L’andamento delle condizioni meteorologiche nel 2019 ha determinato un innalzamento generalizzato dei livelli di polveri sottili dopo la diminuzione osservata nell’anno precedente. L’alternanza più o meno regolare di anni con maggiore o minore presenza di polveri e ozono nell’aria è un comportamento ben noto e già documentato nel quinquennio precedente.
La relazione sulla qualità dell’aria, seguendo le indicazioni della normativa di settore (D.Lgs 155/2010), ha preso in considerazione tutti gli inquinanti “normati”, ovvero quelli per cui esiste un limite di legge in aria ambiente. Questi inquinanti sono raggruppabili in due grandi famiglie: quella dei “Macroinquinanti” (materiale particolato, ossidi di zolfo e azoto, ozono, benzene e monossido di carbonio) e quella dei “Microinquinanti” (benzo[a]pirene e metalli pesanti quali l’arsenico, il cadmio, il nichel e il piombo).
Rispetto agli anni precedenti, nella relazione 2019 è stata anche inclusa la riclassificazione delle zone nelle quali è divisa la nostra regione ai fini della gestione della qualità dell’aria (Montagna, Pianura, Triestina). La riclassificazione, obbligatoria ogni cinque anni (in questo caso 2015-2019), consente di mettere in luce i cambiamenti strutturali nella qualità dell’aria al netto della variabilità meteorologica annuale. La riclassificazione ha evidenziato un miglioramento sistematico e strutturale per quanto riguarda le riduzioni nelle concentrazioni del biossido di azoto e, limitatamente alla sola zona Triestina, un miglioramento significativo relativamente alle concentrazioni di benzene e benzo[a]pirene.
- ARPA Friuli Venezia Giulia
- Anno di pubblicazione: 2020
- Periodicità: annuale
- Temi: Qualità dell’aria
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