Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna

Arpas ha pubblicato il Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna, giunto oramai alla 20° edizione, illustra il quadro dei RU (Rifiuti Urbani) che sono stati raccolti e gestiti in Sardegna, riportando inoltre la stima dei principali indici e indicatori previsti dalla normativa ambientale e dal monitoraggio del Piano regionale dei rifiuti urbani. 
I dati presentati nel rapporto sono elaborati dall’ARPAS attraverso lo studio e l’analisi dei dati dichiarati sul Modulo Osservatorio Rifiuti Urbani del SIRA, da Comuni e loro aggregazioni, messi a confronto con quelli forniti dagli impianti che hanno ricevuto e trattato i rifiuti urbani nel 2018 e nel caso di incongruenze verificati con i dati estrapolati dal MUD. Gli stessi dati vengono poi forniti anche all’ISPRA per l’elaborazione del Rapporto nazionale sui rifiuti urbani. 

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Si continua a registrare, ormai da qualche anno, una partecipazione sempre più scarsa dei comuni alle attività di monitoraggio dei Rifiuti Urbani che nell’ultimo anno sono scesi a 274 su 377 totali; questo fatto rappresenta sicuramente una criticità, sia perché espone gli Enti alla possibilità di una penalizzazione, ai sensi di quanto previsto dalla L. 221/2015, sia perché l’assenza di informazioni da parte dei comuni riduce la possibilità di ricostruire un quadro completo regionale, costringendo a maggiori verifiche. 

Il totale dei rifiuti urbani prodotti in Sardegna nel 2018 è stato pari a 755.951,71 tonnellate, circa 26.344,23 tonnellate in più rispetto al 2017 con un aumento di circa il 3,6%. Anche l’ISPRA nel “Rapporto rifiuti urbani – edizione 2019” rileva che a livello nazionale è stato registrato un aumento nella produzione dei rifiuti urbani nazionali pari al 2%. 
Anche il pro capite di rifiuti urbani totali evidenzia la crescita del quantitativo totale dei rifiuti urbani prodotti, riposizionandosi su un valore pari a 461 kg/ab/anno di cui però ben 308 kg/ab/annoderivanti dalla raccolta differenziata. 

La produzione di rifiuti destinati allo smaltimento è stata di 251.091,65 t, circa 20.444 t in meno rispetto al 2017; mentre le frazioni differenziate raccolte sono pari a 504.860,06 t, in aumento di circa 46.788 t rispetto al 2017. La diminuzione dei rifiuti a smaltimento e la positiva crescita dei rifiuti da raccolta differenziata hanno portato così la percentuale regionale di raccolta differenziata al 66,78% (+4 punti in percentuale rispetto al 2017), proseguendo quindi il trend positivo in atto ormai da anni. Anche l’ISPRA nel rapporto annuale sui rifiuti urbani certifica che fra le Regioni italiane la Sardegna si trova al sesto posto con uno scarto minimo rispetto all’Emilia Romagna che la precede. 

Le frazioni raccolte in maniera differenziata sono cresciute su tutto il territorio, con particolare riferimento alle plastiche che sono aumentate di circa 6.500 t, (+14%) rispetto al 2017, alla carta che nel 2018 è in aumento di circa 7.700 t (+9% rispetto al 2017), al vetro che mostra un miglioramento di poco meno di 4.000 t (+6%), il legno che registra un deciso incremento di oltre 2.000 t (circa il 44% in più rispetto al 2017) ed anche soprattutto ai rifiuti da spazzamento stradale a recupero (+53%). 

Le frazioni organiche (intese come somma di scarto alimentare e rifiuti da giardini e parchi) fanno registrare nel 2018 un buon aumento sia dello scarto alimentare (+8%, corrispondente a circa 15.000 t) sia dei rifiuti da giardini e parchi che cresce del 13%, pari a circa 3.200 t 

Il 20° Rapporto a tal riguardo presenta per la prima volta un quadro della qualità dei rifiuti organici che vengono trattati negli impianti compostaggio e digestione, che testimoniano l’ottima capacità di separazione raggiunta, grazie anche all’adozione di sistemi di raccolta domiciliare e all’attitudine oramai consolidata alla raccolta differenziata dei cittadini. 

Nel 2018, analizzando i dati a livello comunale, si evidenzia che sono 341 su 377 i comuni sardi che hanno raggiunto degli ottimi risultati superando l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata (erano 315 nel 2017) con una popolazione coinvolta di circa il 76% del totale, contro il 70% del 2017. Fra questi comuni sono ben 82 quelli che superano l’80% di raccolta differenziata (obbiettivo che il Piano regionale prevede per il 2022) contro i 63 del 2017, altri 64 superano il 75% di RD ai quali se ne aggiungono ben 111 nella fascia fra il 70% e il 75%, mentre per i restanti 84 comuni la percentuale supera comunque il 65% previsto della norma. 

Si vuole sottolineare come fra i comuni più virtuosi vi siano molti piccoli centri, spesso operanti in associazione, ma anche numerosi centri turistici, ove la produzione dei rifiuti si moltiplica nei mesi estivi, ma che sono riusciti negli anni ad adottare metodologie di gestione capaci di incanalare correttamente questi flussi aggiuntivi, raggiungendo dei risultati di eccellenza. 

Un altro dato positivo è quello della percentuale di riciclo, il cui obiettivo di legge al 2020 è fissato al 50%: in funzione del metodo di calcolo utilizzato fra quelli proposti dalle norme comunitarie; la nostra Isola ha conseguito un risultato che va dal 53% al 58%; anche quest’anno il dato è in crescita di 2-3 punti percentuali rispetto a quello del 2017 e ci avvicina, pur essendo ancora distante, all’obiettivo previsto dal Piano regionale che prevede il raggiungimento del 70% di riciclo per il 2022. 

Inoltre, nel 2018, il totale pro capite annuo del RUB collocato in discarica è stato pari a 68,9 kg/ab/anno in netto calo rispetto al dato del 2017 (era 92,5 kg/ab/anno), grazie alla miglior separazione a monte e al maggior quantitativo di rifiuti avviato alla termovalorizzazione all’impianto di Capoterra, che nel 2017 aveva invece subito lunghe fermate ed aveva trattato un quantitativo ridotto di rifiuti. 

Continua invece ad essere un dato preoccupante quello relativo alla diminuzione dei volumi di discarica disponibili, visti anche i ritardi nell’attuazione degli interventi di revamping dei termovalorizzatori di Macomer e Capoterra. 

Fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi continua quindi ad essere la spinta all’adozione della raccolta domiciliare “porta a porta” soprattutto nei grossi centri ed ai comportamenti finalizzati ad una maggiore riduzione della produzione di rifiuti ed alla differenziazione degli stessi. 

A tal fine, ormai da diversi anni, la Regione conferma il meccanismo di premialità/penalità che premia i comuni virtuosi con una riduzione delle tariffe di conferimento e penalizza quelli non virtuosi; inoltre a livello nazionale vige un meccanismo di penalizzazione sul calcolo del tributo in discarica in base alla percentuale di raccolta differenziata raggiunta a livello comunale.


– 20° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna
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