In occasione della XIV edizione della Giornata Nazionale del Polline, lo scorso 19 marzo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e l’Associazione Italiana di Aerobiologia (AIA) hanno presentato il seminario “Nuove prospettive dal monitoraggio aerobiologico”. Una giornata di studio organizzata in collaborazione con il Gruppo di Palinologia della Società Botanica Italiana e la rete POLLnet-SNPA.
Promuovere l’aerobiologia come disciplina fondamentale nello studio delle problematiche ambientali connesse all’interpretazione della malattia allergica è stato, anche in questa edizione, uno degli obiettivi della Giornata, insieme a diffondere la cultura dell’approccio multidisciplinare alle problematiche della salute dell’uomo e dell’ambiente.
L’allergia ai pollini è un problema di salute pubblica fondamentale che ha aumentato la sua incidenza negli ultimi decenni sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo ed è riconosciuta come epidemia globale dalla World Allergy Organization. In termini di malattie allergiche specifiche, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che 400 milioni di persone nel mondo soffrano di rinite allergica e 300 milioni di asma (quarta malattia cronica al mondo dopo il cancro, l’AIDS e le malattie cardiovascolari). In Europa, la prevalenza dell’allergia ai pollini nella popolazione generale è stimata al 40%. Con un costo stimato (per l’Unione europea) che va da 55 a 151 miliardi di euro.
Sempre l’OMS prevede che entro il 2050 1 persona su 2 nel mondo soffrirà di allergie. Stiamo infatti assistendo a una recrudescenza delle allergie, il cui tasso è in costante aumento, soprattutto nei paesi industrializzati.
Più in generale il polline trasportato dall’aria è un fattore ambientale significativo che influenza i tassi di infezione e indebolisce la risposta immunitaria nelle vie aeree ai virus che possono causare tosse e raffreddore. Lo stesso studio sostiene che chi appartiene ai gruppi a più alto rischio potrebbero proteggersi osservando le previsioni sui pollini e indossando maschere respiratorie.
L’Italia, con la sua marcata biodiversità, presenta un elevato numero di specie allergeniche che mostrano i loro effetti non solo in primavera (quando la ripresa vegetativa, chiaramente, porta con sé le massime emissioni di granuli pollinici) ma in quasi tutti i mesi dell’anno.
Tra le famiglie a cui appartengono le specie più allergeniche e costantemente seguite dal monitoraggio aerobiologico segnaliamo:
- le Asteraceae (una delle famiglie più ricche di generi e specie diffuse in tutto il mondo, e si adattano a tutti gli ambienti, prevalentemente piante erbacee, ma non mancano le specie arborescenti e succulente) cui appartengono, ad esempio, Ambrosia artemisiifolia e Artemisia vulgaris;
- le Betulaceae, una famiglia rappresentata da 120 specie riunite in 6 generi, comprendenti arbusti ed alberi, che possono raggiungere l’altezza di 25-30 m, cui appartengono, ad esempio, Ontano e Betula (diffusa tra i 400 ed i 2000 m nelle regioni dell’Italia settentrionale e lungo la dorsale appenninica centrale);
- le Corylaceae (famiglia rappresentata da un ristretto numero di specie con portamento sia arboreo che arbustivo) cui appartengono, ad esempio, Nocciolo e Carpino;
- le Cupressaceae (famiglia composta da 113 specie raggruppate in 17 generi resistenti alla siccità e adattabili ad ogni tipo di terreno, vivono dal livello del mare fino a 700-800 m) cui appartiene il Cipresso;
- le Oleaceae (famiglia composta da piante spontanee delle regioni sub-tropicali e temperate presenti dalla pianura fino al piano montano, sono piante con portamento arboreo o arbustivo, di consistenza legnosa, ma con caratteristiche botaniche fra loro molto diverse, la famiglia comprende circa 400 specie di cui una decina è di origine europea) i cui generi maggiormente rappresentati nella flora italiana sono Frassino e Olea cui appartengono le specie allergeniche Orniello e Olivo;
- le Poaceae, (o Graminacee una famiglia che comprende circa 5000 specie, quasi tutte erbacee, annue o perenni, spesso costituiscono il principale componente di molti ambienti erbacei e si adattano a sopravvivere in condizioni climatiche variabili, negli ambienti urbani, oltre a costituire prati, vegetano in terreni incolti, scarpate e ai margini delle strade) cui appartengono, presenze tipiche dei nostri prati e parchi come la Coda di topo e la Gramigna;
- le Urticaceae (famiglia che comprende circa 500 specie e che in Italia è rappresentata da piante erbacee perenni ed annuali, frequenti accanto ai muri) le cui specie più diffuse sono Parietaria (allergenicità elevata) e Urtica (che, fortunatamente, ha un’allergenicità bassa).
Per affrontare questo fenomeno è fondamentale una ricerca multidisciplinare che integri le conoscenze mediche aerobiologiche e di chimica dell’atmosfera, in modo da proseguire e migliorare l’informazione al cittadino e per fornire strumenti utili alla progettazione del verde urbano, ripensato al fine di minimizzare le reazioni allergiche nell’ottica di un più ampio concetto di benessere del cittadino.
Da molti anni, per ridurre la propria esposizione ai pollini allergenici, In Italia le persone sensibili possono informarsi sugli alti livelli di concentrazioni delle specie polliniche di loro interesse consultando, ad esempio, i bollettini settimanali prodotti dalla rete POLLnet-SNPA.
ISPRA opera da anni per il monitoraggio, l’analisi e la valutazione dei pollini allergenici in Italia e coordina la rete POLLnet, che raccoglie principalmente gli esperti nel settore delle Agenzie regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano per la protezione dell’ambiente. Su questo tema, lo scorso 26 febbraio 2021, ISPRA ha presentato il primo rapporto nazionale sui pollini allergenici in Italia. Il rapporto descrive lo stato e l’andamento dei principali taxa allergenici presenti nel nostro paese negli anni dal 2003 al 2019.
rapporto-338_2021_compressed-compressoIl Rapporto Stato e trend dei principali pollini allergenici in Italia (2003-2019) è stato realizzato con la collaborazione di tutti i partecipanti alla Rete POLLnet e con il contributo, per il Lazio, del Centro di monitoraggio aerobiologico dell’università di Tor Vergata (63 stazioni attive nel 2020, v. figura sotto).
Nel rapporto vengono messe a confronto analisi omogenee, criteri di selezione del dato e di calcolo, di serie storiche di dati rilevati in Italia, offrendo una descrizione dello stato e dell’andamento dei principali taxa allergenici presenti nel nostro paese negli anni dal 2003 al 2019. Il documento fornisce un ampio quadro riassuntivo delle più aggiornate conoscenze sulle principali specie allergeniche e sulla loro diffusione sul territorio nazionale proponendo uno strumento integrativo per la valutazione della qualità dell’aria e dei suoi effetti sulla salute umana.
Una sintesi dei risultati contenuti nel rapporto (liberamente consultabile e scaricabile al link sopra indicato) è presentata nella figura seguente.