A causa del Covid-19 il mondo si è fermato. Aziende e uffici per lo più chiusi, industrie e produzioni in stallo, auto ferme in garage. Le limitazioni dei movimenti introdotte tra la fine del mese di febbraio e l’inizio di marzo hanno portato, anche nella nostra regione, ad un progressivo calo del traffico con conseguente diminuzione degli inquinanti. L’effetto è stato più evidente per l’NO2 e meno per le polveri PM10 come è stato già stato evidenziato da due rapporti elaborati da ARPA Valle d’Aosta ([1] e [2]). E’ però bene ricordare che le condizioni meteorologiche influenzano notevolmente le concentrazioni atmosferiche delle sostanze presenti in atmosfera tanto che ogni anno, a partire dal mese di marzo, con l’arrivo del bel tempo, anche la qualità dell’aria migliora, eccezion fatta per l’ozono che, essendo un inquinante prodotto per reazione fotochimica, con i mesi caldi aumenta. La domanda sorge spontanea: quanto delle riduzioni osservate sono imputabili alle misure di contenimento e quanto invece al cambio di stagione? Per provare a rispondere al quesito è stato utilizzato un metodo ML (Machine Learning) che consente di eliminare l’influenza della meteorologia dalle serie di dati di qualità dell’aria.
Il metodo è stato applicato alla serie storica (2010-2019) delle concentrazioni medie giornaliere di NO2 e PM10 rilevate presso la stazione di Aosta Piazza Plouves (centralina di fondo urbano), da sempre considerata rappresentativa della città, per effettuare la stima delle concentrazioni nei primi mesi del 2020 e per valutare la percentuale di riduzione delle concentrazioni di NO2 e PM10 durante il periodo di emergenza sanitaria rispetto ai valori in condizioni di emissioni “normali”.
Nelle tabelle e nelle figure seguenti si nota che il modello stima un deciso calo delle concentrazioni in aria di NO2 e una diminuzione meno rilevante per il PM10.
NO2 | Media misurata (concentrazioni misurate) | Media calcolata (concentrazioni senza lockdown) | diff % |
Gennaio | 45.6 | 46.7 | -2.5 |
Febbraio | 26.5 | 28.8 | -8.1 |
Marzo | 16.7 | 25.8 | -35.4 |
Aprile | 9.7 | 20.8 | -53.5 |
Maggio | 10.1 | 15.7 | -35.8 |
PM10 | Media misurata (concentrazioni misurate) | Media calcolata (concentrazioni senza lockdown) | diff % |
Gennaio | 31.1 | 30.2 | 3.1 |
Febbraio | 18.1 | 17.6 | 2.7 |
Marzo | 12.8 | 18.2 | -29.8 |
Aprile | 14.2 | 15.5 | -8.2 |
Maggio | 11.1 | 11.8 | -5.6 |
Come si può notare dai valori riportati qui sopra, si osserva una diminuzione stagionale nel passaggio ai mesi primaverili: a questa tipica variazione stagionale si somma però l’effetto delle misure introdotte dal lockdown che hanno comportato una riduzione pari a – 53.5% per le concentrazioni di NO2 ad aprile mentre per quelle delle polveri di -29.8% a marzo.
Questa differenza è riconducibile alle differenti fonti di emissione delle due tipologie di inquinanti. La presenza di NO2 nell’aria che respiriamo è legata soprattutto al traffico veicolare che è stato quasi azzerato durante il periodo di confinamento. Il PM10, invece, in Valle d’Aosta viene emesso soprattutto dagli impianti di riscaldamento ed in misura minore dal traffico e dalle attività produttive. Nei grafici si evidenzia inoltre, come a partire dalle riaperture del 18 maggio, le curve delle concentrazioni misurate e calcolate si avvicinano.
[2]. E’ iniziata la fase 2 del COVID-19: cosa è cambiato per la qualità dell’aria in Aosta?