Il Rapporto Ambiente Snpa edizione 2018 per quanto riguarda la qualità dell’aria ambiente propone un indicatore relativo ad un inquinamento particolarmente significativo, anche dal punto di vista della salvaguardia della salute: il particolato di dimensioni inferiori a 10 micron, il cosiddetto PM10.
L’andamento decrescente dei livelli atmosferici di PM10 prosegue, coerentemente con quanto osservato in Europa nell’ultimo decennio, come risultato della riduzione congiunta delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca).
Tuttavia, avendo come orizzonte temporale il 2020, in riferimento all’esposizione a breve termine della popolazione, oltre al lontanissimo
obiettivo di raggiungere i livelli raccomandati dall’OMS (nel 76% dei casi si registrano oltre tre superamenti della soglia di 50 μg/m³ per la media giornaliera), anche rispettare l’obiettivo previsto dalla normativa (non più di 35 superamenti della soglia di 50 μg/m³ in un anno) su tutto il territorio nazionale sembra piuttosto difficile: nel 2017 non era rispettato nel 31% dei casi.