In Svezia è una ragazzina di 16 anni, Greta Thumberg, a guidare la protesta contro l’indifferenza dei politici verso i cambiamenti climatici. Ogni venerdì, da sei mesi, la giovane svedese si siede davanti al parlamento di Stoccolma a manifestare contro scelte politiche che rischiano di compromettere irreversibilmente i destini della terra. Il suo esempio è diventato virale ed è stato seguito anche in altri paesi come Germania, Stati Uniti, Australia.
Questa protesta, che può essere definita generazionale, nata per opporsi all’immobilismo dei governi sulle scelte ambientali, in realtà mira a mettere in discussione il nostro modello di sviluppo che sta ormai mostrando la corda sia sul piano ambientale che su quello economico.
L’ultimo allarme sull’aumento delle concentrazioni di CO2 lanciato dal World Meteorological Organization, l’agenzia delle Nazioni Unite operante nel campo della meteorologia e del clima, fa registrare per il 2016 una impennata record di 3,3 ppm di anidride carbonica rispetto all’anno precedente. E questo dopo gli accordi di Parigi del 2015, dove la politica sembrava aver fatto un passo in avanti ormai irreversibile sull’uso dei fossili e sul rapporto con i paesi in via di sviluppo.
Vedi l’editoriale di Fabio Mariottini su Micron nel quale sviluppa queste considerazioni.