Recentemente Arpa Toscana ha pubblicato sul suo sito Web i consueti rapporti annuali con i quali mette a disposizione di tutti i dati dei monitoraggi effettuati in base a quanto previsto dal testo unico delle leggi ambientali (D.Lgs. 152/2009) e norme collegate relativi al mare (comprese le acque destinate alla vita dei molluschi) ed alle acque di transizione (le foci dei maggiori fiumi della regione e le zone umide salmastre).
I report non comprendono ancora i risultati dei monitoraggi effettuati in base alla Strategia Marina, di cui – in un recente convegno – sono stati presentati i primi risultati (vedi presentazione del responsabile del Settore Mare di Arpa Toscana, Gioia Benedettini).
marine-strategy-benedettini-seaday-giugno2019Il principale dei tre report ora pubblicati è quello relativo alle acque marino-costiere, e riguarda l’Attività di monitoraggio 2018 e la Proposta di classificazione del triennio 2016-2018.
La classificazione dei corpi idrici costieri viene determinata in base allo stato ecologico, secondo le indicazioni del D.M. 260/2010 e le successive modifiche apportate dalla Decisione della Commissione Europea 2018/229/UE e allo stato chimico in base a quanto stabilito dal D.Lgs 172/2015 e alla DGRT 264/2018.
La rete di monitoraggio è stata pianificata in accordo con la Regione Toscana (DGRT 608/15) e comprende per ciascun corpo idrico, uno o più siti di campionamento, per un totale di 19 stazioni e 16 corpi idrici.
I campionamenti sono effettuati tramite il battello Poseidon, utilizzato per raccogliere campioni di acqua e sedimento per le successive analisi, oltre che come imbarcazione di appoggio per rilievi subacquei sui popolamenti a macroalghe e sulle praterie di Posidonia oceanica.
STATO ECOLOGICO: descrive la qualità delle acque sulla base dello status di diversi elementi biologici (fitoplancton, macroalghe, Posidonia oceanica, macrozoobenthos), del livello trofico delle acque (indice TRIX) e della presenza di sostanze chimiche non prioritarie nelle acque (tabella 1/B “standard di qualità ambientale nella colonna d’acqua e nel biota per le sostanze dell’elenco di priorità” del D.Lgs. 172/2015). I possibili livelli di classificazione sono 5, in ordine decrescente di qualità ambientale: “Elevato”, “Buono”, “Sufficiente”, “Scarso”, “Cattivo”.
STATO CHIMICO: descrive la qualità delle acque in base alla presenza di sostanze chimiche prioritarie nelle acque e nel biota (tabelle 1/A del D.Lgs. 172/2014). I possibili livelli di classificazione sono 2: “Buono” o “Non buono”.
Risultati del monitoraggio 2016-2018
Stato ecologico – Il giudizio sulla qualità ecologica risulta Elevato/Buono per tutti i corpi idrici indagati nel triennio 2016-2018 fatta eccezione per Costa di Rosignano e Costa Albegna che risultano in Classe Sufficiente. Nel caso in cui un corpo idrico sia costituito da più stazioni di campionamento viene considerato ai fine dello stato ecologico il peggiore ottenuto.
Stato chimico – Come previsto dal D.Lgs 172/15 si è provveduto alla definizione dello stato chimico di qualità ambientale dei corpi idrici in base alla colonna d’acqua e al biota. Risulta il mancato conseguimento dello stato buono per tutte le stazioni monitorate. Il basso livello di qualità ambientale è legato alle alte concentrazioni di Tributilstagno (TBT) e, nel caso dei corpi idrici Costa Rosignano, Costa Piombino e Costa Albegna, Arcipelago Isole Minori, anche di mercurio. Inoltre, Arcipelago Isole Minori e Arcipelago Isola d’Elba presentano superamenti degli standard ambientali per quanto riguarda il benzo[a]pirene.
Il biota presenta superamenti dello standard ambientale per il mercurio in tutte le stazioni monitorate. Inoltre si hanno 10 superamenti dello Standard di Qualità Ambientale per il biota (SQA biota) per la somma di PCDF+PCDD+PBC-DL, espressa come equivalenti di tossicità (TEQ) 9 nel 2017 (Costa Versilia, Costa del Serchio, Costa livornese, Costa Rosignano, Costa del Cecina, Costa Piombino, Costa Punt’Ala, Costa Burano e Arcipelago Isole Minori) e 1 nel 2018 (Arcipelago Isola d’Elba).
