Guarda alla strategia “One health” (Una sola salute), identificata come obiettivo prioritario dalle Nazioni unite nel 2008, il Sistema regionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (Srps), istituito formalmente dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna per la gestione integrata di temi afferenti ad ambiti che fino a oggi hanno trovato difficoltà ad avere relazioni strutturate: ambiente, clima, salute umana e animale.
Il sistema è concepito per migliorare e armonizzare le politiche e le strategie di attuazione della prevenzione primaria (azioni o interventi volti ad evitare l’insorgenza di malattie nelle persone sane) e della risposta del Servizio sanitario alle malattie acute e croniche, trasmissibili e non, associate a rischi ambientali.
Il suo compito primario è di assicurare il coordinamento e il potenziamento dell’integrazione delle attività delle strutture del territorio che operano a tutela della salute collettiva, rispetto ai rischi ambientali e climatici, in coerenza con le disposizioni nazionali che hanno creato il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (Snps).
In questo processo di cambiamento un ruolo fondamentale sarà giocato dalla digitalizzazione e, in generale, dallo sviluppo e messa in comune di una nuova piattaforma operativa per lo scambio dei dati di cui facilitare la lettura integrata per pervenire a una complessiva valutazione del rischio.
“L’integrazione è la parola chiave del nuovo sistema Srps, di cui Arpae fa parte a pieno titolo- afferma il direttore generale di Arpae Emilia-Romagna, Giuseppe Bortone– perché solo partendo dalla consapevolezza della necessità di mettere insieme molteplici conoscenze, competenze e metodologie si può arrivare a una risposta efficace e garantire la tutela degli ecosistemi naturali e della salute umana e degli animali. Questo è un ulteriore tassello nello sviluppo di un nuovo metodo di lavoro che consentirà alle principali istituzioni tecnico-scientifiche a tutti i livelli, da quello nazionale a quelli regionale e locale, di collaborare al meglio per cercare le soluzioni e le risposte ai tanti temi che l’ambiente, il cambiamento climatico e la salute di tutti ci pongono di fronte”.
Il Sistema regionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (Srps) in Emilia-Romagna
Il Srps opererà in continuità con il Piano regionale della prevenzione 2021-2025 che include espressamente specifici o programmi finalizzati alla “tutela della salute dai fattori di rischio presenti nell’ambiente” (sia outdoor sia indoor) e alla “promozione di progetti/programmi di miglioramento dell’ambiente e di riduzione dell’impatto sulla salute”.
Le funzioni del Sistema Srps dell’Emilia-Romagna sono assicurate dal Settore Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione, con altre due Direzioni generali regionali: Cura del Territorio e dell’ambiente e Agricoltura, caccia e pesca; insieme ai Dipartimenti di Sanità pubblica delle Aziende Usl e ad Arpae.
Completano il sistema Srps i laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, dell’Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) – Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna (Tossicologia occupazionale e ambientale della Medicina del lavoro e Unità di microbiologia) e quello dell’Azienda Usl della Romagna (U.O. Microbiologia). A queste strutture pubbliche si aggiunge la Fondazione Centro ricerche marine (Crm) di Cesenatico (FC).
Il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (Snps)
Si tratta di una delle azioni di riforma della Missione 6 – Salute del Pnrr, finalizzata alla “Definizione di un nuovo assetto istituzionale sistemico per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico”, in linea con un approccio integrato (One health). L’attuazione di tale riforma è avvenuta con il decreto legge 30 aprile 2022, n. 36 (L. 79/22) che istituisce il Snps e individua, tra l’altro, le funzioni e i soggetti che ne fanno parte citando espressamente i Dipartimenti di Prevenzione delle Ausl, le Regioni, gli Istituti Zooprofilattici, l’Istituto superiore di sanità e il Ministero della Salute. Il suo sviluppo è sostenuto dal Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc), al cui interno è ricompreso.