Il monitoraggio della qualità dell’aria è generalmente basato sulle misure delle concentrazioni al suolo degli inquinanti (2D), mentre l’andamento lungo il profilo verticale (3D) è raramente indagato.
Eppure tale informazione è fondamentale non solo per la comprensione dell’origine e delle dinamiche di trasporto degli inquinanti atmosferici, ma anche in altri ambiti, come lo studio delle variazioni nella composizione dell’atmosfera e l’interazione tra radiazione e costituenti atmosferici e i relativi effetti sul clima.
ARPA Valle d’Aosta, dopo una prima campagna di misura transfrontaliera condotta nel 2001 con analizzatori montati su un aeromobile, ha avviato, presso la propria sede a St-Christophe, un’attività di monitoraggio dell’aerosol nella colonna atmosferica tramite fotometro solare (dal 2012) e dei relativi profili verticali per mezzo di un LiDAR-ceilometer (dal 2015).
In un articolo pubblicato sul Rapporto Ambiente Snpa edizione 2018, si illustra come queste tecniche innovative di monitoraggio atmosferico abbiano permesso di seguire con chiarezza l’arrivo e la deposizione dell’aerosol in Valle d’Aosta, di dimostrarne l’origine remota e di giustificare le variazioni delle concentrazioni determinate al suolo.
In particolare l’articolo, nella sua versione integrale, illustra tre casi specifici relativi a:
- avvezione di polveri minerali sahariane,
- trasporto di ceneri (incendi in Piemonte),
- avvezioni dalla Pianura Padana.
Un maggiore utilizzo di simili network sul territorio italiano consentirebbe di migliorare gli inventari delle sorgenti emissive e i modelli chimici di trasporto, nonché di fornire ulteriori evidenze del fatto che le politiche di mitigazione
dell’inquinamento debbano essere formulate ad un livello nazionale e internazionale, piuttosto che a livello locale.