Si è svolto il 7 e l’8 settembre a Pechino il “Forum Internazionale delle azioni per l’aria pulita e contro il cambiamento climatico”, organizzato dal Beijing Municipal Ecology and Environment Bureau.
Il convegno ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulle strategie per ridurre l’inquinamento atmosferico e contrastare i cambiamenti climatici adottate nei vari Paesi, nonostante molti esperti siano potuti intervenire solo in videoconferenza a causa dei provvedimenti per limitare la diffusione della pandemia COVID-19.
Il primo giorno, in particolare, sono stati presentati gli aggiornamenti sulle azioni integrate clean air/climate change attuate, oltre che nel capoluogo cinese, a San Francisco, New York, Seoul, Parigi, Londra.
Fra i partecipanti, anche Matteo Lazzarini, dirigente della Struttura Aria di Regione Lombardia, che ha contribuito presentando gli interventi pianificati in Lombardia.
Naturalmente, nell’edizione 2020 non poteva mancare un focus dedicato agli effetti sulla qualità dell’aria correlati ai provvedimenti di lock-down attuati in diverse parti del mondo.
Nel corso della seconda giornata, difatti, sono state presentate le esperienze maturate in Cina, in California, a Tokyo, Ulaan Bataar, Seoul, Hong Kong, Parigi e Londra.
Guido Lanzani, responsabile Qualità dell’Aria di Arpa Lombardia, ha illustrato le valutazioni relative a Milano, alla Lombardia e al bacino padano.
È stato particolarmente interessante notare come quanto rilevato in questa regione italiana abbia trovato riscontro in molte altre zone del mondo.
Pressoché ovunque, infatti, le misure di limitazione della circolazione delle persone e di riduzione delle attività connesse al contenimento della pandemia hanno portato a importanti, per quanto limitate nel tempo, riduzioni delle concentrazioni degli inquinanti primari. Un andamento differente è stato invece riscontrato in diverse situazioni per gli inquinanti secondari.
Ad esempio, il biossido di azoto (NO2), particolarmente collegato alla riduzione del traffico, è diminuito in modo esteso in gran parte dei casi presentati al Forum.
Viceversa, la riduzione del PM10 è stata meno pronunciata, sia a causa di un diverso andamento delle sorgenti di emissione (in molte città è aumentato in particolare il riscaldamento domestico), sia in relazione alla formazione di particolato secondario in atmosfera (raramente i provvedimenti hanno interessato le produzioni agricole, che come noto contribuiscono a tale processo di formazione).
Anche l’ozono, che si forma totalmente in atmosfera, se da una parte è diminuito sottovento alle aree di maggiore emissione, dall’altra è invece aumentato in diverse città interessate dai provvedimenti, a causa dei complessi meccanismi chimico-fisici che ne determinano la formazione e la presenza.
Tutto ciò conferma la complessità delle azioni di contenimento dell’inquinamento atmosferico, in particolare per i cosiddetti inquinanti secondari, che si formano tutti o in parte in atmosfera a partire da altre sostanze: le azioni di risanamento devono quindi essere estese sul territorio e interessare tutte le possibili sorgenti.
Guarda le presentazioni di Arpa e di Regione Lombardia:
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