Il particolato aerodisperso che è oggetto del monitoraggio della qualità dell’aria (PM10 e PM2,5) da parte del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, che ha recentemente diffuso i dati relativi al 2020 ed ai cinque anni precedenti (superamenti limite giornaliero PM10, medie annuali PM10 e medie annuali PM2,5), è prodotto da varie fonti antropiche e naturali. Le principali sorgenti antropiche di particelle primarie sono, i processi di combustione negli impianti domestici di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa, i veicoli dotati di motore a combustione interna e le attività industriali.
Il bollettino degli esperti ambientali (BEA) ha pubblicato un focus sulla “Caratterizzazione chimica del particolato” con alcuni articoli scientifici scritti da tecnici di varie agenzie ambientali.
L’argomento è di particolare interesse, in quanto attraverso la caratterizzazione chimica del particolato è possibile individuarne le fonti ed anche evidenziare livelli di rischio più o meno elevati in ragione della sua composizione, in presenza di sostanze chimiche maggiormente critiche.
Ecco gli articoli pubblicati in questo focus, tutti disponibili (g.c.BEA) nelal parte finale della pagina.
- Valutazione degli effetti del lockdown sulla qualità dell’aria: professionalità e creatività analitica nelle Agenzie italiane – (ARPA Friuli Venezia Giulia, ARPA Lombardia, ARPA Marche, ARPA Umbria, ARPA Valle d’Aosta, ARPA Veneto)
- Effetti del lockdown 2020 sulla qualità dell’aria in Friuli Venezia Giulia: rapporti diagnostici e speciazione chimica del particolato atmosferico – (ARPA Friuli Venezia Giulia)
- Monitoraggio in aria ambiente di PCDD, PCDF e PCB nella regione Umbria (ARPA Umbria)
- Studio dell’impatto della combustione della legna sui livelli di particolato e di Benzo(a)pirene a Bormio, località montana delle Alpi Retiche (ARPA Lombardia)
- Il contributo naturale al particolato atmosferico: la valutazione della componente biologica e abiologica dell’aerosol (ISPRA)