A cura del gruppo di lavoro Snpa per il tema fitosanitari che ha redatto il documento “Fitofarmaci: linee guida per la progettazione del monitoraggio di acque, sedimenti e biota” pubblichiamo alcuni contributi che ne illustrano gli aspetti salienti. Il primo articolo evidenzia un criterio semplificato, ma scientificamente corretto, per individuare un set di sostanze prioritarie per il monitoraggio delle acque. Sono stati introdotti elementi di novità che completano e integrano il precedente manuale MLG 71/2011. Con il secondo contributo si sottolinea come la Linea guida costituisca lo strumento ideale per ottimizzare il lavoro in termini di efficacia ed efficienza e raggiungere un sufficiente grado di affidabilità nella valutazione della qualità chimica ed ecologica delle acque.
Come precisato nelle nuove Linee guida (MLG 182/2018), il terzo contributo si sofferma su come la fattibilità analitica possa condizionare e limitare il controllo per alcune sostanze attive. Infine, nel quarto contributo, Arpa Puglia mette a disposizione la propria esperienza nell’applicazione del MLG 182/2918.
Il nuovo manuale Snpa per il monitoraggio dei fitofarmaci su acque, sedimenti e biota
Marco Morelli, Filippo Rossi – Gruppo di lavoro Snpa per il tema prodotti fitosanitari
Allo scopo di migliorare le attività di monitoraggio dello stato chimico ed ecologico della risorsa idrica e contestualmente poter fare valutazioni sullo scostamento dagli obiettivi di qualità imposti dalle normative europee, il Sistema nazionale di protezione ambientale (Snpa) ha approvato, con delibera del 22/02/18 di cui al Documento 29/18, il manuale MLG 182/2018 redatto dalla Rete dei referenti la tematica dei prodotti fitosanitari. Il documento contiene nuove Linee Guida che propongono una metodologia per individuare, attraverso semplici criteri di selezione, un set di sostanze significative ai fini dell’adeguata valutazione dell’impatto determinato sull’ambiente idrico dai fitofarmaci tipici di un dato territorio.
Il monitoraggio è uno strumento indispensabile per verificare la qualità delle acque, confermare l’analisi delle pressioni ambientali e verificare l’efficacia delle misure adottate. Una progettazione attenta e ragionata del monitoraggio, nonché una sua corretta esecuzione, è un requisito irrinunciabile per una veritiera valutazione del loro stato chimico ed ecologico. Nel caso dei pesticidi, considerando la molteplicità dei prodotti disponibili sul mercato, la progettazione dei controlli è più complessa rispetto ad altri inquinanti, e la ricerca in ogni campione di diverse centinaia di sostanze costituisce un impegno analitico gravoso e non sempre sostenibile. Inoltre le Agenzie provinciali e regionali, che eseguono regolarmente attività di monitoraggio, presentano profili analitici tra loro differenti, prodotti con logiche non armonizzate e questo non contribuisce a una classificazione omogenea a livello nazionale.
Il nuovo manuale, che ha ripreso un lavoro precedente, dettaglia le modalità di selezione delle sostanze attive da inserire nei protocolli per il monitoraggio delle acque; in aggiunta alle sostanze previste dalla normativa, adotta uno schema logico che tiene conto dei dati di vendita dei fitofarmaci, dei risultati dei monitoraggi pregressi, degli indici di comportamento e di pericolo ambientale. Viene inoltre proposta una lista di controllo minima, costituita da circa 30 sostanze attive, che sarebbe opportuno venisse adottata da tutte le Agenzie ambientali nell’ambito della pianificazione del monitoraggio dei residui dei pesticidi da ricercare nelle acque. Si tratta di sostanze attive utilizzate in modo significativo in quasi ogni regione d’Italia e ritrovate in modo diffuso, sistematico e consistente. L’aggiunta di questa lista di controllo minima al protocollo d’indagine contribuirebbe a ridurre le attuali differenze tra le prestazioni analitiche restituite dalle diverse Agenzie ambientali e permetterebbe a livello nazionale, almeno rispetto un certo numero di composti prioritari, una classificazione delle acque omogenea e completa.
Le sostanze riportate nella normativa di settore, fatto salvo indicazioni specifiche, sono da considerare in prima istanza nella predisposizione del protocollo analitico. A queste vanno aggiunte quelle selezionate attraverso l’utilizzo combinato di strumenti previsionali basati sull’esposizione (indici e indicatori di pressione, di comportamento ambientale e di stato) e sul pericolo, riferito alla classificazione ed etichettatura delle sostanze e a interferenti endocrini.
Vengono infine proposti alcuni criteri per orientare la ricerca dei residui dei prodotti fitosanitari nei sedimenti e nel biota, matrici che secondo il recente aggiornamento normativo (Dlgs 172/2015) possono essere impiegate sia per la classificazione dei corpi idrici che per l’analisi di tendenza a lungo termine.
Il nuovo assetto delle Agenzie ambientali (L. 132/2016) prevede l’organizzazione in rete dei Laboratori, che collaborano e interagiscono in maniera strutturata tra di loro al fine di valorizzare le specializzazioni ed eccellenze già esistenti. L’utilizzo di strumenti e metodologie condivise, come per esempio quelle dettagliate nel nuovo manuale per il monitoraggio dei fitofarmaci su acque, sedimenti e biota, costituisce un ulteriore passo verso l’obiettivo comune delle Agenzie, che è quello di operare in sinergia sviluppando ruoli di reciproca sussidiarietà.