La presenza dell’erbicida glifosate nelle acque superficiali, profonde e potabili è valutata da Arpa FVG già dal 2018 nell’ambito del programma “Progetto Glifosate”. I dati finora raccolti da Arpa, indicano che non sussiste un “caso” glifosate. Residui dell’erbicida sono infatti assenti nelle acque potabili e sono presenti saltuariamente in quelle più superficiali.
La ricerca del glifosate in Friuli Venezia Giulia è iniziata nel secondo semestre del 2018; la molecola si è aggiunta alla lista delle numerose sostanze che da anni Arpa monitora per valutare l’impatto delle attività umane più significative e i cui risultati sono stati pubblicati nell’ultimo rapporto sullo stato dell’ambiente del 2018 e nel rapporto Ispra sui pesticidi nelle acque, sempre del 2018.
La rete di monitoraggio Arpa prevede non solo la ricerca di fitofarmaci nelle acque superficiali e profonde; l’Unione Europea infatti invita gli Stati membri ad effettuare indagini più approfondite su tutta una serie di “inquinanti emergenti”, tra cui sono compresi numerosi farmaci (antibiotici, antinfiammatori, anticoncezionali…) e prodotti di “personal care” (abbronzanti, detersivi, prodotti per l’igiene personale…). Si tratta di sostanze di uso comune introdotte nell’ambiente dall’uomo attraverso le acque di scarico, che la comunità scientifica ritiene potenzialmente pericolose per gli ecosistemi acquatici o per la catena alimentare.
Per il monitoraggio di queste sostanze, Arpa ha attivato già da tempo una capillare rete di controllo delle acque superficiali e profonde su tutto il territorio regionale. Le campagne di monitoraggio sono molto raffinate e si inseriscono all’interno di piani di gestione della durata di sei anni (in linea con la direttiva comunitaria e statale 2000/60/CE). Solo alla fine di questo periodo è possibile indicare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici monitorati. Ovviamente i dati sono prontamente condivisi sia con gli altri enti pubblici interessati che con la sanità pubblica, al fine di individuare tempestivamente le criticità e prevenire gli effetti negativi sull’ambiente.
Il Progetto Glifosate
In Friuli Venezia Giulia la Direzione Regionale Salute ha avviato nel 2017 il “Progetto Glifosate”, un’indagine conoscitiva che coinvolge Arpa FVG e le Aziende Sanitarie. La ricerca del glifosate e del suo metabolita AMPA è stata possibile solo a partire dal secondo semestre del 2018, a causa dei tempi necessari per l’acquisizione della strumentazione necessaria e per la messa a punto del metodo di analisi.
Nel corso degli anni 2018-2019 sono stati prelevati numerosi campioni di acque superficiali, sotterranee e ad uso potabile. Pur essendo l’indagine non ancora conclusa, dai primi dati di sintesi è possibile delineare un primo quadro della situazione delle acque regionali.
Nei 169 campioni analizzati di acque destinate a consumo umano e immesse nelle reti di distribuzione il glifosate non è mai stato ritrovato; solo in un campione è stata riscontrata una residuale presenza di glifosate e AMPA, ma ben al di sotto dei limiti normativi.
Nelle acque sotterranee sono stati effettuati 306 campioni in circa 125 stazioni (pozzi, piezometri, sorgenti). Solo sul 3% dei campioni è stato rilevato il superamento del limite di qualità ambientale per il glifosate (0,7% per AMPA).
Nelle acque superficiali, infine, su 237 campioni effettuati, quasi il 20% dei campioni presentano un superamento dello standard di qualità ambientale per il glifosate (29% per AMPA).
Tutti i campioni prelevati in corsi d’acqua ad uso potabile non hanno mai evidenziato il superamento dei limiti di qualità. In generale, i corsi d’acqua in cui sono riscontrati i superamenti del limite di qualità sono localizzati nella fascia di risorgiva della bassa pianura e nell’area dell’arco morenico, mentre nei corsi di montagna e nei fiumi di alta pianura si rivela una sostanziale assenza e/o presenza sotto il limite.
Pur essendo l’indagine ancora in corso, questi primi dati indicano che i superamenti sono contenuti e limitati alle sole acque più superficiali.
E’ tuttavia opportuno precisare che, ai fini della qualità delle acque, non sussiste un “caso” glifosate. Il superamento dello standard di qualità ambientale per una o più molecole in un numero limitato di analisi e di anni è privo di significato ambientale. Infatti, lo stato di qualità di un corpo idrico, come precisato sopra, viene determinato alla fine di un lungo periodo di osservazione dopo aver opportunamente “pesato” tutti i dati a disposizione.
Arpa sta predisponendo il rapporto conclusivo del “Progetto Glifosate”; sta anche predisponendo un nuovo piano di campionamento per l’anno in corso sui vecchi e nuovi inquinanti, compreso il glifosate, che verrà inserito di routine nel prossimo piano di gestione delle acque.