Recuperare i siti minerari abbandonati e farne una risorsa per il turismo nazionale. E’ questo l’obiettivo del disegno di legge presentato in Parlamento dall’on. Chiara Braga, capogruppo PD in Commissione ambiente ed Ecomafie a Montecitorio.
La proposta di legge n. 1274 “Tutela e Valorizzazione dei siti minerari dismessi e del loro patrimonio storico, archeologico, paesaggistico, ambientale” nasce dalla collaborazione avviata in questi anni con la Rete Nazionale dei Parchi e Musei Minerari Italiani (Re.Mi), coordinamento promossa dall’Ispra, in quanto ente erede del Servizio Geologico d’Italia. Della Rete fanno parte circa 40 siti minerari nazionali, trasformati in parchi o ecomusei, ma il numero di quelli potenzialmente fruibili è molto più alto. Si calcola siano circa 3000, la maggior parte dei quali si trova in Sicilia (765), in Sardegna (427) e Toscana (416), centinaia anche in Piemonte e Lombardia. Rappresentano il passato minerario dell’Italia, quando la rivoluzione industriale spinse alla ricerca di carbone, zolfo, minerali e oro.
Oggi questi siti sono pressoché tutti abbandonati e solo una parte, grazie alle soprintendenze locali, ha ottenuto un riconoscimento, ma non sempre l’atto ha portato con sé interventi mirati al recupero e alla fruizione. E’ urgente, quindi, definire norme nazionali che regolamentino il percorso di valorizzazione. Partendo da un censimento del patrimonio minerario italiano, in base al quale stabilire un ordine di interventi di recupero dei siti e stipulando, laddove possibile, apposite convenzioni con gli enti proprietari. I dati relativi ai turisti che hanno visitato le poche decine di siti minerari disponibili mostrano quanto questi possano essere una risorsa turistica interessante. Circa 200 mila persone l’anno hanno effettuato una visita nei parchi ed ecomusei, con una media di 4 mila turisti a miniera.
L’iniziativa legislativa presentata alla stampa il 16 gennaio nel corso di una conferenza stampa cerca di scongiurare il completo abbandono di questi luoghi. Con l’auspicio che il Parlamento possa lavorare su questa proposta in una quadro di ampia condivisione.
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