Non c’è salmonella nei campioni d’acqua prelevati a San Valentino. È emerso dalle analisi per la verifica della qualità dell’acqua effettuate dall’Arta, che si sono concluse stamane, nell’ambito delle azioni di controllo igienico-sanitario di competenza della Asl. È un batterio termoresistente, il Clostridium perfringens, l’unica causa dei casi di infezione gastrointestinale registrati a San Valentino, in provincia di Pescara, e nelle zone limitrofe.
I casi di gastroenteriti sono in totale circa 250, considerando anche una ventina di episodi nella vicina Scafa, sempre nel pescarese. Solo a San Valentino è stato interessato più del 10% della popolazione, con sintomi quali dissenteria, vomito e febbre. L’Arta, nei giorni scorsi, aveva comunicato che le analisi microbiologiche effettuate sui campioni di acqua destinata al consumo umano, prelevato nel Comune di San Valentino, avevano dato esito di non conformità a causa della presenza del batterio Clostridium perfrigens.
I Clostridi sono batteri Gram-positivi, a forma di bastoncello, anaerobi, sporigeni, cioè producono spore che sono resistenti in determinate condizioni ambientali di temperatura, pH e presenza di raggi UV e a processi di trattamento e disinfezione. Il membro più comune del gruppo è, appunto, il Clostridium perfringens, normalmente presente nelle feci umane, anche se in minor quantità rispetto a Escherichia coli. La sua presenza è indice di una contaminazione pregressa e della deficienza dei sistemi di disinfezione, in quanto ha la capacità di vivere a lungo e di produrre spore che tendono ad accumularsi e a sopravvivere a lungo in condizioni avverse.
“Da stamattina, con l’esito negativo delle analisi che hanno escluso la presenza del microrganismo patogeno della salmonella – ha dichiarato il direttore generale di Arta, Maurizio Dionisio – possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo. Le cause dell’infezione – ha continuato Dionisio – possono essere molteplici ma la presenza di spore di Clostridium perfringens suggerisce che i processi di trattamento e di disinfezione potrebbero essere stati deficitari o compromessi, oppure che ci sia stata una ricontaminazione dell’acqua trattata”.