Le sostanze per-fluoro-alchiliche (PFAS), per le loro peculiari caratteristiche fisiche e chimiche, quali l’abbassamento della tensione superficiale nei sistemi acquosi e l’elevata stabilità chimica e termica, sono state am- piamente utilizzate dagli anni ‘50 nell’industria e nel commercio e sono pertanto presenti in diversi prodotti comuni.
L’uso diffuso, lo smaltimento di questi composti e la scarsa efficienza dei processi di degradazione ambientale, hanno portato a un’ampia presenza di PFAS in tutti i comparti ambientali ed in modo rilevante in quello idrico.
Considerando che l’attività di monitoraggio è obbligatoria a livello europeo, nel 2016 ARPA Toscana ha sviluppato una metodica di analisi di questi composti basato sull’estrazione in fase solida (SPE) on-line e sulla rilevazione e quantificazione mediante cromatografia ad alte prestazioni interfacciata con una selezione di massa ad alta risoluzione sistema spettrometrico (HPLC-HRMS) basato sulla tecnologia Orbitrap.
Durante il 2017 in Toscana sono stati analizzati, per i PFAS, 13 campioni di acqua dal fiume Arno e 29 campioni da ulteriori 11 corpi idrici superficiali. Per quanto riguarda le acque sotterranee, le determinazioni dei PFAS sono state effettuate in 40 pozzi nelle seguenti falde acquifere: Sieve, Pitigliano vulcaniti, falda acquifera costiera tra Cecina e San Vincenzo, costiera tra Fine e Cecina, pianura della Cornia, fondale della Cerbaie e Bientina, Valdarno inferiore e costiero pianura di Pisa, zona di Fucecchio della Val di Nievole.
La valutazione dei risultati analitici ottenuti evidenzia 276 determinazioni con un valore superiore al limite di quantificazione analitica (LOQ), con valori anche significativamente vicini allo SQA-MA per l’acido perfluoro- ottanoico (PFOA) e l’acido perfluorbiturolfonico (PFBS); il limite per l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS) è stato superato in 12 stazioni delle 14 considerate.
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