La tutela degli ambienti naturali avviene anche attraverso indagini di biologia ambientale che studiano la qualità degli ecosistemi mediante l’analisi nel tempo di alcuni organismi che ne fanno parte.
Dal 2002 Arpa Veneto a Rovigo ha un laboratorio di Biologia Ambientale specializzato nelle acque marine e di transizione e nello studio degli organismi vegetali ed animali che le popolano. La Direttiva Europea 2000/60 li identifica come Elementi di Qualità Biologica o EQB. Per i corpi idrici di transizione sono: fitoplancton, macroalghe e fanerogame, macroinvertebrati bentonici e fauna ittica. Per le acque marine invece sono il fitoplancton e i macroinvertebrati bentonici. Il numero e il tipo di questi organismi nelle acque e nei sedimenti sono indicatori della buona qualità ambientale così come di possibili inquinamenti. Una specie di “sentinelle” che permettono di caratterizzare in modo pratico e sicuro lo stato di un ecosistema e di metterne in risalto le eventuali alterazioni.
Tra il 2009 e il 2018 nelle lagune del delta del Po sono state individuate 14 specie aliene di cui è accertata la presenza nell’area mediterranea. Esse appartengono ai macrogruppi Policheti, Crostacei e Molluschi.
Alcune specie aliene sono sempre presenti, altre sono state rinvenute meno frequentemente, altre una sola volta. La cattura delle specie è puramente casuale e dipende dalla probabilità di cattura, correlata alla ricchezza in specie e alla equiripartizione delle specie nella comunità campionata in una data stazione.
Nel tempo si potrebbero delineare vari scenari, tra i quali: le due specie potrebbero convivere in modo più o meno equilibrato, la specie aliena potrebbe soccombere per il sopraggiungere di condizioni ambientali sfavorevoli o perché vengono selezionati naturalmente dai predatori, la specie aliena potrebbe sostituire in modo definitivo la specie indigena.
Nelle lagune del delta del Po alcune specie autoctone sembrano essere state sostituite da specie alloctone che occupano la stessa nicchia ecologica. Nel 2018, infatti, è stata identificata la sola specie alloctona Polydora cornuta, mentre è assente l’autoctona Polydora ciliata.
In generale, le specie aliene delle lagune del delta del Po risultano accomunate da un’ampia valenza ecologica. Esse sono infatti particolarmente adattabili a variazioni di salinità, temperatura e, in alcuni casi, ossigeno disciolto.
La presenza di specie aliene può derivare dai traffici marittimi, dal turismo da diporto, dalle crescenti importazioni di specie commerciali ancora vitali e dall’introduzione di specie esotiche per acquacoltura.