Stili di vita, ambiente e innovazione: la mobilità degli italiani sta cambiando, ma rispetto ad altre realtà europee la strada da percorrere è ancora molta. Decarbonizzazione, trasporto collettivo, condivisione, uso della bicicletta, veicoli elettrici: servono politiche più avanzate per le “rivoluzioni” in corso. L’articolo in Ecoscienza 6/2019.
La mobilità degli italiani sta cambiando: è quanto emerge dal rapporto Isfort 20181. Gli italiani e le italiane vanno sempre più a piedi e in bicicletta, usano di più il trasporto pubblico e meno l’automobile, che resta però il mezzo decisamente dominante. Gli spostamenti a piedi sono cresciuti dal 17,1% del 2016 al 22,5% del 2017, così come la bicicletta ha raggiunto per la prima volta il 5,1%, quasi 2 punti in più rispetto al 2016.
Il trasporto pubblico ha registrato un leggero incremento passando dal 6,6% del 2016 al 7% del 2017. La quota modale dell’auto scende nel 2017 al 58,6% dal 65,3% del 2016 (quasi 7 punti in meno), tornando ai valori di inizi anni 2000 (tabella 1).
Non mancano le contraddizioni. Siamo praticamente tornati ai valori del 2001 per l’uso dell’auto e il trasporto pubblico è leggermente arretrato. Cresce nel 2018 il numero di auto nonostante un minor uso, segno di una frammentazione ulteriore dei nuclei famigliari, della crescita del numero degli anziani, del fatto che non si rottama l’auto vecchia perché “può sempre servire”. Analoghi risultati si registrano nel Rapporto Mobilitaria 2018 e 20192, promosso da Kyoto Club e Cnr-Iia, che fa il punto sull’andamento della mobilità e la qualità dell’aria nelle 14 città metropolitane nel decennio 2006-2018 (tabella 2).
Emerge che il tasso di mobilità sostenibile (la somma degli spostamenti a piedi, bicicletta e trasporto pubblico) è inferiore al 40%. Tuttavia, tra il 2012/2013 e il 2016/2017 l’indice è cresciuto di quasi 8 punti a livello nazionale e di circa 5,5 punti nelle aree metropolitane.
Anche nel tempo libero si affacciano nuovi stili di mobilità. Crescono i viaggi in bicicletta, come emerge dal Rapporto Isnart/Legambiente3, nonostante un paese ancora immaturo per la ciclabilità quotidiana e il cicloturismo. Secondo il Rapporto le presenze cicloturistiche nel 2018 ammontano a 77,6 milioni, pari all’8,4% dell’intero movimento turistico in Italia, con oltre 6 milioni di persone che hanno trascorso una o più notti di vacanza utilizzando la bicicletta. Le presenze dei cicloturisti sono aumentate del 41% nel quinquennio 2013-2018.
In modo analogo crescono viaggiatori e viaggiatrici lungo cammini, percorsi e sentieri, con una rete di cammini nazionale e locale sempre più capillare e cresce la voglia di viaggio lento sulle ferrovie locali e sui treni turistici.
I numeri di queste novità sono ancora incerti e di non facile censimento, ma la mobilità dolce e attiva4 è in grande fermento e crescono progetti, operatori, norme, risorse pubbliche e private destinate a migliorare l’offerta di viaggi slow e del turismo esperienziale.
La decarbonizzazione dei trasporti
Il 25% in Europa e il 26% in Italia delle emissioni di gas serra derivano dal settore dei trasporti e il trasporto su strada ne produce circa il 71%. Secondo il Piano europeo di azione per il clima, sottoscritto anche dall’Italia, le emissioni di CO2 si devono ridurre del 33% al 2030. La strategia di decarbonizzazione della Ue prevede emissioni zero al 2050. Questo significa per i trasporti italiani che dobbiamo ridurre la CO2 dai 100 milioni t/anno attuali ai 76,8 milioni t/anno al 2030 e nei 20 anni successivi dobbiamo arrivare a zero emissioni anche nei trasporti (figura 2).
Una sfida davvero molto complessa sia per l’Italia che per l’Europa, come ha sottolineato Transport & Environment5, che ha analizzato i numeri di questa trasformazione necessaria.
A fine 2018, il governo ha presentato il Piano nazionale energia e clima, ora in consultazione, che però non contiene obiettivi stringenti per la parte trasporti, non punta a una crescita significativa della mobilità elettrica da energie rinnovabili e mancano target per la mobilità sostenibile al 2030 per i passeggeri e le merci.
Risulta evidente che la mobilità ha davanti a sé numerose sfide importanti e necessarie: ridurre le emissioni inquinanti e di CO2, azzerare morti e feriti sulle strade, migliorare l’accessibilità e la coesione sociale, riqualificare lo spazio urbano, aumentare l’efficienza energetica e puntare su veicoli elettrici a energie rinnovabili…
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Autrice: Anna Donati, responsabile mobilità Kyoto Club
Vai a Ecoscienza 6/2019, contiene il servizio “Per una mobilità più sostenibile
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Migliorare l’efficienza della logistica urbana
Giuseppe Luppino, Istituto sui trasporti e la logistica (Itl), responsabile unità Progetti europei, presidente della rete Open Enlocc (European Network of Logistics Competence Centers)
Note
1 Isfort, 15° Rapporto sulla mobilità degli italiani, con il patrocinio di Agens, Anav, Asstra, 12 novembre 2018.
2 Anna Donati, Francesco Petracchini, Carlotta Gasparini, Laura Tomassetti, Rapporto Mobilitaria 2019. Politiche di mobilità e qualità dell’aria nelle 14 città ed aree metropolitane 2017-2018, Cnr-Iia, Kyoto Club in collaborazione con Isfort. Aprile 2019.
3 1° Rapporto Isnart-Legambiente, Cicloturismo e cicloturisti in Italia, Bike Summit 2019, 26 marzo 2019.
4 https://mobilitadolce.net/
5 www.transportenvironment.org
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