La geotermia è una specificità della Toscana, dove viene sfruttata fino dai primi anni del ‘900. Attualmente sono in esercizio 36 centrali geotermoelettriche. Arpatnews sta approfondendo il tema da vari punti di vista, con una serie di interviste a docenti universitari ed esperti.
La geotermia è senza dubbio una specificità della Toscana; la prima esperienza al mondo di sfruttamento dell’energia geotermica, per la produzione di energia elettrica, risale al 1905 proprio in Toscana, grazie al principe Piero Ginori-Conti, a Larderello (Pisa). La Toscana, nelle zone delle Colline Metallifere e del Monte Amiata, presenta infatti particolari campi geotermici, con temperature del sottosuolo più elevate rispetto a quelle ordinarie, tali da renderne conveniente lo sfruttamento anche per la produzione di energia elettrica.
Ad oggi sono attive 36 centrali geotermoelettriche, gestite dalla Società Enel Green Power, dislocate in quattro “Aree Territoriali” (AGE): Larderello, Lago (Val di Cornia), Radicondoli e l’Area del Monte Amiata (spesso suddivisa nelle due zone di Piancastagnaio e di Bagnore).
ARPAT si è da tempo dotata di uno specifico settore tecnico dedicato proprio alla geotermia e quindi al monitoraggio e al controllo degli impianti geotermici e al controllo, anche analitico, delle emissioni di tali impianti. (per un quadro completo delle attività svolte vedi la specifica sezione del sito Web)
Negli ultimi cinque anni, l’Agenzia ha svolto un numero di controlli alle emissioni delle centrali mediamente pari a 17 – 20 gruppi produttivi (centrali geotermoelettriche) controllati per anno. Gli esiti di tali controlli sono riportati ogni anno nell’Annuario dei dati ambientali (vedi edizione 2017) e negli oggetti Dati e mappe che ricostruiscono le serie temporali complete dal 2009 al 2016 per quanto riguarda le Emissioni di mercurio e le Emissioni di acido solfidrico.
Per fornire un quadro sintetico e facilmente comprensibile del tema geotermia e dell’attività che l’Agenzia svolge in questo campo, ARPAT ha predisposto anche un’apposita scheda informativa sul tema, che fornisce informazioni – chiare e comprensibili – su cosa sono le risorse geotermiche e come avviene il loro sfruttamento.
Attraverso il notiziario Arpatnews negli ultimi mesi è in corso un dibattito a più voci, nella forma di interviste a docenti universitari di varie discipline (chimica, ingegneria, scienza della terra), ed esperti, attraverso le quali si presentano vari punti di vista sull’attuale situazione e sulle prospettive:
- Iacopo Magrini, amministratore delegato della società Graziella Green Power, ha parlato del progetto in fase di VIA per la realizzazione di un impianto sperimentale, il primo del genere in Europa, a ciclo binario a Castelnuovo Val di Cecina (PI), con totale reimmissione dei fluidi e dei gas incondensabili nelle stesse formazioni geologiche di provenienza, e dunque senza emissioni di processo in atmosfera.
- Riccardo Basosi, Professore ordinario di Chimica fisica e docente di Energia sostenibile ed efficiente presso il Dipartimento Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Università di Siena, ha evidenziato le problematiche relative all’impatto ambientale, ma anche di accettabilità sociale di questa tecnologia, indicando quindi la strada da percorrere, e cioè quella di rendere tutte le rinnovabili più fruibili e ambientalmente compatibili grazie agli avanzamenti della ricerca e della tecnologia.
- Daniele Fiaschi, Professore Associato di Energie Rinnovabili e Sistemi Energetici all’Università degli Studi di Firenze, il quale, dopo aver trattato degli aspetti rinnovabili (e non) dello sfruttamento dell’energia geotermica, ha approfondito gli aspetti più impiantistici degli impianti attuali di tipo tradizionale, mettendoli a confronto anche con i possibili sviluppi relativi ad impianti a ciclo binario.
- Fabio Voller, Coordinatore dell’Osservatorio di Epidemiologia dell’Agenzia Regionale di Sanità della Toscana, nonché Responsabile scientifico del progetto “Geotermia e salute in Toscana” e dell’indagine InVetta, ha invece fatto un quadro degli impatti sulla salute derivanti dalle centrali geotermiche, illustrando gli studi che effettuati sinora e quelli che avete in corso.
- Alessandro Sbrana, Professore Ordinario di Geochimica e Vulcanologia presso il Dipartimento di Scienze della Terra dove insegna Geotermia e Geologia del vulcanismo, ha del carattere rinnovabile dell’energia geotermica entrando in dettaglio degli aspetti che caratterizzano gli attuali impianti; quindi ha parlato degli impatti ambientali, sia per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, che per la falda acquifera, ed anche per quanto riguarda i fenomeni della susbidenza e microsismicità.
Altri interventi sono previsti per il prossimo autunno, fra di essi anche quello di Enel Green Power, attuale gestore di tutte le centrali in esercizio in Toscana.
Vai all’articolo Geotermia, innovazione e ambiente in Toscana in Ecoscienza 3/2018
Ivano Gartner, Alessandro Bagnoli, Luca Sbrilli – Arpa Toscana
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Un pensiero su “Geotermia, una risorsa importante per la Toscana”