I DDT totali superano lo standard ambientale a Marina di Castagneto.
Per quanto riguarda l’acido perfluorottansolfonico (PFOS) nel 2017 6 corpi idrici non risultano conformi (Costa Versilia, Costa Pisana, Costa livornese, costa del Cecina, Costa dell’Ombrone e Costa Burano) e 4 nel 2018 (Costa Versilia, Costa Livornese, Costa dell’Albegna e Costa dell’Argentario).
Il dicofol e l’esaclorobutadiene risultano conformi in tutti i corpi idrici indagati, l’esaclorobenzene (HCB), invece, presenta superamenti dello standard ambientale in due corpi idrici nel 2017 (Costa livornese e Costa Rosignano) e in tre nel 2018 (Costa livornese, Costa dell’Uccellina e Costa dell’Argentario).
Le analisi condotte sugli organismi di Mytilus galloprovincialis indicano che le concentrazioni rilevate per il fluorantene, il benzo[a]pirene e diossina e composti diossina simili sono, in tutte le stazioni monitorate, minori degli standard ambientali indicati nella tabella 1/A del D.Lgs 172/15.
In generale per tutte le sostanze chimiche analizzate nel biota c’è tendenza al miglioramento con minor corpi idrici interessati dai superamenti degli SQA-MA nel 2018.
Il rapporto sulla Qualità delle acque destinate alla vita dei molluschi è relativo alle attività di monitoraggio 2018 e alla proposta di classificazione.
Tale monitoraggio prevede il campionamento di acqua e di molluschi bivalvi presenti naturalmente nelle postazioni di rilevamento e la successiva analisi batteriologica e chimica dei campioni prelevati.
La ridotta presenza di popolamenti/banchi naturali del bivalve Mytilus galloprovincialis lungo le coste toscane ha indotto ARPAT a proporre alla Regione Toscana un nuovo piano di monitoraggio, che è stato approvato con la Delibera n. 264 del 20/3/2018. Nel nuovo piano di monitoraggio le aree da campionare fanno riferimento a tre corpi idrici: Costa del Serchio, Costa pisana e Costa Follonica. Inoltre, nelle due stazioni a nord, l’organismo da monitorare è stato sostituito passando dal bivalve Mytilus galloprovincialis al Donax trunculus, tellina.
Sulla base della conformità ai limiti previsti dalla norma (art.88 D.Lgs.152/06 e ss.mm.ii.) viene proposta la classificazione delle acque destinate alla vita dei molluschi per il 2018. Il 100 % delle stazioni monitorate risulta conforme.
Il rapporto sul Monitoraggio ambientale delle acque di transizione propone la loro classificazione a conclusione del triennio 2016-2018. Le acque di transizione comprendono le foci dei maggiori fiumi della regione, quali Arno, Ombrone grossetano, Serchio, e zone umide salmastre, quali laguna di Orbetello e Burano oltre a Diaccia Botrona.
Nel monitoraggio delle acque di transizione non sono disponibili indicatori biologici a causa della difficoltà rilevata di campionare in zone di foce o in laguna, dove spesso la quantità di acqua è minima.
L’obiettivo della direttiva acqua 2000/60 CE, era in un primo momento il raggiungimento dello stato di qualità ecologica e chimica “buono” entro il 2015; il vigente Piano di Gestione ha posticipato l’obiettivo al 2021.
La distribuzione percentuale della qualità ecologica riporta l’8% dei corpi idrici buoni, contro il 92% sufficiente. La criticità principale è imputabile alla qualità del sedimento.
Per quanto concerne lo stato chimico, nel 75% dei corpi idrici è buono, contro il 25% di non buono. Quest’ultima situazione è destinata a peggiorare nel momento in cui si intersecano i risultati della ricerca di sostanze pericolose in acqua e nel biota. Ad oggi le due classificazioni sono tenute separate, in quanto il monitoraggio sul biota è ancora in fase sperimentale (cogente a partire dall’anno 2019), comunque laddove sperimentato, riporta sempre il superamento di alcuni parametri quali il mercurio e il gruppo dei difenileteri bromurati.