Ostreopsis ovata è una microalga potenzialmente tossica, di origine tropicale, rinvenuto nelle acque costiere italiane già alla fine degli anni ’90. Da allora la sua presenza è stata rilevata sempre più frequentemente, anche con abbondanti fioriture, in un numero crescente di regioni.
Durante la fioritura può rilasciare una tossina, i cui effetti sulla salute umana, principalmente causati dall’inalazione dell’aerosol marino, sono temporanei e riguardano le prime vie respiratorie e talvolta stati febbrili. Il contatto diretto invece può provocare congiuntiviti e dermatiti in bagnanti o persone che stazionano sulle spiagge durante intense fioriture.
Per questo, nell’ambito delle attività che le Arpa svolgono per monitorare la qualità delle acque di balneazione, vengono effettuati costanti controlli per verificare tali situazioni e segnalarle tempestivamente alle autorià locali e sanitarie, al fine di prevenirne gli spiacevoli effetti.
E’ recentemente stato pubblicato un rapporto Ispra che riporta i dati delle attività di monitoraggio delle fioriture di Ostreopsis ovata effettuate nella stagione 2018 lungo le coste italiane.
In particolare, vengono illustrati i risultati e le metodologie di campionamento e di analisi, di sorveglianza, informazione, comunicazione e gestione in caso di fioriture tossiche, al fine di valutare sia l’andamento del fenomeno sia l’efficacia delle attività messe in atto per rilevare e controllare la distribuzione, le abbondanze e le dinamiche spazio-temporali di Ostreopsis ovata.
R_315_19_Ostreopsis_2018
Nel 2018, le attività di monitoraggio della Ostreopsis cf. ovata, sono state effettuate nelle regioni costiere, eccetto che in Basilicata e Molise. Le indagini sono state condotte dalle Agenzie Regionali per l’Ambiente (ARPA) sia ai fini delle attività di controllo delle acque destinate alla balneazione sia nell’ambito di progetti ARPA/Regione, oppure come attività rientranti nel monitoraggio delle specie potenzialmente tossiche nelle acque destinate alla molluschicoltura (coste del Friuli Venezia Giulia).
Sono state individuate e monitorate 218 stazioni di campionamento che presentavano caratteristiche idromorfologiche idonee allo sviluppo della microalga (presenza di macroalghe, substrati rocciosi, acque poco profonde e dal moderato idrodinamismo, scogliere naturali e barriere frangiflutto o pennelli) o che hanno fatto registrare negli anni precedenti presenza e/o fioriture della microalga.
Il monitoraggio è stato eseguito generalmente nel periodo giugno – settembre 2018, anticipato in alcuni casi ad aprile (Marche) e maggio (Emilia-Romagna e Friuli Venezia-Giulia), ; posticipato in altri casi a ottobre (Lazio e Veneto), o novembre (Marche). La frequenza del campionamento quindicinale e mensile è stata intensificata nei casi di superamento dei valori di riferimento (10.000 cell./l; 30.000 cell./l, 100.000 cell./l) come indicato nelle fasi di emergenza descritte nei piani di sorveglianza rispettivamente delle Linee guida del Ministero della Salute contenute nel D.M. 30/3/2010 e nel Rapporto ISTISAN 14/19.
Da segnalare che a fine stagione balneare 2018 è entrato in vigore il DM 19/4/2018 che rimanda alle linee guida ISS (Rapporto ISTISAN 14/19) e identifica le fasi di sorveglianza e i nuovi valori di riferimento con le relative azioni da intraprendere. In particolare, la fase di emergenza è raggiunta con “Densità in colonna d’acqua >30.000 cell./l, condizioni meteo-marine favorevoli alla formazione di aerosol e spruzzi d’acqua” e “Densità in colonna d’acqua >100.000 cell./l, indipendentemente dalle condizioni meteoclimatiche”.
I risultati del monitoraggio 2018
Nel 2018 l’Ostreopsis cf. ovata è stata riscontrata in 11 regioni costiere, mentre risulta assente in tutti i campioni prelevati lungo le coste del Veneto ed Emilia-Romagna ed è presente almeno una volta in 131/218 stazioni (60%), considerando tutte le tipologie di matrici campionate.
In generale, nelle aree tirreniche, ioniche e dell’Adriatico meridionale (Puglia) le prime rilevazioni (a basse concentrazioni) si riscontrano a giugno mentre le densità più elevate si sono distribuite tra luglio e agosto. Nell’alto e medio Adriatico, le prime rilevazioni si presentano ad agosto nelle Marche e in Friuli Venezia Giulia, mentre le massime concentrazioni a settembre.
La fase di emergenza innescata da abbondanze cellulari di gran lunga superiori al valore di riferimento di 100.000 cell/l hanno determinato la chiusura alla balneazione in alcune aree delle Marche, Campania e Calabria accompagnate da opportune azioni di informazione al cittadino. Sono stati inoltre osservati stati di sofferenza negli organismi bentonici (mitili e patelle) nelle Marche e la presenza di una rete mucillaginosa sulle macroalghe in Friuli-Venezia Giulia durante il picco della fioritura.
Inoltre, sulla base dei dati rilevati anche negli anni pregressi, la durata della fioritura varia da pochi giorni fino 7-10 giorni ma dipendente comunque dalle condizioni ambientali che la favoriscono e la mantengono ad esempio nelle Marche si è protratta per tutto il mese di settembre e i primi giorni di ottobre.
Sulla base del numero dei siti risultatati positivi alla presenza di O. ovata ogni anno e nel periodo 2010 – 2018, è stata costruita la tabella seguente, nella quale sono riportate per ogni regione la percentuale dei siti positivi riscontrati nei 9 anni considerati.
Si osserva un generale aumento della presenza della microalga in ogni regione ad eccezione della Campania dove la situazione è molto variabile, mentre in Liguria e Sardegna la percentuale è sempre massima e rimane costante nel tempo.