire le Aree marine protette (AMP). Laddove le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche e biochimiche della flora, così come della fauna, marino-costiera di un certo ambiente presentano un chiaro valore scientifico, ecologico, culturale ed economico, dichiarare quel luogo “Area marina protetta” (AMP) serve a preservare il tratto di mare in esso compreso, i suoi fondali e la costa prospiciente.
Nel caso delle due nuove aree marine protette, Ispra ha condotto tutte le attività tecnico-scientifiche, sia di carattere ambientale che socio-economico, indispensabili alla predisposizione delle proposte di zonazione.
L’istituzione di un’area protetta in mare prevede una fase di approfondimento delle caratteristiche ambientali del tratto di mare e un percorso partecipato per la raccolta di informazioni utili a descrivere il contesto socio-economico dell’area. Lo prima parte dello studio viene condotta dagli esperti dell’Ispra grazie alla nave oceanografica “Astrea” di proprietà dell’Istituto per realizzare le indagini subacquee in immersione. La fase di raccolta informativa sul contesto dell’area coinvolge una vasta gamma di referenti locali, a partire dagli operatori economici.