Dalla settimana scorsa nella costa di Finale ligure, nel ponente savonese, si è scatenata la ricerca di un (o più) presunto nido di tartaruga marina Caretta caretta.
Dopo l’avvistamento accidentale di un cucciolo avvenuto il 6 settembre , il sito è stato da subito monitorato da biologi e volontari di Menkab, Salto nel Blu, WWF Savona, CEA di Finale Ligure coordinati dall’Acquario di Genova in collaborazione con il comune di Finale Ligure, la Guardia Costiera e il gestore della spiaggia privata.
Nella giornata di sabato 11 è stata avviata una serrata ricerca guidata da Arpa Toscana, in quanto unico ente dotato di autorizzazione in deroga concessa dal Ministero per trattare questi animali protetti nell’ambito della direttiva Habitat (direttiva 92/43/CEE); al monitoraggio della zona ha partecipato anche il personale del Centro del Mare e del settore Biodiversità di Arpal, già intervenuto anche nei giorni precedenti, i ricercatori dell’Università di Pisa, IZS, Acquario di Livorno e referenti PACA della rete tartarughe marine della Francia mediterranea.
Si tratta, ovviamente, di un’operazione non semplice: la zona dove si è verificato l’avvistamento è stata recintata e presidiata giorno e notte da volontari, ma non è stato notato nulla fino a sabato, quando una piccola tartaruga è stata trovata a diverse decine di metri di distanza dal luogo del primo avvistamento, nella zona di spiaggia libera. Il cucciolo, apparentemente incapace di nuotare, è stato curato dai veterinari presenti, che hanno deciso di portarlo all’Acquario di Genova. Un’altra piccola tartaruga è invece stata trovata morta a pochi metri dalla prima osservazione, ad alimentare le possibilità della presenza, prima volta in Liguria, di uno o più nidi.
Gli esperti di Arpa Toscana hanno suggerito al Comune di Finale Ligure di interdire la spiaggia durante le ore serali e notturne, in modo da poter osservare eventuali tracce di neonati di tartaruga sulla spiaggia opportunamente lisciata e per ridurre al minimo il disturbo nel momento della giornata più idoneo alla fuoriuscita dal nido.
I tecnici Arpal hanno invece indicato il miglior posizionamento possibile di un faro necessario alla sicurezza di un vicino stabilimento balneare, in modo che il suo raggio di luce non potesse disorientare i piccoli animali appena nati.