Con Abbaluchente salgono a tre gli esemplari di Bonelli deceduti nell’ultimo anno. Il corpo senza vita dell’aquila è stato rinvenuto lo scorso 24 aprile ai piedi di un palo della linea elettrica nel comune di Siligo, in provincia di Sassari. Il ritrovamento è stato possibile grazie ai trasmettitori Gps di cui sono dotati gli esemplari. Ad effettuarlo il Corpo forestale della regione.
Una morte silenziosa che colpisce molti altri uccelli. Ancor più grave nel caso dei tre esemplari di aquila di Bonelli, dal momento che la specie – ormai estinta da alcuni decenni in Sardegna – è in fase di reintroduzione grazie al progetto europeo Aquila a-Life coordinato da Ispra e dall’associazione naturalistisca spagnola Grefa. Quest’ultima, che sta lavorando con lo stesso obiettivo in Spagna, ha portato in Sardegna decine di pulcini di aquila dal 2017 ad oggi: dopo un periodo di ambientazione, i pulli di Bonelli hanno preso il volo nei cieli dell’isola. Oltre al pericolo del bracconaggio, le linee elettriche sono l’altro grande fattore di rischio per la loro sopravvivenza. Degli 87 esemplari reintrodotiti in Italia e Spagna, ne sono deceduti 17 a causa dell’elettrocuzione, di cui tre in Sardegna. Nella penisola iberica la problematica dell’elettrocuzione è molto sentita: di recente, alcune delle società elettriche operanti nel territorio sono state riconosciute colpevoli per aver causato la morte di specie in pericolo di estinzione e per questo multate.
In Sardegna le linee elettriche sono state alla base anche del decesso di tre grifoni reintrodotti con il progetto europeo Life “Under Griffon Wings”. Numeri che indicano quanto il problema sia reale e diffuso: benché nell’isola la rete elettrica sia meno sviluppata che altrove in Italia e molti tratti siano in “elicord” – sistema che impedisce il verificarsi di elettrocuzione – sono ancora moltissime le situazioni di forte rischio. Tre le aree in cui le linee elettriche si sono rivelate fatali per le aquile di Bonelli reintrodotte: la piana di Bolotana, Arborea, e l’area dove ha trovato la morte quest’ultimo esemplare nel sassarese, tutte ottime zone di caccia per i rapaci.
Ad un anno dalla sua liberazione, Abbaluchente aveva esplorato buona parte dell’isola, soprattutto lungo la costa orientale, soffermandosi nel nord e visitando spesso il Parco Nazionale dell’Asinara. Per un certo periodo di tempo, si era associata con Pratteri, maschio liberato nel Parco di Tepilora nel 2019.
La Sardegna ha mostrato di essere fortemente idonea al ritorno dell’Abilastru, grazie al suo clima mite, ai suoi ambienti naturali, all’ampia offerta di riparo e prede. Ma la morte di Abbaluchente è una perdita grave per il progetto. Come per Saccaia, si tratta infatti di un animale che avrebbe potuto a breve iniziare a riprodursi, possibilità stroncata sotto il palo di una linea elettrica.
Ispra ha auspicato una maggior collaborazione con la società elettrica per minimizzare i rischi di ulteriori perdite legate alle linee.