Intorno agli anni ‘70/’80 si presentò la necessità di indagare sulla composizione merceologica dei rifiuti solidi urbani in relazione all’utilizzazione energetica degli stessi.
Capire la composizione media dei rifiuti solidi urbani (RSU) serviva a progettare impianti di combustione idonei a sfruttare al meglio le caratteristiche chimiche dei rifiuti.
Lo strumento adatto è l’analisi merceologica, ovvero la suddivisione di un campione rappresentativo di rifiuti nei vari materiali componenti.
Le principali macrocategorie sono: carta, tessili e legno, plastiche e gomma, metalli, vetri, ceramiche e pietre, sostanza organica, sottovaglio < 20 mm.
Dagli anni ‘90, l’evoluzione dei prodotti di consumo e il sempre più vasto impiego di imballaggi da un lato e, la nascita dei consorzi di filiera alla base del sistema di raccolte differenziate dall’altro, hanno reso necessario sviluppare altre sottocategorie volte a individuare non solo il componente principale del rifiuto ma anche il materiale specifico.
Attualmente le indagini merceologiche servono a individuare il materiale recuperabile che sfugge all’intercettazione della raccolta differenziata.
Nell’ottica della qualità della raccolta differenziata si sono, inoltre, rese necessarie indagini sulle singole tipologie di raccolta dedicata.
I consorzi suddividono i campioni da raccolta differenziata in: “frazione oggetto”,
“frazione merceologica similare” e “frazione estranea”. Non è difficile comprendere la differenza tra le tre categorie, ma è comunque opportuno convertire il concetto
in immagini utilizzando un esempio.
Per la carta, la frazione oggetto è costituita dagli imballaggi in carta e cartone, ovvero, ad esempio, l’involucro in cartoncino che racchiude un tubetto di dentifricio; per frazione similare si intende, invece, un oggetto della stessa composizione merceologica che però non ha avuto, prima di divenire rifiuto, funzione di imballaggio, ad esempio una rivista in carta stampata; e infine, per frazione estranea, si intende un qualunque oggetto conferito nella raccolta differenziata dedicata a un’altro materiale specifico, ad esempio una lattina per bibite conferita nella raccolta della carta monomateriale, o un imballaggio particolarmente contaminato, o un rifiuto da destinare alla raccolta indifferenziata.
L’articolo in versione integrale è disponibile nel Rapporto Ambiente Snpa edizione 2018.